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Museo italiano di antichità classica — 2.1886/​88

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Milani, Luigi Adriano: A proposito di un vaso imitante un bucchero etrusco: lettera del Prof. Milani al Dott. Orsi
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https://doi.org/10.11588/diglit.9012#0073
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A PROPOSITO DI UN VASO IMITANTE UN BUCCHERO ETRUSCO

LETTERA DEL PROF. MILANI AL DOTT. ORSI

Il giudizio che mi domanda sull'anforetta di
S. Anatolia di Narco, non potrei disgiungerlo dal
mio proprio giudizio sullo scudo della medesima
provenienza e concomitante, ch'Ella ha giusta-
mente chiamato paleoetrusco, per poi definirlo al-
l'ultimo un prodotto piuttosto umbro che etrusco.

Dopo aver con tanta diligenza e dottrina messo
in riscontro, come Ella ha fatto, lo scudo di S.Ana-
tolia con tutti gli altri scudi congeneri (non meno
di venti) usciti da tombe etrusche arcaiche l) e coi
rispettivi prototipi greco-orientali ed asiatici, le
confesso ch'io mi aspettava e sperava di vederla
entrare nella mia stessa convinzione sull'origine
etrusca anziché umbra dello scudo in parola.

Ma lasciando questa lunga e importante qui-
stione a miglior tempo e ad altra occasione, in-
tanto, per corrispondere al suo desiderio, analiz-
zerò l'anforetta, la quale, per l'opinione ch'io ne
tengo, debbo spiegare piuttosto come un prodotto
umbro che etrusco : talché verrei ad invertire,
come vede, per parte mia e contro voglia, le con-
clusioni del suo articolo tanto istruttivo.

La qualità dell'argilla giallastra, la leggerezza
e porosità del suo impasto, e la vernice nera pel-
lucida da cui è coperto quel vasetto per tutta la
superficie esteriore escludono a priori l'idea di
una vera e propria stoviglia di bucchero, facendo
invece pensare immediatamente ad una semplice
imitazione del genere. Il fatto a me non giunge
nuovo, avendo già da tempo notato fra le stesse
fabbriche etrusche, delle imitazioni reciproche dei
rispettivi prodotti in bucchero. Nei vasi di buc-
chero la terra è nera o cenerognola, l'impasto
sempre molto fine e compatto e l'annerimento e

') Ora se ne aggiunge anzi un altro simile al N. 10, tro-
vato di questi giorni in una tomba etrusca a tumulo {rv^pog}
della necropoli vetuloniese. Sarà pubblicato nelle Notizie
degli Scavi insieme con la corazza, l'elmo e tutta l'im-
portantissima suppellettile di detta tomba (vedere il mio
cenno nella Nazione di Firenze del 5 giugno 1886. N. 156).

il lustro superficiale sono ottenuti non con ver-
nice, ma con l'azione del fuoco mediante un pe-
culiar processo di cottura.

La lavorazione al tornio, a cui accennano il
cordone che gira intorno al basso ventre del vaso
non che le striature circolari interne, è incertis-
sima, al punto da potersi dubitare, se il vaso
sia veramente eseguito sulla ruota o semplice-
mente a mano. Io crederei a mano.

La forma del recipiente è, a rigore di termine,
meglio quella dell'olla ansata che quella dell'an-
fora. Le anse piatte, verticalmente impostate
sul ventre, senza legame con il collo e con la
bocca del recipiente, modificano sostanzialmente
il tipo dell'anfora greca in quello dell'olla cine-
raria etrusca, da cui il vaso di S. Anatolia sarebbe
stato direttamente e fedelmente copiato.

Gli esempi di tali olle sono ovvi nell'Etruria
orientale e specialmente frequenti nelle tombe
chiusine a ziro. Per Chiusi si vedano i miei Mon.
Iconici nel Museo I tav. VIIIIa n. 1, 2 e 14 cfr.
p. 304, 310 sgg. e quasi tutti i canopi da me
classati nel III gruppo, i quali si può anzi dire
che finiscono per cristallizzarsi in questa tipica
forma rituale. Nell'ipogeo di Camucìa presso Cor-
tona si rinvennero due olle simili a quelle citate
nei Mon. Icon. tav. VIIIIa n. 2 con coperchio a cam-
pana cilindrica, le quali non furono riprodotte nelle
tavole del Missirini, ma abbiamo nel Museo di
Firenze, siccome appartenenti a quell'ipogeo. Del
resto a questo medesimo tipo in ultima analisi
corrispondono altresì i due cinerari di Camucìa,
uno di bronzo e uno di bucchero, di cui parlai nei
Mon. Icon. p. 299 nota 10. Altre olle di questa
forma le vidi e notai fra le suppellettili di alcune
tombe a cassa della necropoli vulsiniese.

Rivolgendomi alla decorazione del vaso di S. Ana-
tolia, noto anche qui lo stesso studio d'imitazione
dei buccheri etruschi. Il ventre, leggermente scal-
fito con lo stecco a linee verticali parallele con
 
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