RICORDI DI UN VIAGGIO ARTISTICO OLTRALPE
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Un altro innominato è chiamato
il Maestro del S. Egidio, in grazia
del principale suo lavoro, un dit-
tico con istorie allusive a detto
santo. E un nuovo esempio del come
le opere di quelle regioni andarono
spesso smembrate ; poiché una parte
del dittico oggi appartiene al signor
Steinkopf in Londra, l’altra è quivi
conservata nella Galleria Nazionale.
Il soggetto di quest’ ultimo non può
fare a meno d’impressionare chi lo
osservi. Vi si vede cioè il santo pa-
trono della città di Edimburgo, in
quella, che ricovera presso di sé un
daino, perseguitato da cacciatori.
Una freccia, destinata al daino, ha
invece trafitto la mano destra del
santo. Inginocchiato davanti a lui,
come per implorare il suo perdono,
un giovane signore riccamente ve-
stito. Il tutto nell’ ambiente di un
esteso paesaggio.
Di questo stesso artista il no-
stro mecenate berlinese possiede
due tavolette rappresentanti, l’una
la Fuga in Egitto, l’altra la Presen-
tazione del Bambino nel tempio.
Della seconda vuoisi qui riportare
il facsimile nella unita fig. 2, come
quella che offre un singolare, ina-
spettato richiamo dell’arte italiana
nello sfondo architettonico, inteso a
rappresentare l’interno del tempio
dove ha luogo la sacra cerimonia.
Che nelle linee e nei riparti archi-
tettonici infatti domini il piu schietto Fig. 2 — Maestro del S. Egidio: La Presentazione al Tempio
gusto del rinascimento italiano, cia-
scuno vede da sé; non a tutti invece sarà noto che codesta esedra a forma di grande
nicchia, con le pilastrate lungo i fianchi dell’ambiente e col candelabro nel mezzo, sono
altrettanti motivi tolti e copiati di peso da una composizione del grande architetto Bramante.
Rimane memoria della medesima in una stampa che gli viene attribuita e della quale non
si conoscono che due esemplari al giorno d’oggi, vale a dire uno al British Museum, ed
uno in possesso di un signor Perego di Milano.
Nella stampa l’occhio spazia maggiormente dal lato destro e in alto; di più le piccole
figure che vi si vedono sparse non hanno nulla a che fare con la Presentazione del pittore
fiammingo ; sotto il candelabro, nella stampa, in fine, si legge l’iscrizione : Bramantus fecit
in Mediolano, iscrizione che lascia il dubbio se la stampa fosse stata eseguita realmente
dall’architetto o se si riferisca semplicemente ad un edificio ideato dal medesimo.
Comunque sia, il pittore fiammingo ne cavò quanto più si addiceva al suo tema, copian-
done fedelmente anche i particolari dei bassirilievi, ossia i medaglioni, il fregio, i capitelli, ecc.,
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Un altro innominato è chiamato
il Maestro del S. Egidio, in grazia
del principale suo lavoro, un dit-
tico con istorie allusive a detto
santo. E un nuovo esempio del come
le opere di quelle regioni andarono
spesso smembrate ; poiché una parte
del dittico oggi appartiene al signor
Steinkopf in Londra, l’altra è quivi
conservata nella Galleria Nazionale.
Il soggetto di quest’ ultimo non può
fare a meno d’impressionare chi lo
osservi. Vi si vede cioè il santo pa-
trono della città di Edimburgo, in
quella, che ricovera presso di sé un
daino, perseguitato da cacciatori.
Una freccia, destinata al daino, ha
invece trafitto la mano destra del
santo. Inginocchiato davanti a lui,
come per implorare il suo perdono,
un giovane signore riccamente ve-
stito. Il tutto nell’ ambiente di un
esteso paesaggio.
Di questo stesso artista il no-
stro mecenate berlinese possiede
due tavolette rappresentanti, l’una
la Fuga in Egitto, l’altra la Presen-
tazione del Bambino nel tempio.
Della seconda vuoisi qui riportare
il facsimile nella unita fig. 2, come
quella che offre un singolare, ina-
spettato richiamo dell’arte italiana
nello sfondo architettonico, inteso a
rappresentare l’interno del tempio
dove ha luogo la sacra cerimonia.
Che nelle linee e nei riparti archi-
tettonici infatti domini il piu schietto Fig. 2 — Maestro del S. Egidio: La Presentazione al Tempio
gusto del rinascimento italiano, cia-
scuno vede da sé; non a tutti invece sarà noto che codesta esedra a forma di grande
nicchia, con le pilastrate lungo i fianchi dell’ambiente e col candelabro nel mezzo, sono
altrettanti motivi tolti e copiati di peso da una composizione del grande architetto Bramante.
Rimane memoria della medesima in una stampa che gli viene attribuita e della quale non
si conoscono che due esemplari al giorno d’oggi, vale a dire uno al British Museum, ed
uno in possesso di un signor Perego di Milano.
Nella stampa l’occhio spazia maggiormente dal lato destro e in alto; di più le piccole
figure che vi si vedono sparse non hanno nulla a che fare con la Presentazione del pittore
fiammingo ; sotto il candelabro, nella stampa, in fine, si legge l’iscrizione : Bramantus fecit
in Mediolano, iscrizione che lascia il dubbio se la stampa fosse stata eseguita realmente
dall’architetto o se si riferisca semplicemente ad un edificio ideato dal medesimo.
Comunque sia, il pittore fiammingo ne cavò quanto più si addiceva al suo tema, copian-
done fedelmente anche i particolari dei bassirilievi, ossia i medaglioni, il fregio, i capitelli, ecc.,