RICORDI DI UN VIAGGIO ARTISTICO OLTRALPE
La galleria Kaufmann in Berlino.
(Continuaz. e fine. V. pcig. 197 e segg.J.
gli Italiani.
'arte italiana occupa pure un posto importante nella galleria
Kaufmann.
Incominciando col Trecento, tanto fiorentino quanto senese,
ve lo troviamo rappresentato con parecchie tavole degne di osser-
vazione. Per non dilungarci soverchiamente, richiameremo l’at-
tenzione dell’amatore, in primo luogo, sopra una tavoletta che
va non senza ragione sotto il nome di Duccio di Buoninsegna,
il rinomato antesignano della pittura in Siena. Il soggetto è quello
della Natività di Nostro Signore, alquanto somigliante nella com-
posizione e nello stile ad un’altra Natività ben autentica dell’au-
tore sunnominato, appartenente alla regia galleria di Berlino.
Questa poi, come si sa, non è altro che una parte della predella
originaria della grande pala d’altare fatta dall’ insigne artista per l’altare maggiore del duomo
di Siena, spogliata in seguito di varie parti, passate all’estero quando l’opera dall’altare fu
ritirata in sagrestia.
A don Lorenzo Monaco, l’autore della monumentale ancona di Certaldo, ora agli Uffizi,
è da attribuire non solo la piccola tavola con San Gerolamo nel suo studio, ma con molta
probabilità anche un’altra Natività, dal catalogo registrata sotto la denominazione generica
di scuola di Giotto.
Ai dilettanti dell’arte milanesi, che assistettero una ventina di anni or sono all’asta della
galleria Costabili di Ferrara, compitasi presso l’impresa di vendite Sambon, rimane tuttora
ricordanza del caratteristico quadretto del San Girolamo nominato, che se ne sta in piedi,
curvato dagli anni, in tunica grigia, nella destra un ferro acuminato, col quale sta per
estrarre lo spino dalla zampa del suo leone, che sta a’ suoi piedi guardando verso di lui.
Sopra uno scaffale si vedono dei libri aperti e altri chiusi. Il tipo della figura del santo e l’an-
damento delle pieghe dei panni, in ispecie, ben rivelano la mano del severo artista, di cui
si è declinato il nome. Nel catalogo del 1872, di quanto era rimasto, in seguito a vendite
più importanti, di quella ricchissima galleria, la tavoletta accennata era registrata con titu-
banza, come « incerto, forse fiorentino, della maniera di Andrea del Castagno », e, non ostante,
il prezzo dell’esigua tavoletta salì in breve a L. 300, a favore dell’illuminato amatore berli-
nese, il quale ora può vantarsi di possedere un’opera di valore ben superiore.
Più importante come composizione è l’altra pittura di don Lorenzo presso lo stesso
proprietario (n. 75), quella della Natività di Nostro Signore. Ci si presenta come un riscontro
La galleria Kaufmann in Berlino.
(Continuaz. e fine. V. pcig. 197 e segg.J.
gli Italiani.
'arte italiana occupa pure un posto importante nella galleria
Kaufmann.
Incominciando col Trecento, tanto fiorentino quanto senese,
ve lo troviamo rappresentato con parecchie tavole degne di osser-
vazione. Per non dilungarci soverchiamente, richiameremo l’at-
tenzione dell’amatore, in primo luogo, sopra una tavoletta che
va non senza ragione sotto il nome di Duccio di Buoninsegna,
il rinomato antesignano della pittura in Siena. Il soggetto è quello
della Natività di Nostro Signore, alquanto somigliante nella com-
posizione e nello stile ad un’altra Natività ben autentica dell’au-
tore sunnominato, appartenente alla regia galleria di Berlino.
Questa poi, come si sa, non è altro che una parte della predella
originaria della grande pala d’altare fatta dall’ insigne artista per l’altare maggiore del duomo
di Siena, spogliata in seguito di varie parti, passate all’estero quando l’opera dall’altare fu
ritirata in sagrestia.
A don Lorenzo Monaco, l’autore della monumentale ancona di Certaldo, ora agli Uffizi,
è da attribuire non solo la piccola tavola con San Gerolamo nel suo studio, ma con molta
probabilità anche un’altra Natività, dal catalogo registrata sotto la denominazione generica
di scuola di Giotto.
Ai dilettanti dell’arte milanesi, che assistettero una ventina di anni or sono all’asta della
galleria Costabili di Ferrara, compitasi presso l’impresa di vendite Sambon, rimane tuttora
ricordanza del caratteristico quadretto del San Girolamo nominato, che se ne sta in piedi,
curvato dagli anni, in tunica grigia, nella destra un ferro acuminato, col quale sta per
estrarre lo spino dalla zampa del suo leone, che sta a’ suoi piedi guardando verso di lui.
Sopra uno scaffale si vedono dei libri aperti e altri chiusi. Il tipo della figura del santo e l’an-
damento delle pieghe dei panni, in ispecie, ben rivelano la mano del severo artista, di cui
si è declinato il nome. Nel catalogo del 1872, di quanto era rimasto, in seguito a vendite
più importanti, di quella ricchissima galleria, la tavoletta accennata era registrata con titu-
banza, come « incerto, forse fiorentino, della maniera di Andrea del Castagno », e, non ostante,
il prezzo dell’esigua tavoletta salì in breve a L. 300, a favore dell’illuminato amatore berli-
nese, il quale ora può vantarsi di possedere un’opera di valore ben superiore.
Più importante come composizione è l’altra pittura di don Lorenzo presso lo stesso
proprietario (n. 75), quella della Natività di Nostro Signore. Ci si presenta come un riscontro