no
O. MAKUCCHI
modello l'apostolo s. Paolo nei suoi viaggi. Ora il medesimo concetto
della guida di s. Paolo noi troviamo rappresentato nella nostra
scultura ; ed il fatto oggi constatato che tale pensiero fu certa-
mente espresso nel simbolismo cristiano dei primi secoli ci auto-
rizza maggiormente all' interpretazione da me data per quel verso
dell'epigramma di Ieropoli E tutto ciò conferma sempre meglio
il carattere cristiano di queir insigne epigrafe vanamente impu-
gnato dai seguaci del Ficker, dell'Harnak e del Dieterich 2.
Finalmente un altro concetto simbolico a me pare che possa
ricavarsi dalla nostra scultura.
È certo che fin dal secolo terzo si ricordava la protomartire
Tecla nelle preghiere per la liberazione dell'anima, s. Cipriano in-
fatti pregava dicendo 'Assiste no bis sicut apostolis in vinculis The-
clae in ignibus Paulo in persecutionibus Petro in fluctibus » 3 ; ed
in altro luogo il medesimo soggiunge « Libera me de medio sae-
1 Quando io parlai di questa scultura all'Accademia di archeologia
cristiana nella seduta del marzo di quest'anno il dotto amico e collega
mons. Giuseppe Wilpert mi accennò che la spiegazione da me data trovava
nn riscontro nel nome di Paolo sulla famosa epigrafe della Frigia.
8 Dopo la pubblicazione del mio articolo in questo Bullettino in cui
mi opponevo al Ficker ed all'Harnak, anche il Dieterich è sceso in campo
per impugnare la interpretazione cristiana del prezioso monumento, v. Die
Grahschrift des Aberkios erklàrt von Aìbrecht Dieterich (Leipzig 1896).
Il concetto del Dieterich si è che Abercio fosse un seguace del culto solare
introdotto in Koma dall'imperatore Elagabalo e che il viaggio di lui alla
capitale dell' impero avesse per scopo di assistere alle feste solenni cele-
brate da quel pazzo principe in onore della sua divinità. E per poter soste-
nere questa tesi egli si sforza dimostrare che la iscrizione di Abercio è
posteriore a quella di Alessandro, che ha la data dell'anno 216 dell'era
nostra. Ma la sua tesi non può sostenersi; perchè la iscrizione di Alessandro,
che riproduce malamente alcuni versi dell'epigrafe di Abercio, deve dirsi
senza dubbio ad essa posteriore ; e quindi è impossibile che nella stela di
Abercio si parli delle feste di Elagabalo, le quali avvennero parecchi anni
più tardi. È pure insostenibile la lettura che egli fa di nhztis (la dea dei
digiunatori) in luogo di niXTlz: perchè l'autore degli atti trascrisse la
parolamzTiz quando il monumento era assai meglio conservato; ed anche
oggi le tracce superstiti non autorizzano affatto la lettura del Dieterich,
come io ho constatato più volte sul monumento insieme a dotti cultori
dell'antica epigrafia.
3 In oratione prò martyribus.
O. MAKUCCHI
modello l'apostolo s. Paolo nei suoi viaggi. Ora il medesimo concetto
della guida di s. Paolo noi troviamo rappresentato nella nostra
scultura ; ed il fatto oggi constatato che tale pensiero fu certa-
mente espresso nel simbolismo cristiano dei primi secoli ci auto-
rizza maggiormente all' interpretazione da me data per quel verso
dell'epigramma di Ieropoli E tutto ciò conferma sempre meglio
il carattere cristiano di queir insigne epigrafe vanamente impu-
gnato dai seguaci del Ficker, dell'Harnak e del Dieterich 2.
Finalmente un altro concetto simbolico a me pare che possa
ricavarsi dalla nostra scultura.
È certo che fin dal secolo terzo si ricordava la protomartire
Tecla nelle preghiere per la liberazione dell'anima, s. Cipriano in-
fatti pregava dicendo 'Assiste no bis sicut apostolis in vinculis The-
clae in ignibus Paulo in persecutionibus Petro in fluctibus » 3 ; ed
in altro luogo il medesimo soggiunge « Libera me de medio sae-
1 Quando io parlai di questa scultura all'Accademia di archeologia
cristiana nella seduta del marzo di quest'anno il dotto amico e collega
mons. Giuseppe Wilpert mi accennò che la spiegazione da me data trovava
nn riscontro nel nome di Paolo sulla famosa epigrafe della Frigia.
8 Dopo la pubblicazione del mio articolo in questo Bullettino in cui
mi opponevo al Ficker ed all'Harnak, anche il Dieterich è sceso in campo
per impugnare la interpretazione cristiana del prezioso monumento, v. Die
Grahschrift des Aberkios erklàrt von Aìbrecht Dieterich (Leipzig 1896).
Il concetto del Dieterich si è che Abercio fosse un seguace del culto solare
introdotto in Koma dall'imperatore Elagabalo e che il viaggio di lui alla
capitale dell' impero avesse per scopo di assistere alle feste solenni cele-
brate da quel pazzo principe in onore della sua divinità. E per poter soste-
nere questa tesi egli si sforza dimostrare che la iscrizione di Abercio è
posteriore a quella di Alessandro, che ha la data dell'anno 216 dell'era
nostra. Ma la sua tesi non può sostenersi; perchè la iscrizione di Alessandro,
che riproduce malamente alcuni versi dell'epigrafe di Abercio, deve dirsi
senza dubbio ad essa posteriore ; e quindi è impossibile che nella stela di
Abercio si parli delle feste di Elagabalo, le quali avvennero parecchi anni
più tardi. È pure insostenibile la lettura che egli fa di nhztis (la dea dei
digiunatori) in luogo di niXTlz: perchè l'autore degli atti trascrisse la
parolamzTiz quando il monumento era assai meglio conservato; ed anche
oggi le tracce superstiti non autorizzano affatto la lettura del Dieterich,
come io ho constatato più volte sul monumento insieme a dotti cultori
dell'antica epigrafia.
3 In oratione prò martyribus.