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Pellegrino, Camillo; Mazzocchi, Alessio Simmaco
Apparato Alle Antichità Di Capua O Vero Discorsi Della Campania Felice (Tomo Primo) — Napoli: Nella Stamperia Di Giovanni Gravier, 1771

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https://doi.org/10.11588/diglit.55588#0273
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D I S C O R S O II. 223
trìa, per haver ucciso il figliuolo di Tua soreila , si ricoverò in
Creta appresso il Re Mirice ; dal quale pollo poi in carcere per
alcuna lua frode, donde di nuovo fuggì con un suo figliuolo,
salvossi appresso il Re Cocalo in Sicilia, neque vero ( sono paro-
le del suo interprete ) quicquam sait Predali sama, vel in Sicilia, Ma Li Cu-
vel in Italia illis temporibus clarini : nè altra <
del fatto suo. Propertio adunque, per far he
che lasciai , chiamò in quei suoi versi Regno
di Tesproto, la riviera,onde era formato il lene
diporto lasua Cintia(al Capaccio non sò in qual modo nel sib.2. della
Hilloria Napoletana potè cader nel pensiero, che Propertio quivi
parlò di un tempio di Diana in Baja ) nel qual seno era il Porto Mi- J! Capaccio
seno, a cui sovrasiava il Promontorio dello flesso nome. Ma né dell’ ri utato*
uno, nè dell’ altro penso io , che intender volle quel Poeta , . -
chiamando quel mare, prosferito alle nobili Misene: :ma ben della metropoli es-
nobilissìma &. antichissima Cuma, detta parimente col mesiesimo fa Cuma\per-
vocàbolo nel numero del più, & nel genere feminile da S. Ge- ci° anche de&
ronimo, come si è dimostrato a dietro. Cosi anche il nome di tA ^^ena »
Dicearchia , eh’ era del numero del meno, fu usato in quello del
più da Diodoro Siciliano nel lib.q. dicendo, che il lago Avernp Dio<Jor
era inter Misenum > & Dicaarchaos ; perciocché ancora il nome ciE° illustxato*
di Pozzuoli si pronuntiava nel plurale . Oltreché é quella assai
più degna sentenza del suo accorto giuditio, & del fuo non vol-
gar sapere, che non è quell’ altra, di haver egli inteso del più
noto Porto, & Promontorio Miseno ; essendo convenevol eosa,
che al nome di Regno Tespoto, di antichissima , nè comun no-
titia, havesse accoppiato quello di Misene, ubandolo nel fìgnifi- S. Geronimo*
cato di pari antichità, & di osservatione non men peregrina . & illufaato ’
AI che può aggiungerli, che ancor Dione , deserivendo il sito
dello slelso seno, principalmente il dimollrò dalla sua vicinanza
a Cuma nelle parole del lib. 48. recate non è ancor molto. Co-
me parimente fece Appiano Alessandrino nel lib. y. delle Guer- Appiano A-
re Civili, ragionando di Calvisio,& di Menodoro, capitani di Au- tess, inalbato,
gullo , i quali nel precedente giorno alla battaglia , che poco fe-
licemente commifero con Menecrate, liberto di Sello Pompeo,
receperunt Je in sirnrn, qui supra Carnai efl , ibìque no&em^eam quie-
veruni. Et appresso: Capir vero,nimtiato detrimento,quod ad Cumas
acceperat, enavigabat Fretum, occursurus Calvisio . Et Dionigi Ha-
licarnaieo , che si porterà hor bora , attribuì Umilmente a
Cuma

3sa soggiunle più ™an,a,,Fl'“’ra.
a ritorno a quel-^ssa
b, ~ denominata
Tespoto , non già, Regno Te-
Baiano, dove era a spoco.
 
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