Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Museo italiano di antichità classica — 2.1886/​88

DOI Artikel:
Tomassetti, Giuseppe: Silloge epigrafica laziale
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9012#0255
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
483

SILLOGE EPIGRAFICA LAZIALE

484

del prenome suo e del padre, m'induce a questa
congettura l'età della iscrizione, che si adatta
bene al sesto secolo di Roma, e la mancanza'del
cognome, che da questo Livio vincitore di Asdru-
bale, fu preso o, per meglio dire a lui fu dato, più
tardi, cioè nel 548. ') Se la base, col donario o colla
statua, fu da Livio dedicata quand'era pretore,
non poteva certamente figurarvi con un cognome
posteriore di tempo alle altre sue dignità, Nella
sua luminosa vita militare e politica non gli man-
carono certamente occasioni di far voti e ringrazia-
menti a divinità così venerata nel Lazio, com' era
la Diana Aricina. Rispetto all' altra ipotesi che
il titolare di questa lapide sia un semplice pretore
eli Alicia, come il eh. prof. Helbig, osservando meco
il monumento, fu primo a proporre, è da osservare
che non solo non manca di fondamento, ma è
molto verosimile, sia perchè sappiamo che il san-
tuario Nemorense spettava agli Aricini,2) sia per-
chè il pretore, ch'era il primo magistrato antico
dei Comuni latini, sebbene non fosse un sacerdote,
anzi diverso dal praetor sacris faciundis, tuttavia
frequentemente si occupava di monumenti sacri
e di opere religiose edilizie.3)

B
p

©
ce

c
oc

È una lamina di bronzo, che doveva essere in-
fissa sulla base del signum indicato nella epigrafe
stessa, come rilevasi da due fori, 1' uno accanto

») Liv. XXIX, 37.

2) Che il tempio Nemorense fosse degli Aricini si rac-
coglie da notizie e memorie riunite già dal Lucidi, (Mem.
stor. dell'Aricela, pag. 82 sq.) e recentemente è stato con-
formato dalla iscrizione scoperta negli scavi dell'Amba-
sciatore d'Inghilterra, la quale ha : senatus populusque
Arlcinus. {Notizie degli scavi, 1885, pag. 160). Un'altra
epigrafe quivi rinvenuta nel 1871, di un C. Cossutius
C. f. Myrmex aedilis, fu dall' Henzen assegnata ad un
edile Aricino (Bull, dell' Istit., 1871, pag. 61).

3) Se il pretore fosse o no un magistrato civile nei mu-
nicipii disputarono già il G-ervasio e 1' Henzen (Bull, del-
l' Istit., 1851, pag. 186 sq.). Non so che ne pensasse il
Lorentz,. perchè la sua monografia De praetoribus muni-
cipalibus in Roma non si trova. L' Henzen difese l'indole
civile dei pretori municipali; ma non escluse la loro in-
gerenza in edifizì e cose sacre, che da alcuni esempì

Comunque voglia spiegarsi la qualità del tito-
lare della nuova epigrafe Nemorense, essa rimane
sempre importante per la sua età, che si può fis-
sare nel secolo sesto o settimo di Roma, in causa
degli evidenti arcaismi che contiene. Oltre infatti
la forma del nome Diana, che ho già notato, si
osservi il nome in o di M. Livio, notissimo arcai-
smo ;4) si osservi la voce praitor, che anche un
profano all' epigrafia ravvisa per arcaica, ma è
anche più rilevante perchè scritta per esteso. »)
Ne deve sospettarsi che la forma declit invece del-
l' altra dedet, che pur si trova in epigrafi arcaiche,
sia indizio di età posteriore; poiché il dedit si
trova in antichissime iscrizioni, quali sono la cista
Ficoroniana, la lapide votiva a Marte estramu-
raneo, l'altra trovata nelle sostruzioni del tabu-
lariwn 6) ed un' altra Nemorense che fa parte di
questa monografia, 7) Finalmente la paleografia
di questa epigrafe, coli' a fornita di linea trasver-
sale obliqua, colla l ad angolo acuto, colla p retti-
linea, conferma l'antichità di siffatto monumento,
che potrà fare degna comparsa, con questi altri
che seguono, in una più piena raccolta di iscri-
zioni arcaiche latine.

alla parola uxor, V altro sotto la parola dianai.
È stata rinvenuta nelle escavazioni stesse, nel
mese di marzo 1887.

si rileva, come nel tempio di Cori. (Bull, cit-, pag. 195).

4) C. I. L. I, 74, 81, 86 ecc. Garriteci, Syll. 800, 807 ecc.

5) C. I. L. I, 630, 1148. Gli epigrafisti sanno che l'ab-
breviatura pr è di età meno antica.

«) C. I. L. I, 531, 560. Garrucci, 522, 870, 916.

7) Un' ultima osservazione sul nome Diana. Se alcuno
meno versato in questi studi, avendo presente qualche
epigrafe votiva di Diana, colla forma Deana, la credesse
più antica della nostra, dovrebbe allontanarne ogni so-
spetto. Imperocché la voce Deana non solo non è arcaica,
ma è corrotta, e dell' età imperiale. La radicale latina dius,
dia, donde si formò il nome diana significante luce, non
poteva trasformarsi in quel modo che in forza di un er-
rore popolare, ciò che apparisco del resto dall'età dei mo-
numenti (cf. Corssen, ùber Aussprache ecc. der lat. Sprache
ed. 2", I pag. 365. Tomassetti, Bull, dell'Istit. 1871, pag. 144.
Jordan in Preller, ròm. Mythol. I pag. 313 nota).

IL

POVBMMA TVRniMA-CN VXOK •
HOCE-SEIGxVVM-PROC^FIUOD
DIANAI- DCWVM-DEDIT

m. 0,17
 
Annotationen