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n.
exterkatiìv^
'ro afpeclu Bsifflt!
illius vìjmkri,
r , in qm tx M
omnia in éjil
m ac.iùjj\mi)ini\
oitatos vom Fimi
nerarenur a hfk
seftiis, impoun
rio firmo ci» cV
luritia ferii, W
| id nonfiaben!,*!
m Canis Si;
irion appella P
tdeatur. W*
~ -P réte du f>4
ecte *«* j
r ie jnci'* "
r tout ie ,
lefonds-
fiderable. f
Ar^f/
&
MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI H5
XLV,
UNA TESTA DI CANE
OPERA DI CAIO,
luci fa in un Granato .
APPRESSO IL VISCONTE DUNCANNON,
DI quello Artefice Caio non ci è pervenuta memoria alcuna, fuorichè quella opera vera-
mente ammirabile; dal lavoro della quale perfettiffimo in tutte le fue parti, e dalle
lettere ornate coi foliti puntini nell'ettremità, potremo facilmente congetturare efiere
un'autore Greco fiorito nell'auero fecolo d' Augurio.
Chi fa la natura del Granato, comprenderà quanta difficolta lì trovi nel lavorar quella
gemma sì facile a fgranarfi, e di quanta lode fia degno quello peritiflìmo Artefice.
In quefta gemma adunque è rapprefentata la tetta d'un Cane con 1'orecchie molto grandi,
nel quale dagli occhi che fportano in fuori, dalla bocca fpalancata, dall'orecchie alzate, ed
jrfute, fi fcorge una fierezza fpaventevole. Tutto è lavorato con sì gran maeftria che com-
move il timore e l'ammirazione. Intorno al collo del Cane s'ofi'ervano nove acutiflìme punte
un poco rivolte, le quali fono attaccate al collare. Quelle medefime punte fon quelle, le
quali Varrone chiama chiodetti colla teda, fecondo il coftume dei Pallori, che così am-
maendano i Cani feroci per cuftodia della greggia, acciochè non Mano feriti dalle beftie, fic-
come lo dimoftrano chiaramente le parole dell' eccellentitfìmo Autore (i). Acciò non fi ano feriti
dalle beftie fi pongono i collari ai Cani, i quali fi chiamano Millo, cioè una cintura intorno al collo
fatta di cuoio majficcio, e forte con chiodetti colla te/la, tra le quali tefte dei, chiodetti fi cuce una
pelle delicata, acciochè non faccia nocumento al collo la durezza del ferro. Che fé un Lupo, o altra
beflia è ferita da quefti Cani,fa ficuri gli altri Cani, i quali non hanno quejìì collari. Io non con-
vengo col Ch. Sig. Natter, il quale afferma effer quelle punte tanti raggi, coi quali rifplende
in cielo la coftellazione del Cane Sirio. Della coftellazione del Cane Sirio così parla Igino (2):
( fi chiama Sirio per lo fpkndore della fiamma, che fi vede rifplendere fopra tutte l'altre . Nulla
ha di relazione quella coftellazione col ferocifiìmo noftro Cane .
Del pregio di quefta gemma riferirò il fentimento del Sig. Natter pentimmo Artefice
nell'incidere le gemme. Dice adunque nel libro intitolato Traitè de graver en pierres rìnes
pag. 27, Cene tète du chien Sjrius de face peut fervir ici de prìncipal Model?. Ainfi pour bien
fentir tout le inerite de cene gravare, il faut remarquer que les Jones font tellement ouvertes <&
étendaès, que non feulement elles laijfeut apparcevoir la langue, & les dents, mais me me le fondi
du palais. L,e tout eft fini avec la grande exa&itude pojjtble. La profondeur confi dir able, la net-
teté, & la propreté du deffein ( camme on peut le voir au dejfein fait de profil ) font des preuves
fenfibles de la dJlicateJfe de la mah, & de l'eftrème ha'bilite de cet Arti/le. Les mufcles y font
adoucis fi parfaitement, quii ti eft pas pofible d'y appercevoir la moindre trace des Outils, camme
dans les gravures précédentes. D'aborti cette forme furprenante ina fait doiiter quelle eiit été
gravile au tour ér felon la méthode ordinaire ; mais en la copiant avec attention fai trouvó le pro-
grès des differènte! Outils, que fon y a emplo'iés, & /' y ai pajfablement bien réujfi moi-mème eri
l'imitant. La pietre eft un Grenat des plus nets, & des plus beaux, & a furface convexe, ce qui
eft tret avantage:tx pour graver profondément ( camme je l'ai déja dit ) Atijfi en réfulte-t-il une
haute bordure dans l'empreinte que l'on tire en ciré, pour conferver l'originai. Cette convexité
fert
(0 V3rro de Re RuftW lib. 2. cap 9.
(1) Hyg. Aftr. lib. 1. pag. 7*. Vedi ancora Arati Phoen. pag. 193, e 114-.
n.
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'ro afpeclu Bsifflt!
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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI H5
XLV,
UNA TESTA DI CANE
OPERA DI CAIO,
luci fa in un Granato .
APPRESSO IL VISCONTE DUNCANNON,
DI quello Artefice Caio non ci è pervenuta memoria alcuna, fuorichè quella opera vera-
mente ammirabile; dal lavoro della quale perfettiffimo in tutte le fue parti, e dalle
lettere ornate coi foliti puntini nell'ettremità, potremo facilmente congetturare efiere
un'autore Greco fiorito nell'auero fecolo d' Augurio.
Chi fa la natura del Granato, comprenderà quanta difficolta lì trovi nel lavorar quella
gemma sì facile a fgranarfi, e di quanta lode fia degno quello peritiflìmo Artefice.
In quefta gemma adunque è rapprefentata la tetta d'un Cane con 1'orecchie molto grandi,
nel quale dagli occhi che fportano in fuori, dalla bocca fpalancata, dall'orecchie alzate, ed
jrfute, fi fcorge una fierezza fpaventevole. Tutto è lavorato con sì gran maeftria che com-
move il timore e l'ammirazione. Intorno al collo del Cane s'ofi'ervano nove acutiflìme punte
un poco rivolte, le quali fono attaccate al collare. Quelle medefime punte fon quelle, le
quali Varrone chiama chiodetti colla teda, fecondo il coftume dei Pallori, che così am-
maendano i Cani feroci per cuftodia della greggia, acciochè non Mano feriti dalle beftie, fic-
come lo dimoftrano chiaramente le parole dell' eccellentitfìmo Autore (i). Acciò non fi ano feriti
dalle beftie fi pongono i collari ai Cani, i quali fi chiamano Millo, cioè una cintura intorno al collo
fatta di cuoio majficcio, e forte con chiodetti colla te/la, tra le quali tefte dei, chiodetti fi cuce una
pelle delicata, acciochè non faccia nocumento al collo la durezza del ferro. Che fé un Lupo, o altra
beflia è ferita da quefti Cani,fa ficuri gli altri Cani, i quali non hanno quejìì collari. Io non con-
vengo col Ch. Sig. Natter, il quale afferma effer quelle punte tanti raggi, coi quali rifplende
in cielo la coftellazione del Cane Sirio. Della coftellazione del Cane Sirio così parla Igino (2):
( fi chiama Sirio per lo fpkndore della fiamma, che fi vede rifplendere fopra tutte l'altre . Nulla
ha di relazione quella coftellazione col ferocifiìmo noftro Cane .
Del pregio di quefta gemma riferirò il fentimento del Sig. Natter pentimmo Artefice
nell'incidere le gemme. Dice adunque nel libro intitolato Traitè de graver en pierres rìnes
pag. 27, Cene tète du chien Sjrius de face peut fervir ici de prìncipal Model?. Ainfi pour bien
fentir tout le inerite de cene gravare, il faut remarquer que les Jones font tellement ouvertes <&
étendaès, que non feulement elles laijfeut apparcevoir la langue, & les dents, mais me me le fondi
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teté, & la propreté du deffein ( camme on peut le voir au dejfein fait de profil ) font des preuves
fenfibles de la dJlicateJfe de la mah, & de l'eftrème ha'bilite de cet Arti/le. Les mufcles y font
adoucis fi parfaitement, quii ti eft pas pofible d'y appercevoir la moindre trace des Outils, camme
dans les gravures précédentes. D'aborti cette forme furprenante ina fait doiiter quelle eiit été
gravile au tour ér felon la méthode ordinaire ; mais en la copiant avec attention fai trouvó le pro-
grès des differènte! Outils, que fon y a emplo'iés, & /' y ai pajfablement bien réujfi moi-mème eri
l'imitant. La pietre eft un Grenat des plus nets, & des plus beaux, & a furface convexe, ce qui
eft tret avantage:tx pour graver profondément ( camme je l'ai déja dit ) Atijfi en réfulte-t-il une
haute bordure dans l'empreinte que l'on tire en ciré, pour conferver l'originai. Cette convexité
fert
(0 V3rro de Re RuftW lib. 2. cap 9.
(1) Hyg. Aftr. lib. 1. pag. 7*. Vedi ancora Arati Phoen. pag. 193, e 114-.