1 PITTORI DA SANTACROCE
189
contadini operosi, e il cielo limitato all'orizzonte
dalla solita striscia biancastra di vapori e rigato
da fila di nubi più evanescenti, come una marez-
zatura, o come i velari teatrali nei cambiamenti
di scena a sipario alzato.
Mentre moltissime sono le opere di questo pe-
riodo per il laborioso maestro, poche sono le no-
tizie documentali che lo riguardano, e poco in-
teressanti, come le testimonianze del 7 settem-
bre 1517,1 del 17 settembre 1518,? del 23 otto-
bre 1523,3 del 29 marzo 1536,4 del 14 maggio
1528,5 del 25 settembre 1541,6 benché alcuna
volta attestino un legame con le nobili famiglie
veneziane di cui ci sono poi buona testimonianza
le opere.
Così quelle del 29 giugno 1544,7 e 28 marzo
1546,8 riguardanti la famiglia Sagredo di S.ta Ter-
Fig. 17 - Gerolamo da Santacroce: Sacra Conversazione
Verona, Museo Civico — (Fot. Lotze).
nita (Trinità), che confortano appieno certa mia
identificazione di un'opera del maestro in una
tela succosamente colorita, andata a finire dalla
cappella nobiliare della chiesa dedicata alla Tri-
nità, oggi distrutta, nientemeno che a S. Étienne
du Mont a Parigi, nella dodicesima cappella del
retrocoro, dedicata a S. Benedetto (fig. 18ì. Rap-
presenta a figure intere la Vergine col Bambino
fra S. Giovanni Battista e il Beato Gherardo
Sagredo, vescovo di Strigonia, sovra un largo e
popoloso paesaggio.9 La stessa maestosa figura
vescovile ingrandita riconosceremo agevolmente
1 Àreh. di Stato, Venezia, B.a 786, ce 186, Atti di Bart.
Pedretti.
2 Ibid. Atti di Beni. Cavaguis, B.a2/i, n. 352.
3 Ibid. Atti di Bart. Pedretti, B.a 78O, n. 497.
4 Ib. Magistrato del Proprio. Lettere 1535-6, Reg. io,
ce 74.
5 Ib. Sez. Xot. Bartoli Pietro, n. 79, B." 63.
6 Ib. Lorenzo Zorzi, B.° 1084, n. i6s.
7 Ib. Frane Bianco, B.a 127, 11. 785.
° Ib. Ang. Canali, B.a 209, n. 290.
9 II dipinto (tela m. 1,16X1,70) dato a scuola del Cima
\\a\VInventaire General des Richesses d'Art de la France (Plon,
in un Sun l'iosdocimo, dato a Domenico Campa-
gnola, dell'Accademia Veneziana,1 in cui persino
certi particolari della ferula col riccio rappresen-
Fig. 18 — Gerolamo da Santacroce: Sacra Conversazione
Parigi, St. Étienne du Mont.
tante l'Annunciazione e certe movenze ritornano
appieno (fig. 19). Più interessante d'ogn'altra te-
stimonianza, e certo ben più istruttiva della no-
tizia di un lascito di due ducati, fatto a un Gero-
lamo pittore, probabilmente il nostro, dal com-
pare Simplicio Carminati bergamasco il 18 giugno
r523,2 è il ricordo che lascia di lui L. Lotto nel
suo libro dei conti il 29 giugno 1542, come d'un
aiuto intento a « doi teste de Salvator per ma-
stro Sixto frate in Zani Polo ».3 Si potrebbe in
tal guisa spiegare quel tanto di Santacroce che
fa portare questo nome a una Madonnina incoro-
nata da angeli, dai colori un po' troppo sgargianti
nel Museo Correr, meglio conveniente al Lotto,
che certo v'ebbe la parte maggiore.4 Questa mol-
teplicità di relazioni condusse a poco a poco Gi-
rolamo oltre a gli esemplari di Giambellino e del
Cima, a un grato eclettismo, sempre più largo e
vario, quello che, morendo poco dopo il 9 luglio
Paris, 1876, p. 310), Iti donato alla chiesa parigina nel 1864.
Proviene con ogni probabilità da quella veneziana di S. Ter-
nità e precisamente dalla cappella Sagredo ove il Boschini
t'ita di Gerolamo una Madonna fra il Battista e Nicolò (contuso
col B. Gherardo, del pari vescovo). Cfr. Boschini, Ricche
Minere, Sest. Castello, p. 38. Onesta chiesa fu chiusa nel
1810, distrutta nel 1832. F. Sansovino (VeneHa città nobi-
lissima, ed. Martinioiii, 1663, p. 38) ricorda infatti che Ge-
rolamo Santa Croce dipinse per Santa Trinità "la tavola nella
cappella di casa Sagredo, figurando in essa S. Gerardo Patrizio
Veneto della medesima famiglia, il quale fu Vescovo d'Un-
gheria, e martire. ».
1 X. 170. Il colorito biancastro delle carni, e l'abuso degli
azzurri fa pensare vi avesse buona parte il figlio di Gerolamo,
Francesco. Proviene dalla chiesa padovana del Torresino.
2 Arch. di Stato, Venezia, G. F. de Raspis, B.a 835, n. 346.
3 Gallerie Nazionali, 1895, p. 108; gli vengono date 1. 10,5.
4 N. 37-
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contadini operosi, e il cielo limitato all'orizzonte
dalla solita striscia biancastra di vapori e rigato
da fila di nubi più evanescenti, come una marez-
zatura, o come i velari teatrali nei cambiamenti
di scena a sipario alzato.
Mentre moltissime sono le opere di questo pe-
riodo per il laborioso maestro, poche sono le no-
tizie documentali che lo riguardano, e poco in-
teressanti, come le testimonianze del 7 settem-
bre 1517,1 del 17 settembre 1518,? del 23 otto-
bre 1523,3 del 29 marzo 1536,4 del 14 maggio
1528,5 del 25 settembre 1541,6 benché alcuna
volta attestino un legame con le nobili famiglie
veneziane di cui ci sono poi buona testimonianza
le opere.
Così quelle del 29 giugno 1544,7 e 28 marzo
1546,8 riguardanti la famiglia Sagredo di S.ta Ter-
Fig. 17 - Gerolamo da Santacroce: Sacra Conversazione
Verona, Museo Civico — (Fot. Lotze).
nita (Trinità), che confortano appieno certa mia
identificazione di un'opera del maestro in una
tela succosamente colorita, andata a finire dalla
cappella nobiliare della chiesa dedicata alla Tri-
nità, oggi distrutta, nientemeno che a S. Étienne
du Mont a Parigi, nella dodicesima cappella del
retrocoro, dedicata a S. Benedetto (fig. 18ì. Rap-
presenta a figure intere la Vergine col Bambino
fra S. Giovanni Battista e il Beato Gherardo
Sagredo, vescovo di Strigonia, sovra un largo e
popoloso paesaggio.9 La stessa maestosa figura
vescovile ingrandita riconosceremo agevolmente
1 Àreh. di Stato, Venezia, B.a 786, ce 186, Atti di Bart.
Pedretti.
2 Ibid. Atti di Beni. Cavaguis, B.a2/i, n. 352.
3 Ibid. Atti di Bart. Pedretti, B.a 78O, n. 497.
4 Ib. Magistrato del Proprio. Lettere 1535-6, Reg. io,
ce 74.
5 Ib. Sez. Xot. Bartoli Pietro, n. 79, B." 63.
6 Ib. Lorenzo Zorzi, B.° 1084, n. i6s.
7 Ib. Frane Bianco, B.a 127, 11. 785.
° Ib. Ang. Canali, B.a 209, n. 290.
9 II dipinto (tela m. 1,16X1,70) dato a scuola del Cima
\\a\VInventaire General des Richesses d'Art de la France (Plon,
in un Sun l'iosdocimo, dato a Domenico Campa-
gnola, dell'Accademia Veneziana,1 in cui persino
certi particolari della ferula col riccio rappresen-
Fig. 18 — Gerolamo da Santacroce: Sacra Conversazione
Parigi, St. Étienne du Mont.
tante l'Annunciazione e certe movenze ritornano
appieno (fig. 19). Più interessante d'ogn'altra te-
stimonianza, e certo ben più istruttiva della no-
tizia di un lascito di due ducati, fatto a un Gero-
lamo pittore, probabilmente il nostro, dal com-
pare Simplicio Carminati bergamasco il 18 giugno
r523,2 è il ricordo che lascia di lui L. Lotto nel
suo libro dei conti il 29 giugno 1542, come d'un
aiuto intento a « doi teste de Salvator per ma-
stro Sixto frate in Zani Polo ».3 Si potrebbe in
tal guisa spiegare quel tanto di Santacroce che
fa portare questo nome a una Madonnina incoro-
nata da angeli, dai colori un po' troppo sgargianti
nel Museo Correr, meglio conveniente al Lotto,
che certo v'ebbe la parte maggiore.4 Questa mol-
teplicità di relazioni condusse a poco a poco Gi-
rolamo oltre a gli esemplari di Giambellino e del
Cima, a un grato eclettismo, sempre più largo e
vario, quello che, morendo poco dopo il 9 luglio
Paris, 1876, p. 310), Iti donato alla chiesa parigina nel 1864.
Proviene con ogni probabilità da quella veneziana di S. Ter-
nità e precisamente dalla cappella Sagredo ove il Boschini
t'ita di Gerolamo una Madonna fra il Battista e Nicolò (contuso
col B. Gherardo, del pari vescovo). Cfr. Boschini, Ricche
Minere, Sest. Castello, p. 38. Onesta chiesa fu chiusa nel
1810, distrutta nel 1832. F. Sansovino (VeneHa città nobi-
lissima, ed. Martinioiii, 1663, p. 38) ricorda infatti che Ge-
rolamo Santa Croce dipinse per Santa Trinità "la tavola nella
cappella di casa Sagredo, figurando in essa S. Gerardo Patrizio
Veneto della medesima famiglia, il quale fu Vescovo d'Un-
gheria, e martire. ».
1 X. 170. Il colorito biancastro delle carni, e l'abuso degli
azzurri fa pensare vi avesse buona parte il figlio di Gerolamo,
Francesco. Proviene dalla chiesa padovana del Torresino.
2 Arch. di Stato, Venezia, G. F. de Raspis, B.a 835, n. 346.
3 Gallerie Nazionali, 1895, p. 108; gli vengono date 1. 10,5.
4 N. 37-