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P. CROSTAKOSA
mente riguardano il culto e la memoria di Giuturna e che erano
isolati e non soffrivano il carico, sembra non abbiano dovuto
rinnovarsi.
Difatti, la fonte sotto la rivestitura di marmo è di opera
incerta, e l'edicola trapezoidale, cioè arcaica della Dea, è di
laterizio, di struttura che si direbbe scadente o della decadenza.
Ma chi, dopo il secolo quarto, avrebbe pensato mai a rico-
struire quella nicchia ?
Nel 394, dopo la vittoria di Teodosio il Grande, fu legal-
mente abrogata l'idolatria con un Senatuconsulto e venne
sancita la chiusura dei tempi. Allora anche le Vestali abban-
donarono la loro casa, ed a quest'epoca conviene riportare la
cessazione del culto così per Giuturna come per i Dioscuri, i
cui simulacri, ridotti in frammenti, furono ritrovati nella fonte.
In quell'epoca avvenne in Koma una vera reazione popo-
lare, allorché, in mezzo ad una grande maggioranza di cristiani,
un pugno di senatori e di interessati, addetti al culto del paga-
nesimo, avevano cospirato ed ucciso Valentiniano, insediato Eu-
genio, ristabilito legalmente il culto della idolatria e perfino
lustrato la città con riti nefandi. Questi eccessi provocarono l'ira
della plebe cristiana che, a malgrado degli editti imperiali, de-
molì quanto riguardava il culto di Vesta e di Giuturna.
A quest'epoca, a mio credere, sono da riferirsi la distruzione
e il riempimento dei monumenti i quali richiamano memorie
che fino a ieri si vollero confinare nel mondo del mito e della
leggenda.
Concludo che alcuni dei muri appartenenti agli edifici per
il culto di Giuturna e gli adiacenti già descritti e in gran parte
rivestiti ed ornati di marmo, non sono al certo della decadenza,
che li trovò sepolti. Essi sono repubblicani, antichissimi, e con
la loro struttura richiamano alcuni muri di Santa Cecilia.
P. Ckostarosa.
P. CROSTAKOSA
mente riguardano il culto e la memoria di Giuturna e che erano
isolati e non soffrivano il carico, sembra non abbiano dovuto
rinnovarsi.
Difatti, la fonte sotto la rivestitura di marmo è di opera
incerta, e l'edicola trapezoidale, cioè arcaica della Dea, è di
laterizio, di struttura che si direbbe scadente o della decadenza.
Ma chi, dopo il secolo quarto, avrebbe pensato mai a rico-
struire quella nicchia ?
Nel 394, dopo la vittoria di Teodosio il Grande, fu legal-
mente abrogata l'idolatria con un Senatuconsulto e venne
sancita la chiusura dei tempi. Allora anche le Vestali abban-
donarono la loro casa, ed a quest'epoca conviene riportare la
cessazione del culto così per Giuturna come per i Dioscuri, i
cui simulacri, ridotti in frammenti, furono ritrovati nella fonte.
In quell'epoca avvenne in Koma una vera reazione popo-
lare, allorché, in mezzo ad una grande maggioranza di cristiani,
un pugno di senatori e di interessati, addetti al culto del paga-
nesimo, avevano cospirato ed ucciso Valentiniano, insediato Eu-
genio, ristabilito legalmente il culto della idolatria e perfino
lustrato la città con riti nefandi. Questi eccessi provocarono l'ira
della plebe cristiana che, a malgrado degli editti imperiali, de-
molì quanto riguardava il culto di Vesta e di Giuturna.
A quest'epoca, a mio credere, sono da riferirsi la distruzione
e il riempimento dei monumenti i quali richiamano memorie
che fino a ieri si vollero confinare nel mondo del mito e della
leggenda.
Concludo che alcuni dei muri appartenenti agli edifici per
il culto di Giuturna e gli adiacenti già descritti e in gran parte
rivestiti ed ornati di marmo, non sono al certo della decadenza,
che li trovò sepolti. Essi sono repubblicani, antichissimi, e con
la loro struttura richiamano alcuni muri di Santa Cecilia.
P. Ckostarosa.