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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 2.1899

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Fasc. 8-10
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Correra, Luigi: Il presepe a Napoli
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https://doi.org/10.11588/diglit.24144#0372

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IL PRESEPE A NAPOLI

L pio costume di rappresentare la nascita del Bambino Gesù con figure, sia di legno,
vestite di stoffa, sia di terracotta, e con un paesaggio in rilievo è antichissima.
I più affermano come la trovata di questa scena, mistica ed istorica al tempo
istesso, si debba al poverello di Assisi, il più poetico dei santi, come lo chiamava
Cesare Balbo. GÌ'istorici di lui narrano infatti che nella notte del Santo Natale
dell'anno 1220, a Greccio, nella valle di Rieti, egli, in una stalla, fece costruire
una mangiatoia, e, messovi del fieno, ai piedi di questa innalzò un altare. Dall'un
canto e dall'altro pose un bue ed un asinelio, e poscia chiamò quivi i villici del
luogo ed i frati, i quali tutti vi accorsero, con torchi accesi cantando le lodi del
Signore. Ma in Napoli i documenti ci fan risalire un secolo innanzi: in un istrumento
dell'anno 1021 è ricordata la chiesa di Santa Alarla ad praesepe, detta pure la
Rotonda, una, forse, delle sette diaconie della Chiesa napoletana, posta di rincontro
alla cappella di Sant'Angelo a Nilo e distrutta ne' primi del secolo xvm.2 Ad
Amalfi, in una iscrizione dell'anno 1324 ò ricordata una cappella del presepe, di
casa d'Alagni.5

Nel secolo XV, poi, nelle carte, in ispecie notarili, comincia a trovarsi menzione dei
mrariim sculptores, i quali costruiscono rappresentazioni della nascita del Redentore,
sia in cone de relevio, sia in tutto tondo de lignamine. In un istrumento dell'anno 1478,
nel protocollo di not. A. Casanova (fol. 151), conservato nel nostro archivio notarile,
maestro Pietro e maestro Giovanni Alamanni pattuiscono la costruzione di un presepe
con l'aromatario del duca di Calabria, messer Iaconello Pipe (forse Pepe), per la sua cappella
in San Giovanni a Carbonara. Le figure erano le seguenti: la Vergine con corona in testa,
San Giuseppe, il Bambino Gesù, un bue ed un asino alla grandezza del vero ; inoltre tre
pastori, dodici pecore con due cani, quattro alberi cum tortanis, undici angeli, due profeti,
due sibille. Di questo presepe esistono ancora la Vergine, ma senza corona, ed il San Giu-
seppe (v. fig. 1), gli angeli, i profeti e le sibille (fig. 2, 3 e 4): il resto ò stato forse involato
o distrutto.

1 Come appare dal titolo, ho limitato il presente
studio al presepe napolitano, perchè di siffatto genere
di arte se ne trovano esempi in Francia, in Ispagna
ed in Germania. Il Museo di Monaco di Baviera ha
dedicato delle sale a una collezione di pastori delle
varie regioni d'Europa, e l'arte napolitana vi è larga-
mente rappresentata. Il sig. Max Schmederer, appas-
sionato raccoglitore, vi ha costruito dei presepi tirolesi,

spaglinoli, napolitani e finanche siciliani. In Sicilia,
dove pure il costume natalizio del presepe fu molto
diffuso, esistono dei pastori d'un'arte locale, che sono
molto diversi dai napolitani.

2 Capasso, Monumenta neapolitani ducatus, t. II,
pag. 251. Napoli, 1885.

3 Camera, Memorie stor. diplom. dì Amalfi, t. I,
pag. 668.
 
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