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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 3
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Muñoz, Antonio: La scultura barocca e l'antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0184

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ANTONIO MUNOZ

seno; anche il manto che ricopre la parte inferiore accompagnando il leggero movi-
mento della gamba sinistra un po' sollevata, ha pieghe composte e fini.

Nella testa, con le chiome raccolte, col volto purissimo, spira un'aria di grazia soave,
e tutti i lineamenti regolarissimi hanno un'espressione di modestia e di candore. Non
è la statua più bella del Seicento, anzi è la meno caratteristica dell'epoca, tanto è lon-
tana da ogni barocchismo, ma è certo una delle più soavi figure femminili create dal-
l'arte di tutti i tempi. « Non così tosto fu esposta al pubblico questa statua, dice il Bel-
lori, che a lui (Francesco) si volsero gli occhi e le voci di ciascuno vedendosi le più scelte
e le migliori forme, che sopra la natura possa conseguire l'idea studiosa degli Antichi ».
lì continua avvertendo che il Fiammingo ebbe per iscorta l'Urania, statua antica mi-
rabile del Campidoglio, volendo forse alludere alla statua posta in una nicchia del pia-
nerottolo dello scalone del Palazzo dei Conservatori, che infatti offre con la S. Susanna
notevoli riscontri.

La Santa Susanna bellissima del Fiammingo divenne quasi un canone degli artisti
secenteschi: il Peroni la riprodusse nella S. Eugenia della chiesa dei SS. Apostoli, Andrea
Sacchi la collocò in una nicchia del suo quadro rappresentante un miracolo di S. An-
tonio, della chiesa dei Cappuccini; e fu incisa dall'Audenaerd per la raccolta di statue
antiche e moderne del De Rossi (1704), e dal Thiboust. Numerose riproduzioni e imi-
tazioni libere in bronzo se ne vedono nei Musei di Vienna, di Berlino, di Copenaghen.1

In un'altra delle statue dell'abside di S. Maria di Loreto mi sembra di scorgere una
imitazione da un modello classico, ed è nella Santa Flavia di Domenico De Rossi, la
cui testa è ispirata a quella della Niobc degli Uffizi, che nel Seicento era in Roma a
Villa Medici.

Poco più tardi lo stesso Duquesnoy non potè sfuggire all'influsso del nuovo stile
enfatico suscitato dal Bernini, e quando gli fu dato incarico di eseguire il S. Andrea
colossale, per una delle nicchie dei piloni della Basilica di S. Pietro, il Fiammingo
imaginò una grandiosa figura, poggiata alla croce, col petto gonfio e il capo rovesciato
all'indietro come un cantore che stia per emettere una nota poderosa: non si riconosce
più in quest'opera grandiosa l'autore della classica Santa Susanna! Eppure in confronto
del San Longino del Bernini che trovasi in un altro dei nicchioni, il S. Andrea è ancora
semplice nel panneggio, che ha pieghe sottili e regolari, mentre nella statua berniniana
è pesante e in qualche parte stranamente aggrovigliato così da giustificare un poco il
detto del Milizia, che il Bernini talvolta invece di panneggio ha fatto scogli.

In un terzo nicchione, com'è noto, si vede la bizzarra Veronica di Francesco Mochi,
in atto di mostrare al popolo il sudario col Volto Santo: la Veronica è rappresentata
in corsa, come investita da un colpo di vento che ne sconvolge le vesti, sbattendole
fortemente contro le gambe, e fa pensare a un'antica Niobide. Ed è secondo me cer-
tissimo che il Mochi, che abbiamo visto in principio di questo studio tutto immerso
nella contemplazione delle cose antiche, si sia ispirato per questa sua figura appunto
alla statua di una delle figlie di Niobe, e precisamente a quella n. 246 degli Uffizi, che a
suo tempo era in Roma, a Villa Medici, rinvenuta presso S. Giovanni in Laterano nel 1583,
e trasportata a Firenze nel 1775. Nell'inventario degli oggetti che trovavansi nello studio
di Ercole Ferrata è pure ricordata « una testa di gesso della figlia della Niobe dei Medici ».
Con la derivazione della Veronica dalla Niobc, mi pare finalmente spiegato lo strano
movimento della statua del Mochi, che parve tanto bizzarro anche ai contemporanei.

1 Interessante è il giudizio che della S. Susanna
dà Francesco Milizia, lo scrittore neo-classico,
aspro critico del barocco: « Questo lavoro è piut-
tosto un'apparenza che una sostanza dì gusto antico ».
[Opere, Bologna, 1826, I, pag. 188). Per le ripro-

duzioni del Sacchi e del Peroni si veda Passeri,
Vite, pag. 88 e 340. Per le riduzioni in bronzo
ed altre imitazioni si consulti la biografia del
Duquesnoy del Sobotka, nel Dizionario di Thieme-
Becker.
 
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