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ANTONIO MUÈOZ
gli esemplari antichi ».' Il Milizia infatti aveva osservato come la morbidezza dell'Er-
mafrodito « venga offesa dalla aggiunta berninesca di quel materasso trapunto sì risen-
titamente, che non di piume, nemmeno di lana, ma par ripieno di sassi ».
Il Bernini non fece mai, a quanto si sa, imitazioni o copie di statue antiche, e
perciò non so qual fondamento si debba dare alla notizia del presidente De Brosses,
che nel 1740 vide nel palazzo Barberini un gruppo di Latona Apollo e Diana del Ber-
nini. 2 Può darsi che l'arguto gentiluomo borgognone abbia ricordato male, e che si sia
voluto riferire alla sola figura di Diana addormentata, che vedesi nel salone di Pietro
Fig. 29 — La Medusa del Bernini.
Roma. Palazzo dei Conservatori.
da Cortona del palazzo Barberini, collocata sopra un sarcofago antico, ed è appunto
ispirata da figure classiche poste sui sarcofagi.
E opera certamente dell'ultimo quarto del Seicento, ed è attribuita dalla tradi-
zione locale al Bernini: il Fraschetti, pur non assegnandola al maestro, ci vede la « ca-
rezza serica dello stile berniniano », e la « grazia del Bernini nelle prime sue opere ».
Non mi pare affatto che in questa figura, piuttosto grassoccia e insignificante, si ri-
trovi la maniera della Dafne o della Proserpina del Bernini; la Diana è opera di cin-
quantanni almeno posteriore, dovuta ad un maestro che già preannunzia il Settecento,
e che col Bernini nulla ha a che fare.
Nello stesso salone vedesi una statua rappresentante S. Sebastiano proveniente
dalla casa del Generale D. Carlo Barberini, di cui sopra si è parlato, e condotta nel
palazzo nel 1628. Il Baldinucci, nell'elenco delle opere del Bernini che fa seguito alla
vita del maestro, ricorda in casa Barberini una statua di S. Sebastiano in marmo, che
dev'esser questa di cui si tratta; il Fraschetti ricorda la statua, ma non si pronuncia
2 De Brosses, I.ettres Jamilières, éd. Cnlomb,
Paris, Perrin, 1004, II, pag. 64.
ANTONIO MUÈOZ
gli esemplari antichi ».' Il Milizia infatti aveva osservato come la morbidezza dell'Er-
mafrodito « venga offesa dalla aggiunta berninesca di quel materasso trapunto sì risen-
titamente, che non di piume, nemmeno di lana, ma par ripieno di sassi ».
Il Bernini non fece mai, a quanto si sa, imitazioni o copie di statue antiche, e
perciò non so qual fondamento si debba dare alla notizia del presidente De Brosses,
che nel 1740 vide nel palazzo Barberini un gruppo di Latona Apollo e Diana del Ber-
nini. 2 Può darsi che l'arguto gentiluomo borgognone abbia ricordato male, e che si sia
voluto riferire alla sola figura di Diana addormentata, che vedesi nel salone di Pietro
Fig. 29 — La Medusa del Bernini.
Roma. Palazzo dei Conservatori.
da Cortona del palazzo Barberini, collocata sopra un sarcofago antico, ed è appunto
ispirata da figure classiche poste sui sarcofagi.
E opera certamente dell'ultimo quarto del Seicento, ed è attribuita dalla tradi-
zione locale al Bernini: il Fraschetti, pur non assegnandola al maestro, ci vede la « ca-
rezza serica dello stile berniniano », e la « grazia del Bernini nelle prime sue opere ».
Non mi pare affatto che in questa figura, piuttosto grassoccia e insignificante, si ri-
trovi la maniera della Dafne o della Proserpina del Bernini; la Diana è opera di cin-
quantanni almeno posteriore, dovuta ad un maestro che già preannunzia il Settecento,
e che col Bernini nulla ha a che fare.
Nello stesso salone vedesi una statua rappresentante S. Sebastiano proveniente
dalla casa del Generale D. Carlo Barberini, di cui sopra si è parlato, e condotta nel
palazzo nel 1628. Il Baldinucci, nell'elenco delle opere del Bernini che fa seguito alla
vita del maestro, ricorda in casa Barberini una statua di S. Sebastiano in marmo, che
dev'esser questa di cui si tratta; il Fraschetti ricorda la statua, ma non si pronuncia
2 De Brosses, I.ettres Jamilières, éd. Cnlomb,
Paris, Perrin, 1004, II, pag. 64.