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i) de fltp>
PhyllìteSi
ic co
«ta
mento Po-
ftro. Quoi
ivam radi-
un quidem
DIO-
pi 47'
MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 2gr
XLIX.
ERCOLE GIOVINE
OPERA DI G N E I 0,
luci fa in Acqua Marina (0.
DEL MUSEO STROZZI DI ROMA,
DI una fomigliante gemma di Ercole noi abbiamo altrove parlato (2) ora diremo qual-
che cofa della Clava dì quefta Deità. La Clava di Ercole fu l'arme potentiffima per
le fue imprefe. Palefato così fi efprime (3) della Clava di Ercole. Fanno menzione avere ella
delle foglie, perlaqualcofa è detta Fillite, 0 pure fronzuta, e benché fojfe feparata, contuttociò pofta
apprejfo all'erba germogliava, e da quefto è nata quefta favola. Raccontali ch'Ercole dopo tante
fue fatiche, e travagli confacrò la fùa Clava a Mercurio; mentre così fcrive Paufanìa (4). £'
ivi la ftatua di Mercurio detto Poligiq, al quale dicono, che Ercole confacrajjè la fu,a Clava, Ella
era di Olivo falvatico. Aggiungono una maraviglia, che non fo come pò fa ejfer degna di fede, che
quefta Clava fi radicò, e rigermogliò. Sicuramente moftrano ancora oggi quefto Olivo falvatico, e
rìferifcono aver tagliato Ercole la Clava da un tronco di Olivo falvatico, che aveva trovato prejfo- la
Palude Saronide.
Tom. L Nn DIO-
(1) Il Baron Stofch , edìl Gori sbagliarono mentre quelli
gemma è ineifa in Acqua Marina . Tale errore feguitarono i
Traduttori Italiani nel voi. 2. pag 22. della Storia delle Belle
Artidi Winkelmann ; inoltre prefero un grande sbaglio cter»
4enà«U opera di Guaio, o Curio.
(2) pag. 190.
(3) Palaeph. de Incred. Hill. n. 37. pag. 47.
(4) Paufan. Cor. lib. z. pag. 53.
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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 2gr
XLIX.
ERCOLE GIOVINE
OPERA DI G N E I 0,
luci fa in Acqua Marina (0.
DEL MUSEO STROZZI DI ROMA,
DI una fomigliante gemma di Ercole noi abbiamo altrove parlato (2) ora diremo qual-
che cofa della Clava dì quefta Deità. La Clava di Ercole fu l'arme potentiffima per
le fue imprefe. Palefato così fi efprime (3) della Clava di Ercole. Fanno menzione avere ella
delle foglie, perlaqualcofa è detta Fillite, 0 pure fronzuta, e benché fojfe feparata, contuttociò pofta
apprejfo all'erba germogliava, e da quefto è nata quefta favola. Raccontali ch'Ercole dopo tante
fue fatiche, e travagli confacrò la fùa Clava a Mercurio; mentre così fcrive Paufanìa (4). £'
ivi la ftatua di Mercurio detto Poligiq, al quale dicono, che Ercole confacrajjè la fu,a Clava, Ella
era di Olivo falvatico. Aggiungono una maraviglia, che non fo come pò fa ejfer degna di fede, che
quefta Clava fi radicò, e rigermogliò. Sicuramente moftrano ancora oggi quefto Olivo falvatico, e
rìferifcono aver tagliato Ercole la Clava da un tronco di Olivo falvatico, che aveva trovato prejfo- la
Palude Saronide.
Tom. L Nn DIO-
(1) Il Baron Stofch , edìl Gori sbagliarono mentre quelli
gemma è ineifa in Acqua Marina . Tale errore feguitarono i
Traduttori Italiani nel voi. 2. pag 22. della Storia delle Belle
Artidi Winkelmann ; inoltre prefero un grande sbaglio cter»
4enà«U opera di Guaio, o Curio.
(2) pag. 190.
(3) Palaeph. de Incred. Hill. n. 37. pag. 47.
(4) Paufan. Cor. lib. z. pag. 53.