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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 4
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Longhi, Roberto: Gentileschi, padre e figlia
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0291

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GENTILESCHI, PADRE E FIGLIA

Si ha un bel ridire che Caravaggio è il fondatore di tutto il '600 europeo, che è
quanto dire dell'arte moderna; un bel domandare come si farebbe a spiegare, stori-
camente, Velazquez, o Rembrandt, 0 Vermeer, o Franz Hals tirando una tenda sui
quadri di Caravaggio e lasciando alla vista, accanto, Giorgione Tiziano Tintoretto,
e i secenteschi che abbiam detto, per veder se sia proprio fra di essi figliazione diretta,
o se non si senta mancar un anello in quella curiosa catena della storia dei pittori
— « chè le molte cose in pittura una vien dall'altra, e ciaschedun Artefice prende da
un medesimo luogo, come un certo buono già stabilito per legge »,' come diceva l'ot-
timo abate Ciccio Solimena —; questo delle basi caravaggesche del '600 finirà per
doventare un articolo, un domma accettato ma non accetto.

Per ciò, forse — poiché anche il sentimento in arte è affare di educazione e di in-
telletto — è meglio condurre alla spontaneità di questo riconoscimento, attraverso pre-
parazioni mediate; attraverso nessi storici secondari, pure esistenti e che meglio servano
a specificare, a controllare, a guidare.

* * *

Supponiamo, per esempio, che sotto gli occhi di un ottimo conoscitore dell'arte
olandese rembrandtiana, capiti questa miracolosa natura morta (fig. 1). Penso che
tutto escogiterebbe prima di supporre che si tratti dell'opera di un italiano.

I nomi di Flinck, di Boi, di de Koninck e persino di Maes parrebbero più appro-
priati che quello di un romano, in un tempo in cui la vena più schietta e moderna
del '600 italiano è forse meno conosciuta dal pubblico che la storia dell'arte fra gli
Ottentotti.

V'è qui tal senso dell'infinita intricatezza della forma, un arrovellarsi così gustoso
ed elastico dei lembi, un così carnale contatto di pannilini e di pannilani, un tramato
così schietto nei vimini, che permettono al « tocco » alla stria di colore di creare mille
esclamazioni, interiezioni, e particelle e nessi d'ombra e di luce, quali si crederebbe
che solo un rembrandtiano fosse in grado di creare. Eppoi dove sarebbe quell'italiano
capace di interessarsi veramente per un cesto di panni? Ci si dimentica che Caravaggio
aveva per primo posto tutta la vita sullo stesso piano — primo fondamento necessario
alla psiche impressionistica — e dicendo che « tanta manifattura gli era fare un quadro
buono di fiori come di figura »;J ci si dimentica, dico, tutto questo e si pensa che l'Italia

1 De Dominici, Vite dei pittori... napolitani. di lettere sulla pittura. Roma, Pagliarini, 17.58,
Napoli, 1742, voi. II, pag. 633. voi. VI, pag. 263-64.

2 Lettera del Marchese Giustiniani, in Raccolta

L'Arte. XIX, 32.
 
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