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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 3
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Fiocco, Giuseppe: I pittori da Santacroce
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0239

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/ PITTORI DA SANTACROCE

193

Giambellino, come avviene per la pala della Ver-
gine fra le SS. Maddalena, Apollonia, Lucia e
Caterina 1 o ricordati quale pittura carpaccesca,
come la Madonna della Misericordia a S. Maria
delle Paludi presso Spalato.2 E la difficoltà è tanto
maggiore in quanto, sinché visse il padre Gerolamo,
anche nelle opere in cui è più evidente la mano di
Francesco, ad esempio nel polittico absidale
della succitata chiesa spalatina, rappresentante
la Madonna fra gli angeli in alto e al centro il
Serafico d'Assisi fra i SS. Bernardino e Antonio,
con negli scomparti laterali i SS. Doimo, Ludovico,
Giov. Battista e Girolamo, e le sante Elena e Ca-
terina, come dimostrano le tinte, le striscie di nubi
per il cielo azzurro e più la spudorata copia dal
Cima di S. Giovanni in Bragora, della S. Elena,
si legge il nome di Gerolamo.3

Talvolta però le pitture non sono firmate;
così nella Madonna della Misericordia, già notata,
nella stessa chiesa, nel primo altare a destra e
nella Vergine in trono con i due soliti angioletti
sui gradini e accanto S. Giovannino e i SS. Pietro
e Chiara, dell'altare di fronte.

Trattandosi d'un'arte ridotta a mestiere era
naturale conservare, fino al possibile, il nome più
noto e più apprezzato; chè sarebbe stata commer-
cialmente imprudenza cambiare il titolare della
ditta.

A Lesina invece e anche a Chirignago nella Ma-
donna della Misericordia fra i SS. Marco e Giorgio,
e alcuni devoti,4 opera prossima all'altra di simile
soggetto di S. Maria delle paludi a Spalato (ove
perciò si deve leggere la data del 1581 anziché
quella del 1541, ripetuta dal Cavalcasene e dal
Ludwig) il nome di Francesco appare chiaramente.
Nella chiesa francescana dell'isola dalmata si tratta
però d'un complesso di pitture del 1583, eseguite
quando ormai anche il nome del figlio di Gerolamo
doveva esser noto al pari di quello del padre, di
cui già nel 1547 Francesco era divenuto procura-
tore.

Ma per quanto si trattasse, a detta del Fabianich,
di un dono della famiglia veneziana dei Griffico,5
il pittore non ebbe ritegno nel ricorrere ai soliti
plagi; e non è senza sorpresa che nella Madonna
reggente sulle ginocchia il Bambino addormentato,
con tre angeli ai piedi e quattro in alto, e ai lati
i Santi Giov. Battista e Gerolamo, si riconosce la

1 là. p. 15.

2 Cfr. Guida di Spalato di Mons. F. Bui.ic'.

3 TI polittico è rosi firmato: « Hieronimus. De. Santa.
Cruce. M.D.XLVIIII ».

4 Chiesa parrocchiale, ultimo altare a sinistra.

5 Donato Fabianich, Dipinti della città di Lesina, Zara,
1849, pagg. 28-33.

diligente imitazione di una vecchia opera di
Alvise Vivarini! Più originale è Francesco nell'Ado-
razione dei pastori che adorna il parapetto della
cantoria, assai prossima a una tela di Berlino,
male attribuita a Gerolamo; nella Concezione che
fa bilancia alla Madonna alvisiana e nel gran po-
littico, stridente di turchini e eli gialli dell'aitar
maggiore, in cui si nota la Madonna in gloria,
fra quindici angeli, adorata dai SS. Francesco,
Antonio e Bernardino, tra i SS. Gerolamo, Andrea,
Pietro e Stefano papa.1

Ed è questa disinvoltura nell'imitare gli artisti
più disparati, a indurre chi non stia bene attento ad
azzardare battesimi non corrispondenti al vero.
Chè non solo dalle pitture più o meno contempo-
ranee si accontentarono di trar partito i Santacroce
ma si valsero con la più grande abilità delle stampe
nostrali e tedesche; in specie quando il soggetto

Fig. 24 - Francesco e Gerolamo da Santacroce:

Giudizio di Salomone (particolare di soffitto)
Parigi, Museo Jaqueniart-André - (Fot. Bulloz).

mirabilmente vi si prestava, come in quel soffitto
a chiaroscuro del museo Jaquemart-André, di cui
abbiamo parlato innanzi, a proposito di Gerolamo e
che nei suoi venticinque scomparti, vera enciclo-
pedia pittorica, con rappresentazioni sacre, astro-
logiche e mitiche, mescola le più strane favelle.
Così derivano certo dal Mocetto specialmente le
figure singole, dagli occhi sbalorditi, dalla fronte
depressa, dalla capigliatura cimesca. Altra volta
del resto i Santacroce erano stati ragionevolmente
confusi con questo vivarinesco, come nella piccola
Madonna, in gloria, sovrastante due santi martiri,
del Museo vicentino.2

Manca però l'osso alvisiano e più manca nel sof-
fitto André in quelle scenette che pretenderebbero
d'essere giorgionesche, come nel Giudizio di Salo-
mone (fig. 24), in cui il re saggio giudica, pari al
tiranno di molti martiri, piacevoli (mi si permetta
il gioco di parole), che citeremo innanzi, popolosi

1 Firmato: « Francischi Sancte. Chrncis. Pinsit, 1583 ».

2 N. 155, attribuito a scuola del Mocetto.

L'Arte. XIX, 25.
 
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