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Museo italiano di antichità classica — 2.1886/​88

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Comparetti, Domenico: Saffo nelle antiche rappresentanze vascolari
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https://doi.org/10.11588/diglit.9012#0031
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SAFFO

NELLE ANTICHE RAPPRESENTANZE VASCOLARI

Già sono trascorsi venticinque anni dacché 0. Iahn
metteva a luce il suo geniale lavoro Sulle rappre-
sentanze di poeti greci nelle pitture vascolari e quan-
tunque in questo lasso di tempo per nuovi mo-
numenti scoperti e descritti e per nuovi studi la
nostra conoscenza di quel ramo dell'arte antica
abbia fatto notevoli progressi, non molto possiamo
aggiungere all'opera del dotto alemanno. Riman
sempre vero che le rappresentanze di poeti greci
sui vasi sono assai rare nella grande massa di vasi
superstiti, come rare assai sono in generale le
rappresentanze di fatti o personaggi storici.

Questa ripugnanza pel soggetto storico ben nota
ad ogni conoscitore dell'antica arte greca, se già
si avverte nella più alta e monumentale produ-
zione artistica, molto più si nota in questo ramo
minore e più modesto delle pitture vascolari, nelle
quali ogni idea di monumentalità è lontana, esclusa
naturalmente dalla stessa fragilità della materia,
ed anche dallo scopo sempre puramente decora-
tivo dei vasi stessi, siano qualsivoglia le loro di-
mensioni. Si può dire che le rappresentanze dei
vasi, fatte per abbellire un oggetto esso stesso
ornamentale, hanno talmente la poesia nella loro
ragione di essere che non escono mai da quel
campo; il quale però è vastissimo e trattano in
tutte le varietà sue, dagli alti fatti dell'epopea e
della tragedia, del mito religioso e del culto a
quelli delle arti musicali viventi, degli agoni, degli

esercizi del ginnasio e della palestra, soggetti in
cui spira l'alito della poesia melica, arrivando ai
soggetti della vita comune, alle scene di genere,
all'umorismo, al grottesco, alla caricatura, anche
alla grossa oscenità, in consonanza colle tante va-
rietà della comedia così degli attici come dei sicelioti
e degli italioti. Nei rari casi») in cui il soggetto
e i nomi scritti ricordano persone e fatti storici,
se, come nel vaso di Arcesila, non domina l'umo-
rismo, quel soggetto è veduto nella luce o anche
in concomitanza di un mito affine oppure nella spe-
ciosità di un paese e di un costume orientale. Nep-
pure i fatti e le alte nominanze degli atleti illustri,
che pur ebbero statue, trovan ricordo in queste
pitture vascolari, malgrado la prossimità di tal sog-
getto a quello di tante fra queste pitture che alla
loro maniera son pure chiare interpreti dell' entu-
siasmo dei greci per quegli esercizi e per l'onore di
quelle vittorie. Lontanissima è poi, come ben s'in-
tende, dalla mente di questi artisti l'idea del ri-
tratto, non soltanto per individualità illustri, ma
anche per occasion privata, anche quando segnano
presso a qualche figura delle loro composizioni il
nome dell' sQcófisvog o quello di una donna della
società galante contemporanea. Questa stessa im-
personalità (chiamiamola così) domina anche nello
stesso ambiente della poesia ch'è pure il loro pro-
prio e si applica ai poeti. Mentre da questi tanto
s'ispirano i pittori dei vasi, è singolare il vedere

») Poco c'è da aggiungere ai cinque rammentati da
Iahn (Codro, Arcesila, Creso, Dario e la Grecia, Caccia
di Dario, ripetuta questa in due esemplari). Per conget-
tura fu riferita alla guerra persiana taluna rappresen-
tanza ; ved. Ardi. Zeitg. 1862, 284 sgg. In qualche vaso
fu riconosciuto il fatto di Harmodio e Aristogitone, non

però rappresentato direttamente dall'artista per ragione
storica, ma secondo un concetto artistico suggeritogli
da note opere di plastica; ved. Ardi. Zeitg. 1883, p. 215
e sgg. Così anche lo stesso fatto fu riconosciuto dal Benn-
dorf sullo scudo di Athena in un'anfora Panathenaica
Ardi. Zeitg. 1869 p. 106 sgg.
 
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