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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 2
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Perkins, Frederick Mason: La tavola complementare della predella del Pesellino nella Galleria Doria
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0116

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LA TAVOLA COMPLEMENTARE DELLA PREDELLA DEL PESELL1NO

NELLA GALLERIA DORIA

Formava parte (fig. i), fino a pochi mesi fa, d'una raccolta inglese rimasta ignota alla
critica moderna; ora appartiene a Philip H. Gentner, direttore del Museo di Wor-
cester (Mars., S. U. A.) sorto da breve tempo e già fiorente. Non stimiamo necessario
di trattenerci a dimostrar la giustezza della attribuzione del dipinto, chiarissima a
chiunque abbia una conoscenza, anche superficiale, della pittura fiorentina del Quattro-

Fig. i — Pesellino: Frammento di predella coi fatti della vita di san Silvestro papa
Worcester, presso il sig. Gentner.

cento. Si affollano i richiami agli altri dipinti del maestro, stretti naturalmente con
questo da evidenti simiglianze; ma, in particolare, il pensiero ricorre ai due ben noti
scompartimenti di predella nel palazzo Doria a Roma (fig. 2 e 3), non solo per gli evi-
denti rapporti stilistici, ma anche per il soggetto e per le dimensioni. Nei quadretti Doria
sono rappresentate alcune scene della leggenda di papa Silvestro, mentre un'altra scena
della stessa leggenda vedesi nel quadretto del Gentner. quella cioè del ferocissimo Toro,
morto per l'arte magica del giudeo Zarim, suscitato da Silvestro, nel nome di Gesù Ga-
lileo, alla presenza di Costantino, di Elena e dei Giudei. Quanto alle dimensioni, le tavo-
lette Doria e Gentner, che misurano ugualmente centimetri 30 y2 di altezza, fanno pen-
sare che tutte e tre fossero parte d'una stessa predella.

Il fatto che la tavola Gentner sia di lunghezza alquanto maggiore alle altre due,
nulla toglie a tale convincimento, perchè essa dovette formare la parte mediana della
predella, e, come di frequente nelle tavole d'altare, tanto del Trecento, quanto del Quat-
trocento, lo scomparto di mezzo nelle predelle è più lungo delle parti laterali. Che poi la
tavola più lunga dovesse star proprio tra le due della galleria Doria ci è detto dalla
successione delle storie, quale si ritrova nel racconto di Jacopo da Voragine.

Nulla sappiamo delle vicende del frammento di predella, prima del suo entrare nella
raccolta inglese che lo serbò per quasi ottant'anni; nulla è ricordato circa la primitiva
collocazione, la chiesa o l'oratorio ove stette il dipinto insieme con le altre membra
 
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