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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 3
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Muñoz, Antonio: La scultura barocca e l'antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0186

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ANTONIO MUNOZ

delizie degli antichi Orti Sallustiani sul Monte Pincio, « impiegollo a restaurare le statue,
tra le quali si riconosce particolarmente un Mercurio, restituito da Alessandro, conforme
la buona maniera antica ». E il famoso Mercurio Facondo della collezione Ludovisi,
oggi nel Museo Nazionale alle Terme Diocleziane (n. d'inv. 8624), che dagli studiosi
d'arte antica viene considerato come derivante da uri originale greco della metà del
secolo V, da ascrivere alla prima maniera di Fidia, e in cui appare nella testa e nelle
forme del corpo qualche punto di contatto con l'arte di Mirone.1 Il restauro dell'Al-
gardi consistè nell'aggiunta di tutto il braccio destro, tranne la parte più vicina alla
spalla, del pollice e dell'indice della mano sinistra, di una borsa tenuta nella destra,
dei piedi, del plinto, e di parte del copricapo con le ali, delle quali non vi era traccia.
Jl braccio destro, opera dell'Algardi, è sollevato, con ampio gesto, che parrebbe ac-
compagnare un discorso vivace, detto con enfasi, e perciò male si adatta alla figura rac-
colta e pensosa; per analogia con simili figure, ad esempio con la cosidetta statua di
Germanico del Museo del Louvre, il braccio destro doveva essere sollevato verso la testa,
col pollice e l'indice uniti, vicino alla tempia o alla fronte. Il gesto deve essere semplice
e calmo, come quello che accompagna un ragionamento logico, preciso; e mentre il dio
parla tutto assorto, il mantello gli è scivolato dal braccio sinistro; motivo questo che
assai bene serve a dimostrare con quale concentrazione egli segue il suo discorso. L'ar-
tista del Seicento non poteva certo imaginare un atteggiamento così profondo e com-
posto, incomprensibile al suo spirito di barocco, e per quella tendenza propria del
suo tempo ad accentuare i movimenti, a scaldare le passioni, ha dato al braccio un
vivace gesto, proprio di un oratore caldo e artificioso.

Oltre che per il cardinal Ludovico Ludovisi, l'Algardi fece restauri di antichità
per altri personaggi: « ricercando ciascuno le statue antiche, molti scultori vivono con
le restaurazioni de' vecchi frammenti e rovine, che da Roma si trasmettono in tutte le
parti. Spese però Alessandro (Algardi) molti anni in queste occupazioni, restaurando
statue antiche, ed alcune particolarmente, che il signor Mario Frangipani mandava in
Francia ».2

Una statua assai nota, restaurata dall'Algardi, è l'Ercole che uccide l'Idra, oggi
nel Museo Capitolino, già nel palazzo Verospi.3 Fu rinvenuta la statua mutila in oc-
casione dei lavori che il cardinal Verallo faceva fare presso la basilica di S. Agnese
fuori le Mura; così quale fu trovata appariva come una figura di giovane atleta, man-
cante delle braccia, della gamba sinistra, e di parte della destra. L'Algardi restaurò
la statua interpretandola come Ercole che uccide l'idra di Lerna bruciandone la testa,
e quindi pose nella sinistra dell'atleta un fascio di rami brucianti e con la destra gli fece
stringere il collo dell'idra, il cui corpo, in forma di grosso drago, figurò dietro la gamba
sinistra, pure aggiunta da lui. Ora, secondo quanto narra il Maffei, il dotto ricercatore
del principio del Settecento, si verificò questo caso veramente notevole: continuandosi
i lavori presso S. Agnese, si rinvenne la gamba mancante della statua, circondata ap-
punto dall'idra, dimostrandosi così che l'Algardi (o chi avevalo consigliato) aveva pro-
prio colto nel segno." E si collocò il frammento presso la statua già completata « per far
vedere, che tra i moderni artefici, v'è stato chi ha saputo non solo emulare, ma imitare
il valore degli antichi; ancorché si sappia per esperienza, quanto nelle opere della mano
sia difficile il partirsi dalla propria maniera per seguire con perfetta imitazione l'altrui.
Tutto ciò manifesta quanto grande fosse l'intelligenza dell'Algardi che. seppe dalle pro-

1 Furtwàngler, Meisterwerke, pag. 86 e 742;
Helbig, Fuhrer, 2* ed. 1899, II, 95; Paribeni,
Guida del Museo Nazionale Romano, 1914, pag. 17.

2 Bellori, Vite, ecc.

3 De Rossi-Maffei, Raccolta di statue antiche,

Roma, 1704, pag. 127-128. Righetti, Descrizione
del Campidoglio, I, tav. 28; Clarac, pag. 797,
2006; Helbig, Fuhrer, 2il ed. 1899, I, pag. 266.

4 II frammento è riprodotto dal Mori, Sculture
del Museo Capitolino, II, tav. XVII, 4.
 
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