372 Imagini de i Dei
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e
*»
Dante
IjheB'a è colei che tanto è possa in croce?
Tur da color ,. che le deur'ian dar lode9
Dandole bìasmo è. torto y e mala Voce,*
O sì dice Dante delia Fortuna, da che ba>
S^&:J^^3 voiuto* cominciare, douendo già proporre
<? *ì ^§!Nyp3Ì? la Tua imasjine, conciofìa che à coite! dan-
l£'WS w _-Ìè'1 no *morta** co^Pa ^tutto quello*, che in-
£ ^^kw^^ci traniene mori del loro pensamento,recan'
*>^V
jR^st-^^ W' d'osiarnalerpefìbquelìo3chepiàtostogr5'
benedourebbon©giudicare«• fc parsene,
^^r^/s^/Jr'^L vogliono, che l'acquisto * la perdita de gli
^^^é^JS honoris dell*
le ricchezze venghi dalla^
Fortuna,& ilriuoJgiment© di tutte le cose:
$et*arc& mondane« Onde il Fetrarcanella Canzone P
F©8tH«a5peis.
«he biasim&"
ta,
yorronariiioè
Gìuaenate •>
Tacer non possb, e temo, &c»
l&Acheellacosr.gli dice di sé sìeisa s
Io son-d'altro poter,che tu non credi r
E so sar sieti, e trìsti In vn momento s
Tìh leggiera che vento t
X reggo %e. Voluo quanti al mondo vedi*.
Et quindi naseono gli infiniti biasmi, ch'ella di se ode poi tutto il
dì; pereioche pare, chequeslecose?lequalidiraandiamo beni di Fo?~
tuna5vad'ino perlopiùackin'èmendegnoygc che ne reHi rnisera-
mente priuato chipiu gli meriterebbe» lidie sésia bene, ò male, la~
seio confederare a chi può vedere quanti noiosi pensieri3 quanti tra-
uagli^e qpantì pericoli portino secoi beni di queilo mondo : impero-
che pochi sono-, che mettano-mentea quello, ma ricerchiamo quasi
tutti Tempre di hauerne ;.c perche non potiamo satiare il' disordinato'
nostrodeiiderio> ci lamentiamo poi della Fortuna*, sa quale secondo
iaoplnionedi moltinonè^ onde Gi'iuenafe cosi ne disse*
Ouc
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e
*»
Dante
IjheB'a è colei che tanto è possa in croce?
Tur da color ,. che le deur'ian dar lode9
Dandole bìasmo è. torto y e mala Voce,*
O sì dice Dante delia Fortuna, da che ba>
S^&:J^^3 voiuto* cominciare, douendo già proporre
<? *ì ^§!Nyp3Ì? la Tua imasjine, conciofìa che à coite! dan-
l£'WS w _-Ìè'1 no *morta** co^Pa ^tutto quello*, che in-
£ ^^kw^^ci traniene mori del loro pensamento,recan'
*>^V
jR^st-^^ W' d'osiarnalerpefìbquelìo3chepiàtostogr5'
benedourebbon©giudicare«• fc parsene,
^^r^/s^/Jr'^L vogliono, che l'acquisto * la perdita de gli
^^^é^JS honoris dell*
le ricchezze venghi dalla^
Fortuna,& ilriuoJgiment© di tutte le cose:
$et*arc& mondane« Onde il Fetrarcanella Canzone P
F©8tH«a5peis.
«he biasim&"
ta,
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Gìuaenate •>
Tacer non possb, e temo, &c»
l&Acheellacosr.gli dice di sé sìeisa s
Io son-d'altro poter,che tu non credi r
E so sar sieti, e trìsti In vn momento s
Tìh leggiera che vento t
X reggo %e. Voluo quanti al mondo vedi*.
Et quindi naseono gli infiniti biasmi, ch'ella di se ode poi tutto il
dì; pereioche pare, chequeslecose?lequalidiraandiamo beni di Fo?~
tuna5vad'ino perlopiùackin'èmendegnoygc che ne reHi rnisera-
mente priuato chipiu gli meriterebbe» lidie sésia bene, ò male, la~
seio confederare a chi può vedere quanti noiosi pensieri3 quanti tra-
uagli^e qpantì pericoli portino secoi beni di queilo mondo : impero-
che pochi sono-, che mettano-mentea quello, ma ricerchiamo quasi
tutti Tempre di hauerne ;.c perche non potiamo satiare il' disordinato'
nostrodeiiderio> ci lamentiamo poi della Fortuna*, sa quale secondo
iaoplnionedi moltinonè^ onde Gi'iuenafe cosi ne disse*
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