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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 1
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D'Ancona, Paolo: Un frammento della tomba di Maria di Serbia: opera di Matteo Sanmicheli
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0067

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UN FRAMMENTO
DELLA TOMBA DI MARIA DI SERBIA

OPERA DI MATTEO SAN MI CHETI

QUANTO avanza e si sa del monumento funebre di Maria di Serbia, marchesa del Monfer-
_ rato, venne già sagacemente raccolto e studiato dal Conte Alessandro Baudi di Vesme
in uno scritto che vide la luce, vari anni or sono, in questo stesso periodico.1 Che fosse
opera tra le migliori dovute alla mano di Matteo Sanmicheli si rileva da un rapido cenno
che ad essa fa il Vasari nella vita dedicata all'architetto militare Michele Sanmicheli, il
quale, avuta dalla Signoria di Venezia una breve licenza per visitare le fortezze di Fran-
cesco Sforza, « con quella occasione, prima che tornasse a Venezia, andò a Casale di Mon-
ferrato per vedere quella bella e fortissima città e castello, stati fatti per opera e con l'ar-
chitettura di Matteo Sanmicheli, eccellente architetto e suo cugino, ed una onorata e bel-
lissima sepoltura di marmo fatta in San Francesco della medesima città, pur con ordine
di Matteo ».2 Delle altre numerose opere di Matteo sparse nel Monferrato e in altri luoghi
del Piemonte il Vasari non fa parola, onde la nostra attenzione è vieppiù portata a consi-
derare i resti di quella, oggi purtroppo distrutta, colla quale l'artista ci dette con ogni
probabilità, il suo capolavoro.

Il destino sembra aver perseguitato questa infelice principessa, che unostorico ad essa
contemporaneo chiama « bellissima e prudentissima », fin nella quiete del sepolcro. Tutta la
sua vita ha infatti qualche cosa di tragico: era figlia di Stefano Brancovic, despota di
Serbia, spodestato e accecato da Amurat II re dei Turchi; fu sposa a Bonifacio marchese
di Monferrato, ch'era già vecchio e vedovo e destinato a una rapida morte. Sua gloria,
mancatole il marito, fu di aver retto lo Stato con molta lode in qualità di tutrice dei figli,
sino a quando essa stessa mancò, tra il compianto generale, il 27 agosto 1495, appena ven-
tinovenne.

Forse non esagera lo storiografo di Casale quando afferma che Maria di Serbia « alla
straordinaria bellezza di cui era vestita, ella univa moltissime eccellenze d'animo, e in
mezzo alle guerre che divampavano e che ponevano l'Italia in gravissime angustie, ella
seppe condursi con giudizio, magnanimità, prudenza e valore... », e, aggiunge poi, « sì
largo grido spandeva intorno delle sue belle e nobili virtù, che i più illustri potentati d'Eu-
ropa facevano a gara nel conoscerla, e i suoi sudditi ravvisavano in lei il più splendido
ornamento che fregiasse l'aureola della patria ».3

1 A. Baudi di Vesme, Matteo Sanmicheli scultore
e architetto cinquecentista, in Archivio Storico del-
l'Arte, I (serie 2a), 1895. P- 274-

2 G. Vasari, Opere (ediz. Milanesi), t. VI, p. 345.

3 Vincenzo De Conti, Notizie storiche della città
di Casale Monferrato, Casale, 1838-1842,!. IV, p.326.
 
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