Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

DOI issue:
Fasc. 4
DOI article:
D'Ancona, Paolo: Le rappresentazioni allegoriche delle arti liberali nel medio evo e nel rinascimento, [4]
DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0419

DWork-Logo
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
LE RAPPRESENTAZIONI ALLEGORICHE DELLE ARTI LIBERALI

NEL MEDIO EVO E NEL RINASCIMEN TO

('Contimiastóne ' è fine. Vedi pag, 269 c segg.J.

Soffermandoci a studiare alcuni componimenti poetici
delle nostre origini, abbiamo notato come, a poco a
poco, col progredire del Rinascimento, le creature
mistiche di Marciano Capella e di Alain de Lille si
fossero ingentilite, umanizzate, perdendo il loro primi-
tivo significato. Lo stesso fenomeno si verificò anche
nel campo delle rappresentazioni artistiche e dalla pe-
nombra dei tempj, dalla quiete mistica delle sale ca-
pitolari e delle biblioteche monastiche, esse passarono
talora alla luce, alla vita, ai lieti convegni. Verso la
fine del secolo xv le incontriamo, per esempio, in due
delle dimore più fastose del Rinascimento: nel palazzo
ducale di Urbino e nel castello degli Orsini a Brac-
ciano.

Delle pitture di Urbino, attribuite sinora erroneamente a Melozzo, ma certo opera di
Justus van Ghent, il fiammingo che in quell’epoca lavorava pei Montefeltro, rimangono solo
quattro rappresentazioni, che adesso si dividono i musei di Londra (Retorica e Musica) e
Berlino (Dialettica e Astronomia).1 Le pitture sono di un effetto solenne e monumentale.
La Retorica è seduta sopra un trono marmoreo piuttosto pesante, simile a quelli ove seg-
gono le Virtù dei due ÙPollajoli, e vi si accede per quattro gradini, coperti da un tappeto verde,
tutto a ricami. Indossa una splendida veste, stretta alla vita mediante una cintura e tempestata
di gemme. Il volto piuttosto scarno e i lunghi capelli cresputi cadenti sugli omeri, fan tornare
alla mente alcune figure del Botticelli. Essa guarda dinanzi a sè fuori del quadro e coll’in-
dice della mano destra sembra accennare a un libro aperto, postole dinanzi da un personaggio
che vediamo quasi di schiena, vestito di un manto rosso e nero, e che lo Schmarsow bat-
tezza per Bernardino Ubaldini. La seconda figura allegorica di Londra siede sopra di un
trono simile ed indossa pure una veste ricchissima ornata di gemme. Nella destra sollevata
tiene un libro, ed è in atto di indicare un organo ad un giovine, inginocchiato sul primo gradino,
per cui si sale alla cattedra, forse Costanzo Sforza. Porta i capelli disciolti al pari della
Retorica e una corona sul capo. Gli occhi semichiusi e rivolti a terra danno al suo volto
un’espressione di dolce abbandono. Il trono della Dialettica sorge in un interno di stanza
posta in prospettiva, e vi si accede pei soliti gradini coperti da tappeto. Essa è nobilmente
vestita, porta i capelli raccolti in due grosse bande, e un velo finissimo le scende dalla
sommità del capo fin sulle spalle. E in atto di porg’ere un libro a un personaggio inginoc-

1 Cavalcaselle e Crowe, Storia della pittura (Firenze, 1S98), voi. 8°, pag. 298 e seg.
Frizzoni, Saggi critici (Milano, 1891), pag. 291 e sfg.

Gustavo
 
Annotationen