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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 3
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Perotti, Maria: L' opera di Gian Battista Gaulli in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0259

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L'OPERA DI GIAN BATTISTA GAULLI IN ROMA

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(cs. tìg. 9) della Santa, che si differenz'ano totalmente dalla Glorificazione per il carattere
disegnativo e le tinte screziate opache: essi semhrano copie di incisioni berniniane e non
trovan riscontro in altre pitture del Gaulli, neppure in quelle del tondo centrale e nelle
Virtù che lo attorniano. Qua e là il pittore rinuncia alla sua personalità per copiare Cor-
reggio: i due gruppi di fanciulli acclamanti la Santa s'annidano sulle nubi come gli angeli
correggeschi; uno di essi, visto pel dorso, ristampa l'atteggiamento di Io allacciata dalla
grigia nube. Ma il pittore genovese non intende la prospettiva aerea del Correggio, sviluppa
le figure preferibilmente nel senso della lunghezza per mantenerle sullo stesso piano;

Kig. 6 — G. B. Gaulli: La Giustizia, la Pace e la Verità. Fig. 7 — G. B. Gaulli : La, Prudenza e la Temperanza.

Pennacchio della cupola della chiesa di Sant'Agnese in Pennacchio della Cupola della chiesa di Sant'Agnese

Roma. — (Fotografia Alinari). in Roma. — (Fotografia Alinari).

torce e seghetta invece di scorciare, proprio come nel quadro di Santa Maria della Minerva
e nei pennacchi di Sant'Agnese. Nelle pitture della chiesa di Santa Marta, il Bacicelo abban-
dona i lattei colori degli affreschi precedenti: vampe di un giallo ocra ardente invadono
il cielo libero intorno alla Santa, che vola con impeto di freccia nello spazio, tagliando
diagonalmente il tondo, facendo indietreggiare gli angeli colpiti dalla luce. La forma im-
preziosita e imbarocchita ha perduto la solidità che aveva nei bozzetti per Sant'Agnese;
il groviglio dei panni attorcigliati a chiocciola e a corda la soffoca; i corpi degli angeli han
la superficiale rotondità, la morbidezza carnosa delle accademie correggeschc, ma la edu-
cazione genovese del pittore rimane intatta in quel barbaglio di luci pregne del color
avana oro vecchio della veste di Marta, nel volo di quel corpo lanciato obliquo entro
la fulva raggiera dell'aureola, attorto col zig zag del lampo, nella trasparenza dei due
gruppi d'angeli sulle nubi franate dai colpi della luce, dalla percossa dell'aria sferzata
per l'impeto del volo. Le carni di neve e di porpora scintillano accese di lampo; lontano,
a destra, diventano masse d'argento; argento è il viso della Santa nel bagliore del drappo
bianco; avana dorato, nel riflesso della veste di Marta, la testa vellutata del putto dalle
alucce brevi di grossa stoffa rosea, che sbuca dal manto di lei e si abbarbica al suo
braccio, ridendo nel riso della luce. Le nubi si squarciano intorno alla Santa che vola
come una fantastica libellula dalle ali azzurre, tra vampe di vulcano; i volti dei cheru-
 
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