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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 3
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Muñoz, Antonio: La scultura barocca e l'antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0188

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ANTONIO MUNOZ

inedito dello studio di Ercole Ferrata, il quale possedeva moltissimi bozzetti del suo
maestro Alessandro Algardi, è ricordato l'Ercole che ammazza l'idra, dì cera, che deve
riferirsi alla statua capitolina.

Un'altra volta troviamo l'Algardi occupato nel restauro di una statua classica, quando
nel 1630 gli fu dato l'incarico di completare un torso di statua romana, per farne la
figura onoraria di Carlo Barberini, fratello di Urbano Vili, e generale di Santa Chiesa,
morto a Bologna il 25 febbraio di quell'anno. Il Fraschetti ha estratto dall'Archivio
Capitolino una serie di note di pagamento dalle quali risulta che dal luglio ai primi di
settembre del 1630 l'Algardi lavorò attorno a quella statua, c gli furono pagati in tutto
scudi centosessanta « j>er havere restaurato il torso della statua ». Il 12 settembre la statua

Fig. 14 -— N. Cordier: Busto di S. Paolo.
Roma, S. Sebastiano fuori le Mura.

fu portata « dalla casa del signor Alessandro scultore alla casa del sig. Cavalier Ber nino
per farvi la testa », per il quale lavoro ebbe il Bernini scudi centocinquanta. La statua
vedesi tuttora nella sala detta dei Capitani, nel palazzo dei Conservatori.1

Il Fraschetti vede nel fatto indicato dai documenti un sanguinoso affronto arre-
cato aU'Algardi, ed io stesso lo seguii in questa spiegazione; ora penso però che si può
dare anche un'altra verosimile interpretazione. L'Algardi nel 1630 era ancora poco o
affatto conosciuto come scultore, ma più come esecutore di minuti oggetti di avorio e
di oreficeria, e come restauratore di cose antiche. Quindi può credersi che solo per questa
sua riconosciuta abilità e specialità nel restaurare statue antiche gli fosse inviato il
torso, che egli doveva completare aggiungendovi le braccia e le gambe, mentre al Ber-
nini, protetto da Urbano Vili, e ritrattista ufficiale della Corte pontificia, si riservava
la testa. L'Algardi completò il torso, che doveva appartenere a un'antica figura di
imperatore del tempo degli Antonini, aggiungendovi le gambe alle quali dette un movi-
mento alquanto più vivace di quello di simili figure antiche; le braccia e il tronco a cui
è poggiato il clipeo, con la figura del sole, motivo araldico dello stemma barberiniano:

1 S. Fraschetti, // Bernini, Milano, Hoepli, 1900, pag. 95; A. Munoz, Alessandro Algardi, in Annua-
rio della R. Accademia di S. Luca, 1913, pag. 37-58.
 
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