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Hülsen, Christian
Le chiese di Roma nel medio evo: cataloghi ed appunti — Firenze: Olschki, 1927

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https://doi.org/10.11588/diglit.49250#0383
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251

S. EUSEBII—S. EUSTACHII

4. S. EUSEBII. I Ht.
Cene. 12 : sol. II— Paris. 330— Taur. 153: titulus presbyteri cardinàlis, habet
fratres ordinis S. Petri de Morrone XXV — Sign. 215, rei. 7.
La più antica memoria di questo titolo è l’epitafio di un suo clerico
ritrovato nel cimitero dei SS. Pietro e Marcellino che porta la data del
474 (Wilpert R'ómische Quartalschrift XXII, 1908, p. 80). Al medesimo
tempo incirca appartiene il graffito di un Olympius lector de d^ominied}
Eusebi (De Rossi Bull, crist. 1882 p. 112). I suoi presbyteri appariscono
fra i sottoscrittori dei sinodi romani del 499 e del 595 (sopra p. 124. 125).
Il monaco Benedetto di S. Andrea del Monte Soratte nella sua cronaca
all’a. 921 [Mon. Germ. Script. Ili p. 715) la chiama aecclesia Sancii Eusebii
iuxta macellum parvum : denominazione del Macellum Lùuiae (per distin-
guerlo dal Macellum Magnum sul Celio) della quale non mi ricordo di aver
trovato altri esempi. In un documento del 1323 nell’archivio di Stato a
Roma (fondo S. Silvestro) viene chiamato S. Eusebii de montibus (Arch.
stor. italiano 1899, 336). Una iscrizione tuttora esistente (Forcella X
p. 405 n. 640) attesta che la chiesa fu consecrata di nuovo da papa Gre-
gorio IX nel giovedì santo del 1238 in honorem beatorum Eusebii et Vin-
centii. Dopo parecchi altri ristauri, la chiesa esiste sul posto antico.
Ugonio stazioni 258; Del Sodo Valliceli, f. 108, Vatic. p. 84; Panciroli 1 307
2 166; Lonigo Barb. f. 2ov., Valliceli, f. 30V. ; Martinelli 102; Bruti voi. 18
(to. XVII) f. 304-310 (ital,), voi. 12 (to. XI) f. 227-230 (lat.), voi. 7 (to. VI)
f. 209-217 (= 1. IX c. 5) ; Lubin 335 ; Nibby 214 ; Forcella X p. 401-410 ;
Adinolfi I, 290; Armellini 1 232 2 807 ; Marucchi 342; Duchesne Mélanges
de l’École franq. VII, 1887, 223 ; Angeli 132 sg. ; Kehr IP. I p. 38 ; Calvi
Bibliografìa 65 ; Kirsch Ròmische Titelkirchen p. 58 sg.

5. S. EUSTACHII. II Gl.
Cene. 48 : den. XVIII — Paris. 357 — Taur. 136 : diaconi cardinalis, habet Vili
clericos — Sign. 94, rei. 66.
Questa diaconia antichissima, in documenti del X e dell’ XI secolo
porta il cognome in platana (Reg. Farfense III p. 137 n. 426 del 998 ;
IV p. 13 n. 616 del ioii ; III p. 213 n. 504 e p. 216 n. 506 del 1017)
ovvero iuxta templum Agrippae (sottoscrizione di bolle di Eugenio II del
1144, presso Kehr Gòttinger Nachrichten 1900 p. 172, e di Alessandro III
del 1168, ivi p. 177 cf. 178. 179. 180). Ricordata nei l ibri Anniversariorum
e nei cataloghi dei sec. XV e XVI esiste tuttora sul posto antico.
 
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