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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 2
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Cipolla, Carlo: Ricerche storiche intorno alla chiesa di Santa Anastasia in Verona, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0163

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RICERCHE STORICHE INTORNO ALLA CHIESA DI SANTA ANASTASIA 117

cui domino equiti se remisit ad constructionem ipsius
depositi cura dicto epitafio». La volontà del testatore
fu eseguita con tutta esattezza.

Il P. Pellegrini vide colà vicina un'altra sepoltura
coli'epigrafe : « Bartolomevs Peregrinvs Jur. Conss. et
eg. et preclaro parente natus sibi et post. f. f. ». Manca

Fig. 22 — Particolare dell'altare Miniscalchi
(Fot. Lotze).

di data, per il che egli (op. cit., cap. VI) ne de-
duce l'epoca dal testamento di Bartolomeo rogato il
13 aprile 1503.

Altare di San Raimondo.

L'altare era anticamente dedicato a San Vincenzo
martire; a questo santo fu poi intitolato invece l'at-

tuale altare di Sant'Anna che prima aveva nome di
San Giovanni Battista.1

Alla destra del presente altare (cioè alla parte si-
nistra di chi guarda) stava, giusta il secondo sepol-
tuario,2 il deposito provvisorio di Ugolino da Sesso,
il quale avrebbe dovuto essere trasportato nella se-
poltura famigliare da costruirsi a lato della cappella
della quale si è a lungo parlato alla fine del cap. 1.

Dopo che a San Vincenzo martire, il presente al-
tare fu dedicato a San Paolo apostolo, ed il Pellegrini
attesta che al suo tempo la pala di questo apostolo,
dipinta da buona mano, trovavasi nell'Ospizio dome-
nicano.'

Canonizzato nel 1594 San Giacinto,4 l'altare si de-
dicò a questo santo ; e la Compagnia che sorse sotto
il suo nome, diede incarico a Paolo Farinati di dipin-
gere la nuova pala.5 II pittore rappresentò il santo
nell'atto di fare il miracolo della resurrezione di un
morto ; ma il quadro era riuscito sproporzionata-
mente grande, e la famiglia Pellegrini non volendo
cedere parte alcuna della sua vicina sepoltura, fu ne-
cessario lasciarlo da parte. Lo si portò in refettorio,
ed oggidì sta appeso alla fronte della sagristia.6 Bea-
tificata nel 1671 Santa Rosa di Lima, il domenicano
Tommaso Fontana fece dipingere una pala rappre-
sentante questa ed altri santi domenicani, onde nel
secolo xvil l'altare chiamavasi volgarmente dei Santi
Domenicani^

L'iscrizione che ora leggesi sull'alto dell'altare, in
carattere del secolo xvil, è anteriore alla sua dedica-
zione a Santa Rosa di Lima :

corpvs sodalivm
ss . hvacinti . petri
et pavli
scite . sancte
dic

Più tardi a Santa Rosa fu dedicato l'altare pros-
simo alla cappella del Crocefisso; questo fu dedicato

1 Pellegrini, op. cit., cap. V.

2 Fot 2: «Inter aliare s. Vincentij et altare s. Petri
martyris est vnum depositum cum arma illorum de Sesso de
vincentia et in eo est depositum cadaver dni Ugolini de
Sesso ad tempus ».

3 Pellegrini, op. cit., cap. VI. Il luogo del noviziato
era stato approvato con diploma 12 luglio 1608 di Berlin-
gerio Gysius vescovo di Rimini e nunzio pontificio nel do-
minio veneziano. Arch. Santa Anastasia, diploma 2, appen-
dice 3 (Ant. Arch. Ver.).

4 Sbaglia il Pellegrini nel dire che San G S cinto fu ca-
nonizzato nel 1600 e Santa Rosa di Lima ne' 1669. Cfr.
Morom, Dizionario, s. v.

5 Paolo Farinati usava scrivere il diario dei suoi lavori,
che di recente venne pubblicato da L. Simeoni {Il gior-
nale del pittore Paolo Farinati, Madonna Verona, 19io,
IV, 211). Ivi è detto che il pittore cominciò nel giugno 1595
a lavorare attorno alla dipintura del miracolo di San Gia-
cinto per commissione del « magnifico signor Massimiano
Pelegrin » « qual va posta in santa Nestasia ».

6 Simeom, Guida, pag. 60.

7 Pellegrini, op. cit., cap. VI.
 
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