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MARIA PERDITI
L'esaltazione giunge al colmo nell'abside della chiesa, con l'Adorazione dell'Agnello
(fig.25). Dal sole, che avventa nello spazio aculei di raggi, dilaga un torrente di spuma lumi-
nosa che travolge gli angeli, li inghiotte nei suoi gorghi, li aggira con furia delirante. Le
forme umane si frantumano; turbina fra le onde rotte come da scogli invisibili un bru-
lichio di detriti; le fiamme delle faci che adornano l'arca galleggiano sulle acque; la rabbia
del vento scaglia nell'aria, in mezzo all'impeto di quel ciclone marino, un groviglio di
angeli che agitano incensieri e si stringono per mano, altra barca più grande, scossa
dal violento beccheggio dell'onda, altalenante nel mare in burrasca sotto l'arca trion-
Fig. 24 — Cì. B. Gallili: Particolare del soffitto suddetto
(Fotografia Alinari).
tale dell'agnello. Incalzati dall'onda, gli angeli suonatori di tuba, i santi adoratori
dell'agnello si stringono alla cornice, costruendo a sinistra un arco compatto festonato
dagli archi delle braccia congiunte a sollevar urne di fiamma; un argine spezzato a destra,
culminante in un trofeo di forme umane; in alto due nuclei di angeli suonatori di
tube, figli del vento, bronzei, con le gole scoppianti, le braccia protese a schermo
dalla luce, le tube scagliate in tutti i sensi, in un disordine decorativo, in un movi-
mento enfatico; la spuma vorace si apre la via attraverso la corona di figure umane
lungo il contorno dell'abside, l'attira a sè, l'inghiottc, la spezza, in un delirio di forza
espansiva.
Nei pennacchi, anteriori di tempo al soffitto, il pittore riprende lo schema del
Correggio, avvicinandosi però alla interpretazione datane dal Domenichino, abbando-
nando lo scavo vaporoso dello sfondo e costruendo ad altorilievo la forma. Ma il Ba-
MARIA PERDITI
L'esaltazione giunge al colmo nell'abside della chiesa, con l'Adorazione dell'Agnello
(fig.25). Dal sole, che avventa nello spazio aculei di raggi, dilaga un torrente di spuma lumi-
nosa che travolge gli angeli, li inghiotte nei suoi gorghi, li aggira con furia delirante. Le
forme umane si frantumano; turbina fra le onde rotte come da scogli invisibili un bru-
lichio di detriti; le fiamme delle faci che adornano l'arca galleggiano sulle acque; la rabbia
del vento scaglia nell'aria, in mezzo all'impeto di quel ciclone marino, un groviglio di
angeli che agitano incensieri e si stringono per mano, altra barca più grande, scossa
dal violento beccheggio dell'onda, altalenante nel mare in burrasca sotto l'arca trion-
Fig. 24 — Cì. B. Gallili: Particolare del soffitto suddetto
(Fotografia Alinari).
tale dell'agnello. Incalzati dall'onda, gli angeli suonatori di tuba, i santi adoratori
dell'agnello si stringono alla cornice, costruendo a sinistra un arco compatto festonato
dagli archi delle braccia congiunte a sollevar urne di fiamma; un argine spezzato a destra,
culminante in un trofeo di forme umane; in alto due nuclei di angeli suonatori di
tube, figli del vento, bronzei, con le gole scoppianti, le braccia protese a schermo
dalla luce, le tube scagliate in tutti i sensi, in un disordine decorativo, in un movi-
mento enfatico; la spuma vorace si apre la via attraverso la corona di figure umane
lungo il contorno dell'abside, l'attira a sè, l'inghiottc, la spezza, in un delirio di forza
espansiva.
Nei pennacchi, anteriori di tempo al soffitto, il pittore riprende lo schema del
Correggio, avvicinandosi però alla interpretazione datane dal Domenichino, abbando-
nando lo scavo vaporoso dello sfondo e costruendo ad altorilievo la forma. Ma il Ba-