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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 1
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Venturi, Adolfo: L' arte del Correggio
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0052

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ADOLFO VENTURI

di snodar la sua linea leggiera intorno alle figure leggiere, di dar tenerezza alle earni, di
far sbocciare la forma intessuta di luce come da una nube di rosa e di viola: gode della
linea, del suo movimento di vita, della sua carezza, come gode a raddolcir per curve i
tratti del volto, a intenerire le carni voluttuose: il molle abbandono dei movimenti, la
trasparenza dei tessuti, il chiaroscuro nebuloso esprimono voluttà. E insieme si rinnova il
materiale cromatico: il colore si fila in sottil velo, plasma di sostanza diafana, di tenerezza,
le carni: assume tonalità nuove, la tenuità delle mezze tinte, la freschezza dei rosa vio-

Fig. 5 — Correggio : Il Riposo. Firenze, Galleria degli Uffizi
(Fotografia Anderson)

lacei; svanisce nei contorni dei lineamenti, che si smarriscono l'uno nell'altro per grada-
zioni di luce insensibili.

Ma la visione di Raffaello, che da principio aveva soltanto prodotto una superficiale
amplificazione della figura umana, s'impose a poco a poco, turbò lo sviluppo spontaneo
dell'arte correggesca. Fu un momento di deviazione, aumentato ben presto dallo studio
di Michelangelo, che condusse il Correggio alla ricerca di movimento plastico. Comincia
allora il contrasto tra mezzo aereo e forma: il rosso avvampa le carni, il tipo muliebre
prende romana regolarità, lo studio delle contrapposizioni di massa e di movimento
succede al ritmo degli intrecci.

11 mutamento nell'arte del Correggio già si avverte nella Madonna d'Albinea,
nonostante l'esilità, la flessibile leggierezza della Vergine, la corrispondenza dei generali
contorni e di ogni piega della veste di Lucia all'arco leggiero falcato del ramo di palma:
la composizione ha acquistato spazio; la forma, nelle due figure laterali, divien plastica
ampia, grandiosa. La Santa Cecilia e la Visione d'Ezechiele di Raffaello a Bologna
bastano a spiegare il Riposo in Egitto degli Uffizi (fig. 5), col raffacllismo delle carni
 
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