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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

DOI issue:
Fasc. 2
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Muñoz, Antonio: Studi sul Bernini
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0146

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ANTONIO MUNOZ

porta il n. 640 ed è indicato come opera di Alessandro Algardi; attribuzione che,
come tante altre di simili cataloghi di vendite, non ha alcun fondamento; basta os-
servare che l'Algardi venne in Roma parecchi anni dopo la morte di Paolo V, mentre
lo stile e il taglio del busto, come vedremo, lo dimostrano certamente non posteriore
al 1622. Il busto passò in una collezione privata all'estero, e l'esame dell'originale non

Fig. 1 — Bernini: Busto di Paolo V.
Roma, R. Galleria Borghese.

lascia dubbio che esso sia il secondo ritratto di Paolo V eseguito dal Bernini, poiché al
cumulo delle prove esterne sulla provenienza si aggiunge evidente il risultato dell'analisi
stilistica.

Questo secondo busto marmoreo, alto 0,79 (quello del Museo Borghese misura 0,33)
ci mostra ancora in un nuovo esempio la mirabile capacità del Bernini nel cogliere il vero,
la vivacità rappresentativa dell'arte sua, la facilità nel riprodurre i differenti stati d'animo.
Qualità insuperabili e difficilmente imitabili; frutto di una così fresca e spontanea intui-
zione che al Bernini stesso non fu possibile riprodurre più di una volta. Quando, scoper-
tosi un pelo del marmo nella fronte del busto di Scipione Borghese il maestro volle ese-
guire un altro ritratto del cardinale, sebbene si studiasse di renderlo identico al primo,
gli uscì dalle mani cosa pur meravigliosa ma ben diversa: che l'arte grande, come la na-
tura, non può plasmare i suoi prodotti su uno stampo.1 Così, quando figurò per la seconda
volta Paolo V, il Bernini sdegnò di tornare all'antico modello e si rifece direttamente

1 Metto in guardia chi consulta l'opera del Fraschetti, ove per errore nelle tavole illustrative è dato
come primo il secondo busto e viceversa.
 
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