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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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Fasc. 2
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D'Ancona, Paolo: Le rappresentazioni allegoriche delle arti liberali nel medio evo e nel rinascimento, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0179

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LE RAPPRESENTAZIONI ALLEGORICHE DELLE ARTI LIBERALI

NEL MEDIO EVO E NEL RINASCIMENTO

I.

ELL’EPOCA del decadimento dell’Impero Romano, venuta meno la
produzione letteraria originale e spontanea, s’intese piuttosto a
conservare le ultime reliquie del passato, spiegando e commen-
tando, con lavoro assiduo, intenso, paziente, i vecchi autori più
celebrati. Giovenale aveva già potuto notare con orgoglio'legit-
timo come tutto il mondo fosse pieno della cultura greco-romana:

Nuiìc totus Graias nostrasque habet orbis Athenas,

Gallia causidicos docuit facunda Britannos,

De conducendo loquitur iam rhetore Thyle.

Ma alla fine del mondo antico, quando i barbari minacciarono
distruggere ogni vestigia di .civiltà, e in quei lunghi periodi che
ne seguirono, in cui parve aver lo spirito umano rinunziato per sempre ad ogni studio atto a
nobilitarlo, difficilmente avrebbe potuto salvarsi il sapere dal naufragio universale, qualora
non si fosse provveduto a racchiuderlo in una specie d’involucro, che lo preservasse da ogni
attacco possibile. Conscia dei continui pericoli a cui si trovava esposta, la società, secondo
l’Ozanam « fit comme le voyageur qui resserre son trésor, afin de ne rien perdre en chemin ».'
Si ricorse in sostanza ad un canone, e fu provvido espediente, che agevolò poi lo splendido
rifiorire dell’antichità classica nel Rinascimento.

L’idea di classificare il sapere umano non è propria del solo medio evo: una classificazione
simile per molti riguardi era stata tentata per l’innanzi dai Greci, o, come è più presumibile,
dagli psteti alessandrini, col canone delle Muse.1 2 Ambedue son figlie dei proprj tempi e ne
rispecchiano le tendenze, benché la nuova, considerata nell’ intima sua struttura, appaia
più completa ed organica. Mirando i Greci piuttosto ad un compendio delle più geniali
facoltà dello spirito umano che ad una vera e propria classificazione del sapere, tralascia-
rono d’includere nel loro canone le arti plastiche, essi appunto che in tale studio ottennero
un’eccellenza forse non superabile! (Immisero inoltre ognuna delle arti grafiche, e delle scienze
solo dettero un posto all’astronomia, la quale sembrò quasi trovarsi à disagio fra lè altre
discipline di natura diversa. Troppa parte invece dettero alla eloquenza, rappresentata nelle
sue due forme di scritta ed orale da Polimnia e da Clio, ed alla poesia, di cui fecero quattro

1 A. F. Ozanam, La civìlisation au cinquième 2 Didron, in Ann. Arch., t. XXI, pag. 290; t. XXIV,
siècle, Paris, 1855, voi. I, pag. 272 e 273. pag. ni»

ILArte. V, 18.
 
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