O. MARUCCH1
342
Traduzione del n. 26:
« Qui la destra del sommo Pastore segna le innocenti pe-
core purificate nel sacro fonte ».
« Vieni in questo luogo tu che fosti rigenerato nelle acque,
qui dove il Santo Spirito ti chiama insieme agli altri per rice-
vere i suoi doni ».
« Tu avendo ricevuto sulla fronte il sacro segno della croce
impara ad evitare i pericoli del mondo, ed imparalo ammonito
in modo speciale dalia memoria di questo luogo ».
Qualunque sia la spiegazione teologica che voglia darsi al
senso preciso di queste due iscrizioni, la quale per la nostra
questione non ha grande importanza, due cose sono assoluta-
mente certe.
1° Nella epigrafe 25 si fa menzione dell’apostolo s. Pietro,
collegando il suo nome ad un monumento che stava dove era
l’iscrizione, specialmente se si accetta la restituzione del de Rossi
con le parole liic in tempi is, che alludono evidentemente ad un
edifìcio locale.
2° Nella epigrafe 26 si accenna pure ad una memoria locale
insigne, (monitus ac ratione loci), memoria che per la concate-
nazione indiscutibile delle due epigrafi, deve riferirsi allo stesso
apostolo s. Pietro.
Il eh. Bonavenia sostiene che tali iscrizioni si sarebbero
potute collocare sopra qualunque battistero dove sempre si sa-
rebbe battezzato in nome della Chiesa, e quindi per l’autorità
di s. Pietro ; e perciò conclude che se anche le due epigrafi
fossero state presso il cimitero di Priscilla, nulla se ne potrebbe
dedurre in favore della mia tesi. A tale obiezione io rispondo
che per il significato dell’ ultimo verso dell’epigrafe n. 25
queste iscrizioni doveano stare nel battistero di un luogo dove
vi fosse una speciale memoria di s. Pietro, ed una memoria cosi
importante, da spiegare in quel luogo un battistero adoperato
almeno talvolta dai papi (pastoris summi dextera signat oves).
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Traduzione del n. 26:
« Qui la destra del sommo Pastore segna le innocenti pe-
core purificate nel sacro fonte ».
« Vieni in questo luogo tu che fosti rigenerato nelle acque,
qui dove il Santo Spirito ti chiama insieme agli altri per rice-
vere i suoi doni ».
« Tu avendo ricevuto sulla fronte il sacro segno della croce
impara ad evitare i pericoli del mondo, ed imparalo ammonito
in modo speciale dalia memoria di questo luogo ».
Qualunque sia la spiegazione teologica che voglia darsi al
senso preciso di queste due iscrizioni, la quale per la nostra
questione non ha grande importanza, due cose sono assoluta-
mente certe.
1° Nella epigrafe 25 si fa menzione dell’apostolo s. Pietro,
collegando il suo nome ad un monumento che stava dove era
l’iscrizione, specialmente se si accetta la restituzione del de Rossi
con le parole liic in tempi is, che alludono evidentemente ad un
edifìcio locale.
2° Nella epigrafe 26 si accenna pure ad una memoria locale
insigne, (monitus ac ratione loci), memoria che per la concate-
nazione indiscutibile delle due epigrafi, deve riferirsi allo stesso
apostolo s. Pietro.
Il eh. Bonavenia sostiene che tali iscrizioni si sarebbero
potute collocare sopra qualunque battistero dove sempre si sa-
rebbe battezzato in nome della Chiesa, e quindi per l’autorità
di s. Pietro ; e perciò conclude che se anche le due epigrafi
fossero state presso il cimitero di Priscilla, nulla se ne potrebbe
dedurre in favore della mia tesi. A tale obiezione io rispondo
che per il significato dell’ ultimo verso dell’epigrafe n. 25
queste iscrizioni doveano stare nel battistero di un luogo dove
vi fosse una speciale memoria di s. Pietro, ed una memoria cosi
importante, da spiegare in quel luogo un battistero adoperato
almeno talvolta dai papi (pastoris summi dextera signat oves).