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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 2
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Venturi, Adolfo: La cupola del duomo di Parma
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0128

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82

ADOLFO VENTURI

di liquido argento entro la quale s'incava il grande occhio cristallino abbacinato. Come il
pittore si abbandona pienamente, nella balaustra, alle sue deliziose fantasie di linea e di
colore, così l'adorna di tutti i più vaghi fiori della sua bellezza fatta di luce, creata per
l'amóre; colora di tinte diafane, tenui, primaverili le carni di quegli adolescenti, dalle
vaporose chiome, dai moti lievi ondulati carezzevoli, dai grandi occhi aperti al sorriso
(fìg. 26-27). La forma umana, perduta l'incrostazione maiolicata che serbava ancora nei
quadri, sboccia naturalmente dalla luce, si arrotonda nell'aria: è espressione completa del

genio correggesco, che nel model-
lare i corpi non contempla la
realtà, ma i suoi propri sogni di
volumi luminosi e di linee deco-
rative : le figure sono leggiere, gli
occhi grandi han lunghi carezze-
voli affascinanti sguardi, il sorriso
trema sulle labbra, schiara di una
vaga luce le forme. Nel dipingere
le carni incorrotte dell'adolescen-
za, il primo batter d'ali dei sogni
nei cuori giovanili, il Correggio ri-
trovò la perfetta fusione di chia-
roscuro, linea, colore.

Al sommo della cupola, i so-
stegni architettonici spariscono :
si entra nel regno dell'aria e della
luce; il vento trascina con sè, nei
rapidi mulinelli del vortice, i globi
delle nuvole e le forme umane
(fig. 28). La genialità decorativa,
l'arte di incastonar forme e linee
pittoriche entro quelle dell'archi-
tettura, suggerisce al Correggio il
movimento in catena, che nasce
spontaneo dalla conca della cu-
pola e riecheggia dalla schiera de-
gli Apostoli alla ruota dei Beati,
acquistando di velocità man mano
che la visione si allontana e si sprofonda fra le nubi. I vapori degli incensi e il fumo delle
vampe fluttuano sopra la balaustra, si disperdon per l'aria, dan rilievo, coi loro ondeggianti
veli disciolti, ai globi delle nuvole, travolte sospinte dal turbine intorno all'occhio di cielo.
In San Giovanni, il Correggio aveva dipinto il Redentore nel centro dell'anello di Apostoli
e di Angeli, lanciato nello spazio a sfondar la volta della Chiesa; qui, in cerca di novità
di effetti prospettici, sposta dal mezzo della cupola l'asse orizzontale della figura di Cristo
(fig. 2q), che scende a capofitto, sotto l'ombrello rosa del manto, fra gli sbuffi di nebbia che
dilagan pel ciclo. Egli viene così a calare a piombo, frullando nell'aria, tra le aperte braccia
di Maria che sale lentamente a lui cullata dal soffio del vento, trasportata a volo dal suo letto
di nuvole. E dietro il balenìo della figura apollinea di Cristo, fratello degli efebi che po-
polano la balaustra, le nubi avanzano roteando al nostro sguardo, inghiottendo la siepe
dei beati, schiacciando tra i loro globi teste e mani, come se, prese anch'esse dall'ebbrezza
della corsa, si affrettassero a seguire il balzo della lieve figura e precipitarsi con essa incontro
a Maria. Tra le masse plastiche di Giuditta da un lato e di David dall' altro, che hanno
nella composizione valore architettonico, e fermano come solide colonne l'impeto tra-
volgente delle nubi, si scatena il tumulto: la superficie convessa di quei giganteschi rulli
roteanti sulla siepe fitta concava delle schiere dei beati, ha il suo punto di appoggio nel
 
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