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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 3
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Fiocco, Giuseppe: I pittori da Santacroce
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0234

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i88

GIUSEPPE FIOCCO

destra, il molliccio S. Sebastiano dagli occhi dolci,
dalla crespa capigliatura sollevata come fosse una
parrucca, notiamo la deforme mano del S. Gero-
lamo imbronciato, gli occhi mal segnati della
Vergine, il braccio rachitico del Battista, e questo
senza soffermarci al committente, un Iacopo
Dolfino, secondo vuole il Moschini,1 ad evidenza
rifatto; notiamo il giallo troppo vivace del soppanno
nel manto della Madonna, e la nota bordura a
lettere cufiche lungo lo scollo e più che tutto il
paesaggio senz'aria e senza lontananza, animato
da macchiette meschinelle, coronato dalle cime
cerule dei monti e da una striscia bianca di nubi;
convenzionale modo particolarissimo di Gerolamo
da Santacroce.

E dovette sembrar tanto grande al garzone
l'onore di aver collaborato a un'opera del maestro
ch'egli mirò ad essa per molto tempo della sua vita
artistica e non si stancò di farla ripetere alla scuola

Fig. 15 — Gerolamo da Santacroce: Sacra Conversa/ione
Liverpool, Pinacoteca - (Fot. Mansell).

in certa copia di Rovigo 2 e in altra di Bergamo 3
e di trarne egli stesso delle buone varianti, come il
quadretto di Liverpool che dò riprodotto (fig. 15),
in cui appare il caratteristico S. Gerolamo, mentre
il S. Giov. Battista vi assume l'aspetto dolciastro
di S. Sebastiano.* K stanno assai bene accanto a
questo gruppo la Sacra Conversazione Johnson a
Philadelphia 5 e una Madonna fra S. Giuseppe,
il Battista e donatore, dell'Accademia di Torino,6
con la falsa firma di Giambellino stesso.

Quanto sia stata grande l'influenza del capo-
scuola veneziano ci confermano due notevoli fi-
gure intere di Santi della National Gallery, atte-

1 Piccata Guida di Venezia, 1848, p. 67. Firmata: « Joannes
Bellinus. M.D.VII ».

2 Fòt-. Alinari, n. 18335.

3 N. 385; vi sono in più due ritratti. Il fare tiene anche
non poco del Rizzo.

+ Walker Art Gallery, n. 32.
8 U. S. A., n. 184.
6 N. 559-

stanti le buone qualità del pittore maturo; dato
che, accogliendo la ragionevolissima congettura
del Ludwig, si debbano ritener provenienti dal-
l'Oratorio di S. Maria della Pace presso S. Giovanni
e Paolo, e si assegnino all'anno 1512.1 Rappre-
sentano un grandioso S. Giovanni Evangelista
leggente e S. Alessandro, ugualmente vivace di
tinte, ma più melenso d'espressione (fig. 16); e

Fig. 16 - Gerolamo da Santacroce: Ss. Alessandro
e Giovanni ■ Ev.
Londra, National Gallery — (Fot. Hanfstangl).

già vi si notano quegli occhi strabici che furono
particolari oltre a Gerolamo al figlio Francesco e al
nipote Pietro Paolo. Queste opere londinesi ci
istruiscono tuttavia che il pittore non mirava solo
a Giambellino ma anche agli esemplari più agevoli e
campagnuoli di Cima da Conegliano, cosicché
allorquando nel 1517 aprì una sua bottega in par-
rocchia di S. Antonino (o Martino), nella Casa
dei Preti, dovettero uscirne pitture come quella
Madonna fra ì SS. Gerolamo e Battista che al Museo
di Verona un tempo era assegnata al coneglianese
stesso ed ora porta il nome di un suo seguace:
Vincenzo dalle Destre 2 (fig. 17),

Nessuno dubiterà di dovervi riconoscere invece
il nostro maestro, non ancora dimentico dell'esem-
plare giambellinesco di S. Francesco della Vigna,
benché tutto si approssimi, sino alla confusione,
al Cima, su cui è specialmente calcato il S. Gero-
lamo, fiso piamente nella Vergine protettrice.

Ciò che più appare proprio del maestro da San-
tacroce è il pittoresco sfondo, con i paeselli bian-
castri, i monti animati da piacevoli figurette di

1 Nn. 632-633.

2 334. Nello sfondo i due lanzi correnti sono derivati da
Un'incisione del Durer.
 
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