«Te.
MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI l8l
Altri Artefici finfero Amore incatenato ad una Colonna per lignificare, che le paffioni non
hanno forze badanti contro la ragione. Nell'Antologìa (5) li leggono gli epigrammi d'Alceo,
e d'Antipatico fopra una fìatua d'Amore incatenato. Così s'efprime Alceo. Chi ti ha prefo in
quefta guifa firaordinaria-t chi ti ha legate hitrigatamente le mani, e chi ti ha fatta foritela la j"accia?
Dove fono 0 fanciullo gli archi veloci, dove la crudel faretra incendiatriceì Per certo inconfi'aeratamente
ti ha fatto lo Scultore con averti legato a quefio laccio, tu che metti in agitazione e in furore gli
Dei. Così poi Antipatro. Chi con indi fallibili legami ti ha le mani ad una colonna legate? Chi ha
prefo il fuoco col fuoco, V inganno con l'inganno? Fanciullo tralafcia di fparger lacrime falla gioconda
faccia; imperocché tu godi del pianto dei giovani. Neffuno fi deve maravigliare, fé Amore più
frequentemente di tutte l'altre Deità rìtrovafi negli antichi monumenti, e fé tanti antichi
Pittori, Scultori, e Poeti hanno fatto a gara nel figurare quefio Nume in tante bizzarre
maniere, e con tanti differenti fimboli, per foddisfare non fedamente al capriccio, ed alia
fantasìa di loro fteffi, ma ancora di quelle perfone, le quali commettevano loro quelli lavori.
Imperocché ciafeuno fecondo la propria volontà li fabbricava per fé ftefTo quello Nume fopra
le noflre paffioni il più potente. Perlaqualcofa non fi può render ragione alcuna di tanti
difficiliffimi, e ftravaganti monumenti di quefta Deità, quando fono lontani dalle comuni
ufanze, e dalla nota erudizione (6). M'è parfo d'accennar quelle cofe3 le quali fono ballanti
in argumenti cotanto dubbiofl.
/
Ctf-
Una gemma (*) del Mufeo del Rè delie due Sicilie è umilmente di difficile interpetrazione ;
e facilmente è uno fcherzofo capriccio dell'artefice; imperocché s'offervano tre femmine
feminude, una liede fotto un'albero, fopra il quale fono due Cupidi alati, l'altra con un
bafloncello percote con ambedue le mani l'albero per far cadere a terra gli Amori, la terza
femmina con le braccia llefe Uà in atto di ricevere un Cupido, che è per cadere dall' albero.
CU-
(?) Anfrhol. lib. 4. cap-. 12. Ep. 45. e 46': dell'Opere ratte dagli Antichi Artefici alla parola Cupidp,
(<J) Vedi Anacreonte nell'Ode 3. Ateneo lib. 3. cap. 2, e le gemme finalmente della Chaufle , Maffei, e Gori voi,, 1«
Enftazio filofofo nel lib. ;. degli Amori d'Ifmenio, Pro- del Muf. Fiorentino.
pcrzlo Ub. 2. Eleg. s., e Eiaiicefco Ghiaie nel Catalogo (*) l\v. XVIII. N. IL
MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI l8l
Altri Artefici finfero Amore incatenato ad una Colonna per lignificare, che le paffioni non
hanno forze badanti contro la ragione. Nell'Antologìa (5) li leggono gli epigrammi d'Alceo,
e d'Antipatico fopra una fìatua d'Amore incatenato. Così s'efprime Alceo. Chi ti ha prefo in
quefta guifa firaordinaria-t chi ti ha legate hitrigatamente le mani, e chi ti ha fatta foritela la j"accia?
Dove fono 0 fanciullo gli archi veloci, dove la crudel faretra incendiatriceì Per certo inconfi'aeratamente
ti ha fatto lo Scultore con averti legato a quefio laccio, tu che metti in agitazione e in furore gli
Dei. Così poi Antipatro. Chi con indi fallibili legami ti ha le mani ad una colonna legate? Chi ha
prefo il fuoco col fuoco, V inganno con l'inganno? Fanciullo tralafcia di fparger lacrime falla gioconda
faccia; imperocché tu godi del pianto dei giovani. Neffuno fi deve maravigliare, fé Amore più
frequentemente di tutte l'altre Deità rìtrovafi negli antichi monumenti, e fé tanti antichi
Pittori, Scultori, e Poeti hanno fatto a gara nel figurare quefio Nume in tante bizzarre
maniere, e con tanti differenti fimboli, per foddisfare non fedamente al capriccio, ed alia
fantasìa di loro fteffi, ma ancora di quelle perfone, le quali commettevano loro quelli lavori.
Imperocché ciafeuno fecondo la propria volontà li fabbricava per fé ftefTo quello Nume fopra
le noflre paffioni il più potente. Perlaqualcofa non fi può render ragione alcuna di tanti
difficiliffimi, e ftravaganti monumenti di quefta Deità, quando fono lontani dalle comuni
ufanze, e dalla nota erudizione (6). M'è parfo d'accennar quelle cofe3 le quali fono ballanti
in argumenti cotanto dubbiofl.
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Ctf-
Una gemma (*) del Mufeo del Rè delie due Sicilie è umilmente di difficile interpetrazione ;
e facilmente è uno fcherzofo capriccio dell'artefice; imperocché s'offervano tre femmine
feminude, una liede fotto un'albero, fopra il quale fono due Cupidi alati, l'altra con un
bafloncello percote con ambedue le mani l'albero per far cadere a terra gli Amori, la terza
femmina con le braccia llefe Uà in atto di ricevere un Cupido, che è per cadere dall' albero.
CU-
(?) Anfrhol. lib. 4. cap-. 12. Ep. 45. e 46': dell'Opere ratte dagli Antichi Artefici alla parola Cupidp,
(<J) Vedi Anacreonte nell'Ode 3. Ateneo lib. 3. cap. 2, e le gemme finalmente della Chaufle , Maffei, e Gori voi,, 1«
Enftazio filofofo nel lib. ;. degli Amori d'Ifmenio, Pro- del Muf. Fiorentino.
pcrzlo Ub. 2. Eleg. s., e Eiaiicefco Ghiaie nel Catalogo (*) l\v. XVIII. N. IL