DI ERS. CORT. DE' MONTT. ' ì6t
come tiranneg.giatofì il priino onore. Che se ben,come saggiamente dicc il Ji
uino Ariostoyhannonlolte valorosedonne pcr ogni età,Srprincipalmente ia
questanostramostrato al mondo;che elle,purche vogìiano,son’ancor’in que-
sta parte,per segnalato dono deliaNatura,molto superiori :ì gli huomini, tut
tauia, perlecagioni già dctte,& per qualcun’altra vxngono g!i huonviniad
auerpiù spatiose occastoni difarii comelor propria questa dignità degli stu
dij nelsuniuersale.Ma come ho cominciatoà dire,in questa bellistima profes-
sìon delle lrnprese,nella qual cclsano ò tutte,ò la maggior parte dclle già toc-
cateragionij&ouestpuò in picciol fascio mostrar grandissimi Iumidi uiua-
cità,& diuinità d’ingegna,{ì vede,che tuttauiale Donne vengono frcendo co
sì gloriosa concorrenzaà gli huomini,che per quah commune consentimen-
to di ioro stessi,ellese netrouinosigran lunga superiori, si comepermoltc,
chenesonoinquestovolume,dibellissime, & nobilissime donne, h può co-
noscere, &giudicare. Fra le quali questa qui di sopra posta in dstegr.o si fa co
noscere pei tanto bella, che ben li polsa giudicar rrutto dell’ingegno diquel-
la gran Signora, di chi ella h portail nome.Etpervenirne ail’cspohdobe, di-
CQ,cheprimieramentela figura dclla casa ardente con leparoleO pes,non
a n i m v m, fanno chiara congettura,che questa Imprela (ìa vagamente for-
mata da quelbellissimo detto di Seneca nella MedcaTragedia:
Opes fortvna avferre, non animvm POTEST.
E t è da crcdere, chela detta Signora, di chi è l’Impresa, ritrouandosi po-
chi anni adietroper la bellczza del corpo, & pcr la chiarezza del smgue, ma
molto più perla rara bellezza deli’animo>& perlasantità de’costumùd’essere,
stata eletta per moglie dt Giovan battista dc’Monti,Nepote di
Papa.G i vuo Terso,di felicememoria,&: giouene degno d’ogni gràlau-
de,& essendo elia da lui amata àpar di seste!To,6c parimenteella più che se me
defima amando lusl’inuidiosa Fortuna non gli lasciò goder molto di questo
amor loro,ma fra pochi anni le tolseil marito.Nèpassò poi molto, chela stes
saFortuna,estremamente deliderosa di sì gloriosa uittoria,come sarebbel’ab
batter l’altezza di quel grand’animo, cominciò a tentar nuoue uie d’offender
la.Ondelafecedehderar’in matrimonio da qualchepersona, cheauesse paren
tì, i quali allora poteuano in supremogrado. Ma clla per niun mqdo si potè
piegare,ò disporre à volerlo fare,allegando fra molt’altrc ragionì, disconue-
nirli troppo, che, subito mortoPapa Giulio , zio dcl già morto marito di
lei, ellalasciasse quellaCasa, d.illaquale era stata tanto onotata , & accarez-
zata, che non s’inrese mai, che essa Signora auesse domandata alcuna gratia,
alPonreficeper semedesima, ma molto piùperaltri, come erasolita di far
dicontinuo, che non l’ottenessesubito. Là ondeda iministri di quei, .chela
desiderauano, si vide in bretie una manifestissima, & gran perseoutione con-
tra di lei, priuandola dei Castelli,rouinandoIelecase , togliendole l’entra-
te, & perdiuerse uieinquietandola nei beni della Fortuna. Iquali tenen-
dosi da questa Signora con que.lla modestia, & vmikà, che si conuicne à no-
bisanimo, & Crishano, che tanto gli ha cari,quanto li riconosce per-dono di
Dio , non furono in nìun modoattelepresenti perdite, ò iltimor d’auerneà
patir'maggiori, dimuouer punto, non chedipiegarc, ò vincer la grandezza
X di
come tiranneg.giatofì il priino onore. Che se ben,come saggiamente dicc il Ji
uino Ariostoyhannonlolte valorosedonne pcr ogni età,Srprincipalmente ia
questanostramostrato al mondo;che elle,purche vogìiano,son’ancor’in que-
sta parte,per segnalato dono deliaNatura,molto superiori :ì gli huomini, tut
tauia, perlecagioni già dctte,& per qualcun’altra vxngono g!i huonviniad
auerpiù spatiose occastoni difarii comelor propria questa dignità degli stu
dij nelsuniuersale.Ma come ho cominciatoà dire,in questa bellistima profes-
sìon delle lrnprese,nella qual cclsano ò tutte,ò la maggior parte dclle già toc-
cateragionij&ouestpuò in picciol fascio mostrar grandissimi Iumidi uiua-
cità,& diuinità d’ingegna,{ì vede,che tuttauiale Donne vengono frcendo co
sì gloriosa concorrenzaà gli huomini,che per quah commune consentimen-
to di ioro stessi,ellese netrouinosigran lunga superiori, si comepermoltc,
chenesonoinquestovolume,dibellissime, & nobilissime donne, h può co-
noscere, &giudicare. Fra le quali questa qui di sopra posta in dstegr.o si fa co
noscere pei tanto bella, che ben li polsa giudicar rrutto dell’ingegno diquel-
la gran Signora, di chi ella h portail nome.Etpervenirne ail’cspohdobe, di-
CQ,cheprimieramentela figura dclla casa ardente con leparoleO pes,non
a n i m v m, fanno chiara congettura,che questa Imprela (ìa vagamente for-
mata da quelbellissimo detto di Seneca nella MedcaTragedia:
Opes fortvna avferre, non animvm POTEST.
E t è da crcdere, chela detta Signora, di chi è l’Impresa, ritrouandosi po-
chi anni adietroper la bellczza del corpo, & pcr la chiarezza del smgue, ma
molto più perla rara bellezza deli’animo>& perlasantità de’costumùd’essere,
stata eletta per moglie dt Giovan battista dc’Monti,Nepote di
Papa.G i vuo Terso,di felicememoria,&: giouene degno d’ogni gràlau-
de,& essendo elia da lui amata àpar di seste!To,6c parimenteella più che se me
defima amando lusl’inuidiosa Fortuna non gli lasciò goder molto di questo
amor loro,ma fra pochi anni le tolseil marito.Nèpassò poi molto, chela stes
saFortuna,estremamente deliderosa di sì gloriosa uittoria,come sarebbel’ab
batter l’altezza di quel grand’animo, cominciò a tentar nuoue uie d’offender
la.Ondelafecedehderar’in matrimonio da qualchepersona, cheauesse paren
tì, i quali allora poteuano in supremogrado. Ma clla per niun mqdo si potè
piegare,ò disporre à volerlo fare,allegando fra molt’altrc ragionì, disconue-
nirli troppo, che, subito mortoPapa Giulio , zio dcl già morto marito di
lei, ellalasciasse quellaCasa, d.illaquale era stata tanto onotata , & accarez-
zata, che non s’inrese mai, che essa Signora auesse domandata alcuna gratia,
alPonreficeper semedesima, ma molto piùperaltri, come erasolita di far
dicontinuo, che non l’ottenessesubito. Là ondeda iministri di quei, .chela
desiderauano, si vide in bretie una manifestissima, & gran perseoutione con-
tra di lei, priuandola dei Castelli,rouinandoIelecase , togliendole l’entra-
te, & perdiuerse uieinquietandola nei beni della Fortuna. Iquali tenen-
dosi da questa Signora con que.lla modestia, & vmikà, che si conuicne à no-
bisanimo, & Crishano, che tanto gli ha cari,quanto li riconosce per-dono di
Dio , non furono in nìun modoattelepresenti perdite, ò iltimor d’auerneà
patir'maggiori, dimuouer punto, non chedipiegarc, ò vincer la grandezza
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