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Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 2, Architettura greca: Monumenti — Rom, 1834-1841

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.4999#0269

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CAP IX- MONUMENTI ONORARJ E SEPOLCRALI 163

della maestà di Alessandro e superiore di gran lunga ad ogni altro che si fosse veduto, non tanto per la magni-
ficenza della opera, quanto per la eccellenza del lavoro. Primieramente la cassa del cadavere era stata lavorata
a martello, e così il coperchio di oro; su questo stava una clamide di porpora bellissima, e bloccata d'oro,
presso la quale eran disposte le armi del defunto. Il carro, su cui venne trasportata la detta cassa, era largo otto
cubiti e lungo dodici; e sopra si era formata una camera a volta, xXfj.upxì la di cui parte superiore venne adornata
con squamine di gemme distinte. La sua larghezza era di otto cubiti e dodeci nella lunghezza. Al di sotto del
soffitto arcuato, vnopotfw, vi stava un trono di oro di forma quadrata, ov'erano ritratte teste di grifoni, ed a
queste attaccati piccoli cerchi di oro, dai quali pendevano corone smaltate a varii colori, e sì ben fatte che i
fiori espressi pareano veri. Sull'alto poi era tirata una frangia reticolata avente appese campanelle di tal gran-
dezza che da lontano facevano udire il loro suono. In ogni parte negli angoli della volta, vi stava posta una
Vittoria portante un trofeo. Il peristilio, n^t'«uXo», avanti alle camere, era pure d'oro, ed aveva capitelli jonici,
iwaàitmmpxM. Entro tale peristilio eravi una rete di oro fatta con trama grossa un dito, ed avea quattro tavole
paralelle figurate e simili alle pareti, nelle quali si vedeano espresse diverse cose relative alle imprese di Alessan-
dro. Nell'ingresso della camera, vajJÀpct ù&fov, vistavano leoni d'oro riguardanti quei che avessero voluto entrare.
Dalla metà di ogni colonna s'innalzava un'acanto d'oro anch'esso, che giungeva sino al capitello. Sopra alla
camera e nel mezzo della copertura, xe/wy»jv, era disteso un tappeto pure doro, sormontato da una corona di
olivo fatta anche d'oro, e di una esimia grandezza, sulla quale battendo il sole i suoi raggi, produceva sì ful-
gido e balenante splendore che di tratto in tratto dava l'apparenza del folgore. Il carro poi avevadueassi intorno
al quale giravano quattro ruote persiane, con i corrispondenti ornamenti, come verranno nella particolare de-
scrizione di questo apparato nella Parte III indicati. Pertanto se ne potrà conoscere la forma più conveniente
alla detta descrizione delineata nella citata Tav. CLX. Così dall'esame dai più semplici e più vetusti sepolcri
essendo passati successivamente a considerare i più magnifici, ed i designati sontuosi apparati, si è compilo di
descrivere tutto ciò che può essere relativo ai monumenti sepolcrali dei Greci.

CAPITOLO X.

CASE

N

eli'ultimo Capitolo di questa seconda Parte dell'architettura Greca imprenderemo a descrivere le case dei
privati, benché non ci sia stato tramandato alcun incontrastabile monumento onde conoscere il vero metodo
tenuto dai Greci nel costruirle. Una tale mancanza è derivata dall'essere state tali opere private fatte con
struttura non egualmente solida di quella impiegata nei pubblici edifizj ; laonde esse non poterono resistere per
tanti secoli alle ingiurie delle intemperie ed alle devastazioni portate dalle guerre. Quelle fabbriche private poi
che le eruzioni del Vesuvio ci hanno conservate in Pompei ed in Ercolano, le quali aveano comunemente atrj
e cavedj, ed altre parti più simili alle case dei Romani che a quelle dei Greci, non ci possono dare una giusta
idea di quelle edificate veramente all'uso greco. Contuttociò per non lasciare questa importante parte dell'archi-
tettura greca senza una particolare descrizione considereremo tutte quelle cose che si hanno dagli antichi scrit-
tori risguardanti le medesime fabbriche private; e poscia seguendo principalmente quanto venne da Vitruvio
prescritto, procureremo di dimostrare in qual modo venivano esse più probabilmente edificate.

Avanti di descrivere il modo con cui potevano essere le case dei Greci più comunemente composte indi-
cheremo in particolare con Polluce quali erano le partizioni, e come queste si denominavano. Le parti di una
casa, eìwè, oTxi«, ed anche oìmpx, erano principalmente la porta dell'atrio, xukws Sópx, la porta degli orti, wncxìa 3vpx 9
che da Omero ùixfiBvpo; venne detta, come òpaoSùpw la porta che al luogo superiore metteva, e che molti porta obli-
qua, xhqien Bvpw, nominavano.Quindi seguiva il limitare, cùSàv , ed il suolo, eSss, con le altre parti intorno la porta.
Il cardine, in cui la porta si rivolgeva, sa^s dicevasi. Zra&jùw< poi erano gì' infissi di legno che nell'uno e nell'altro
lato delle porte mettevansi, e che anche napuozotòes si dicevano; da Omero però trovt&s, ossiano di legno vennero
detti. Ciò che stava sopra le porte si designava col nome vnipBvpo», ed ùmpSvpiov; e la parte sporgente di esso,
 
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