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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 3
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Fiocco, Giuseppe: I pittori da Santacroce
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0233

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/ PITTORI DA SANTACROCE

187

IL

GEROLAMO DA SANTACROCE.

Con i due ultimi miseri compagni del Rizzo
termina la prima branca dei maestri da Santa-
croce, quella cioè che mette capo a Francesco di
Simone. Un'altra non meno feconda, pur conser-
vando legami evidenti con quella, di cui soven-
temente sfruttò gli esemplari, fu seguace di un
indirizzo più moderno, più coordinato e continuo e
sorge con Gerolamo figlio di Bernardino « sartòr ».

La diretta dipendenza dai Bellini è certo ben
più probabile di quella vantata da Francesco di

Fig. 13 - Gerolamo da Santacroce: Ritratto
Milano, Museo Poldi-Pezzoli - (Fot. Alinari).

Simone, se è lui quel « Jerolimo, de maistro Ber-
nardin, depentor •> che scrisse il testamento di
Maria del q. Antonio Trevisano, seconda moglie
di Gentile, 1 e gli si deve riferire, unitamente al
garzone Ventura, il lascito di certi disegni « mea
omnia designia retracta de Roma » che Gentile
Bellini fece nel suo testamento del i<S febbraio 1507,
in parti uguali a ciascuno dei due aiuti.2 Nè man-
cano per verità nelle opere del Bergamasco le

1 Archivio di Stato, Venezia, Testamenti di Scalla Andrea,
B.a 879, 11. 2.13. 11 titolo di maestro dato a Bernardino, padre
di questo Gerolamo, non è sconveniente ad un sarto; quindi
non intralcia l'identificazione proposta.

2 Ibid. Atti di Bernardo Cavagnis, B.» 271, n. 307. La data
è del 1506 more veneto, corrispondente al 1507.

tracce di queste influenze primitive e giovanili,
come ci fanno fede il ritratto di tutto profilo del
Museo Poldi-Pezzoli 3 (fig. 1.3), e probabilmente
quello di fanciullo della raccolta Dreyfus a Parigi,
che il Philipps, senz'esser seguito da alcun buon
conoscitore, aggiudicò nientemeno che a Jacopo
Bellini,4 per certe somiglianze con i celebri disegni
del caposcuola veneziano. Somiglianze ammissibili,
ma che non possono far dimenticare quanto l'opera
debole, dalle carni biancastre, dai capelli filettati,
precisamente come nel profilo citato del Poldi-Pez-
zoli, sia posteriore per tecnica al primitivo veneziano.
Meglio assai conviene a Gerolamo, il quale potè
agevolmente usufruire i disegni di Jacopo secondo
gli aveva insegnato il suo primo maestro Gentile.

TI 23 febbraio il maggiore dei Bellini moriva,
lasciando al fratello l'incarico di terminare la
grande opera dedicata alla predicazione di S. Marco,
oggi a Brera. Lavoro a cui Giambellino attese con
ogni diligenza e con molto vantaggio dell'estrema
pittura fraterna. Naturale è quindi che, almeno per
alcun tempo, il garzone Gerolamo passasse sotto
di lui ad aiutarlo. Ce lo prova in maniera chiaris-
sima un dipinto di Giambellino, appunto di quel-
l'anno 1507, difettoso quant'altri mai dell'insigne
maestro, troppo occupato nel terminare la compo-
sizione di Gentile per non trascurare i lavori se-
condari e abbandonarli agli aiuti.

In quello poi della così detta cappella santa di
S. Francesco della Vigna, una Sacra Conversa-
zione, per quanto il Gronau e il Frizzoni lo neghino,
sono tanti i difetti disegnativi, sono cosi partico-
lari le tracce dell'aiuto da non doversi ammettere
che, oltre al concetto e al disegno altro vi sia che

Fig. 14 - Giambellino e aiuti: Sacra Conversazione
Venezia, S Francesco della Vigna - (Fot. Alinari;.

possa tornare a onore del vecchio e grande capo-
scuola (fig. 14). Osserviamo, incominciando da

3 N. 612, firmato.

4 Cfr. Burlington Magatine, 1910, gennaio. Il Testi (.S'(. del-
l'Arte Veneziana, II) rifiutò giustamente l'attribuzione.
 
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