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E. WUESCIiER-BECCIII
mostra il quadro, fatto eseguire da A. Bocca per S. Saba.
Come afferma Giovanni Diacono, il ritratto fu eseguito mentre
ei vivea ancora, e secondo lui, ce lo dice la tabula, che circonda
il capo « ex quo manifestissime declaratur quia Gregorius dura
adviveret, suam similitudinem dipingi salubriter voluit ».
Non sempre però la tabula o nimbo quadrato è segno che
la persona che lo porta è vivente, spesse volte è semplicemente
un segno delle alte cariche e qualità di un personaggio alto-
locato, come dimostrano difatti i citati esempi di Carlo Magno
e Costantino, come della madre di Papa Pasquale I, Teodora,
nella cappella di s. Zenone, in S. Prassede l.
Come titolo di curiosità rammentiamo l'opinione di Eocca, il
quale dà un senso mistico alle « tabulae », le quali, secondo
Eocca, rappresenterebbero nei quattro angoli le quattro virtù
teologali, oltre ciò significherebbero le molte avversità, i molti
triboli sofferti da chi li porta 2. È inutile dire, che lo scopo, se
non era quello che dice Giovanni Diacono (signum viventis),
era non altro che far spiccare un personaggio eminente.
Giov. Diacono si trattiene più a lungo, descrivendo le sem-
bianze di s. Gregorio Magno. La descrizione è minutissima.
« Statura j asta et bene formata, facie de paternae faciei lon-
gitudine et maternae rotunditate ita medie temperata, ut cum
rotunditate quadam decentissime videatur esse deductam, barba
paterno more subfulva et modica, ita calvaster ut in medio frontis
gemellos cincinnos rarusculos habeat et dextrorsum reflexos, co-
rona rotunda et spatiosa, capillo subnigro et decenter intorto
'Questa tabula porta il papa s. Pasquale I in Santa Ce'cilia, Santa Maria
in Domn., e sul musaico di santa Prassede, Gregorio IV sul musaico di
S. Marco, Leone III, Carlo Magno e Costantino sul musaico del Triclinio
Lateranense. La tabula è rappresentata nelle miniature del pontificale
di Landulfo (Biblioteca Casanatense) e in due di Monte Cassino. (Grisar,
Storia di Roma; Beissel, Biìder ans d. Geschicìite der altchristl. Kunst,
pag. 214).
'Rocca, loc. cit., «angulos multos, ostacula et impedimenta».
E. WUESCIiER-BECCIII
mostra il quadro, fatto eseguire da A. Bocca per S. Saba.
Come afferma Giovanni Diacono, il ritratto fu eseguito mentre
ei vivea ancora, e secondo lui, ce lo dice la tabula, che circonda
il capo « ex quo manifestissime declaratur quia Gregorius dura
adviveret, suam similitudinem dipingi salubriter voluit ».
Non sempre però la tabula o nimbo quadrato è segno che
la persona che lo porta è vivente, spesse volte è semplicemente
un segno delle alte cariche e qualità di un personaggio alto-
locato, come dimostrano difatti i citati esempi di Carlo Magno
e Costantino, come della madre di Papa Pasquale I, Teodora,
nella cappella di s. Zenone, in S. Prassede l.
Come titolo di curiosità rammentiamo l'opinione di Eocca, il
quale dà un senso mistico alle « tabulae », le quali, secondo
Eocca, rappresenterebbero nei quattro angoli le quattro virtù
teologali, oltre ciò significherebbero le molte avversità, i molti
triboli sofferti da chi li porta 2. È inutile dire, che lo scopo, se
non era quello che dice Giovanni Diacono (signum viventis),
era non altro che far spiccare un personaggio eminente.
Giov. Diacono si trattiene più a lungo, descrivendo le sem-
bianze di s. Gregorio Magno. La descrizione è minutissima.
« Statura j asta et bene formata, facie de paternae faciei lon-
gitudine et maternae rotunditate ita medie temperata, ut cum
rotunditate quadam decentissime videatur esse deductam, barba
paterno more subfulva et modica, ita calvaster ut in medio frontis
gemellos cincinnos rarusculos habeat et dextrorsum reflexos, co-
rona rotunda et spatiosa, capillo subnigro et decenter intorto
'Questa tabula porta il papa s. Pasquale I in Santa Ce'cilia, Santa Maria
in Domn., e sul musaico di santa Prassede, Gregorio IV sul musaico di
S. Marco, Leone III, Carlo Magno e Costantino sul musaico del Triclinio
Lateranense. La tabula è rappresentata nelle miniature del pontificale
di Landulfo (Biblioteca Casanatense) e in due di Monte Cassino. (Grisar,
Storia di Roma; Beissel, Biìder ans d. Geschicìite der altchristl. Kunst,
pag. 214).
'Rocca, loc. cit., «angulos multos, ostacula et impedimenta».