STATUE E BUSTI DI SISTO I
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Intorno ad Accursio Baldi si hanno poche notizie. Poche sono inoltre le opere sue
(almeno le conosciute) e sono, oltre a quelle di Fermo, già indicate, due angeli con can-
delieri e qualche altro lavoro all'altare della chiesa dell'ospedale di S. Maria della Scala
in Siena. Gaetano De Minicis gli attribuì pure la Santa Teresa che si trova negli Scalzi
di Venezia, perchè si sa scolpita da un Baldi;1 ma egli non vide 0 seppe che si tratta del-
l'opera di un seguace del Bernini posteriore di forse un secolo al nostro Accursio.2 Ad
ogni modo l'errata attribuzione a Uri bastò per raffermarsi nella idea che il Baldi fosse
veneto. Barosio Fisolero da Cha Ciondola non l'aveva forse chiamato in un sonetto « sier
Accursio mio »? e non lo si trova in un docu- _ ^^^^^^^^^^^^^^ ......t
mento fermano detto con tono veneziano San-
soin? Dunque il De Minicis concludeva: « Forse
il Baldi si sarà piaciuto denominarsi Sansovino
o dall'essere stata sua patria Monte Sansovino
luogo dello stato veneziano, oppure da Anto-
nio Contucci da Monte a Sansovino o da Ja-
copo Tatti Sansovino; poiché non sarebbe 1 W\/Z[irti&, '-.fyìfyj
forse improbabile che l'uno o l'altro di essi ^S^^^é 1
sia stato il maestro dell'artefice di cui ragio- kCW( kaC" 'wi
niamo ». Séguita poi, optando per la seconda
ipotesi, la quale, man mano, nel ragionamento \ / >, j^gjM
di lui, si muta in fatto sicuro ! Oual Monte %^s^\
Sansovino sia nello Stato veneto non sappiamo;
certo è, a buon conto, che Accursio Baldi non
lavorò mai, che si sappia, nel Veneto o per il '• -
Veneto; e che, invece, prima che a Fermo, i
documenti lo indicano esclusivamente in To-
scana, sì che conviene seguire la comune opi-
nione ch'ei sia nato a Monte San Savino in
provincia d'Arezzo,3 e che, come Andrea Con-
tucci, amasse esser detto e dirsi Sansovino. _.____
Egli d'altronde come scultore appartiene al u sisto v di ].-crrao
gruppo degli artisti che si svolsero sotto l'in- diali'incisioni; pubblicata ne L'Album dei 1841.
flusso di Michelangelo e di Gian Bologna.
Infatti nel 1585 si trovava con la famiglia (certo col padre) a Firenze, e di là il ò aprile
scriveva una lettera piena di giovanile baldanza a Scipione Cibo in Siena, intorno
precisamente ai due angeli di S. Maria della Scala.4 Egli si lamenta che Gian Bologna
abbia indicato pel suo lavoro un prezzo inferiore a quello ch'ei ragionevolmente si
aspettava. Intendeva, infatti, essere pur pagato « de l'invenzione e de' modelli grandi
e piccoli » che aveva fatto « delle base di marmo e del ordine che ricigne tutto l'altare
1 Statua del Pontefice Sisto V, pag. 359.
2 U. Thieme, A II gemerne s Lexikon der bildenden
Kùnstler, II (Lipsia, 1908), pag. 391.
3 Giammaria Mazzuchelli negli Scrittori d'Italia
(voi. II, part. I. Brescia, 1758, pag. 114), lo dice
« da Monte Sansovino nel Ducato di Spoleto ». Ma
quale Monte Sansovino fu mai nel Ducato di Spo-
leto? Una piccola frazione si trova non lungi dal
lago Trasimeno, ma è San Savino e non Monte
Sansovino e nemmeno Monte San Savino. Casi-
miro Tempesta scrisse doversi la statua al famoso
Sansovino, confondendo certo con Andrea o con
Jacopo, già da tempo morti quando avvenne l'e-
lezione di Sisto V. Storia della vita e gesta di Sisto
Quinto, 1, pag. 218.
4 Tale lettera fu comunicata da Gaetano Mi-
lanesi a Giovanni Gaye che la pubblicò'nel Car-
teggio inedito d'artisti, III (Firenze, 1840), pagg. 464-
468. Fu poi ripubblicata dallo stesso Milanesi
nei Documenti per la storia 'dell'arte senese, III
(Siena, 1856), pagg. 257-260.
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Intorno ad Accursio Baldi si hanno poche notizie. Poche sono inoltre le opere sue
(almeno le conosciute) e sono, oltre a quelle di Fermo, già indicate, due angeli con can-
delieri e qualche altro lavoro all'altare della chiesa dell'ospedale di S. Maria della Scala
in Siena. Gaetano De Minicis gli attribuì pure la Santa Teresa che si trova negli Scalzi
di Venezia, perchè si sa scolpita da un Baldi;1 ma egli non vide 0 seppe che si tratta del-
l'opera di un seguace del Bernini posteriore di forse un secolo al nostro Accursio.2 Ad
ogni modo l'errata attribuzione a Uri bastò per raffermarsi nella idea che il Baldi fosse
veneto. Barosio Fisolero da Cha Ciondola non l'aveva forse chiamato in un sonetto « sier
Accursio mio »? e non lo si trova in un docu- _ ^^^^^^^^^^^^^^ ......t
mento fermano detto con tono veneziano San-
soin? Dunque il De Minicis concludeva: « Forse
il Baldi si sarà piaciuto denominarsi Sansovino
o dall'essere stata sua patria Monte Sansovino
luogo dello stato veneziano, oppure da Anto-
nio Contucci da Monte a Sansovino o da Ja-
copo Tatti Sansovino; poiché non sarebbe 1 W\/Z[irti&, '-.fyìfyj
forse improbabile che l'uno o l'altro di essi ^S^^^é 1
sia stato il maestro dell'artefice di cui ragio- kCW( kaC" 'wi
niamo ». Séguita poi, optando per la seconda
ipotesi, la quale, man mano, nel ragionamento \ / >, j^gjM
di lui, si muta in fatto sicuro ! Oual Monte %^s^\
Sansovino sia nello Stato veneto non sappiamo;
certo è, a buon conto, che Accursio Baldi non
lavorò mai, che si sappia, nel Veneto o per il '• -
Veneto; e che, invece, prima che a Fermo, i
documenti lo indicano esclusivamente in To-
scana, sì che conviene seguire la comune opi-
nione ch'ei sia nato a Monte San Savino in
provincia d'Arezzo,3 e che, come Andrea Con-
tucci, amasse esser detto e dirsi Sansovino. _.____
Egli d'altronde come scultore appartiene al u sisto v di ].-crrao
gruppo degli artisti che si svolsero sotto l'in- diali'incisioni; pubblicata ne L'Album dei 1841.
flusso di Michelangelo e di Gian Bologna.
Infatti nel 1585 si trovava con la famiglia (certo col padre) a Firenze, e di là il ò aprile
scriveva una lettera piena di giovanile baldanza a Scipione Cibo in Siena, intorno
precisamente ai due angeli di S. Maria della Scala.4 Egli si lamenta che Gian Bologna
abbia indicato pel suo lavoro un prezzo inferiore a quello ch'ei ragionevolmente si
aspettava. Intendeva, infatti, essere pur pagato « de l'invenzione e de' modelli grandi
e piccoli » che aveva fatto « delle base di marmo e del ordine che ricigne tutto l'altare
1 Statua del Pontefice Sisto V, pag. 359.
2 U. Thieme, A II gemerne s Lexikon der bildenden
Kùnstler, II (Lipsia, 1908), pag. 391.
3 Giammaria Mazzuchelli negli Scrittori d'Italia
(voi. II, part. I. Brescia, 1758, pag. 114), lo dice
« da Monte Sansovino nel Ducato di Spoleto ». Ma
quale Monte Sansovino fu mai nel Ducato di Spo-
leto? Una piccola frazione si trova non lungi dal
lago Trasimeno, ma è San Savino e non Monte
Sansovino e nemmeno Monte San Savino. Casi-
miro Tempesta scrisse doversi la statua al famoso
Sansovino, confondendo certo con Andrea o con
Jacopo, già da tempo morti quando avvenne l'e-
lezione di Sisto V. Storia della vita e gesta di Sisto
Quinto, 1, pag. 218.
4 Tale lettera fu comunicata da Gaetano Mi-
lanesi a Giovanni Gaye che la pubblicò'nel Car-
teggio inedito d'artisti, III (Firenze, 1840), pagg. 464-
468. Fu poi ripubblicata dallo stesso Milanesi
nei Documenti per la storia 'dell'arte senese, III
(Siena, 1856), pagg. 257-260.