GENTILESCHI, PADRE E FIGLIA
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l'unico dipinto in cui Orazio avrebbe potuto firmarsi a ragione « Florentinus », com'egli
tanto spesso suol fare con sussiego, poiché la preparazione dell'arabesco nella posa e
nella sigla studiata dei panneggi è quale potrebbe darci un Matteo Rosselli; soltanto
Gentileschi l'attua con levità e finezza di grana cromatica, bianco di gomma, rosso di
lampone, che quel toscano non saprebbe.
Ancora nella Quadreria dell'Accademia Albertina Orazio ci appare nella grande
e bella Sacra Famiglia che nel catalogo suona stranamente Schidone (n. 107).
E una chiara e schietta ripresa di caravaggismo signorile quale Orazio ricerca
e raffina; è una buona preparazione a comprendere l'Annunciazione della Pinacoteca
Fig. 20 — Orazio Gentileschi: Sacra Famiglia
Genova, Casa Spinola
Reale. Pare che Orazio riesca qui a conchiudere le ricerche di impasto più solido e ser-
rato che andava ricercando da tempo dopo avere abbandonato la radura dei suoi primi
impasti ragnati. È infatti come l'ultima redazione delle Sacre Famiglie del Prado e di
Casa Spinola. Forze e delicature si accostano, a contrasti. Carni serrate e sanguigne di
tessuto, e dolci nevai di panneggi chiari e freschi, toni di granata con riflessi d'acciajo,
riecheggiante ancora il giubbo della Vergine di Loreto del Caravaggio, e manto di San
Giuseppe di giallo prezioso come un giacimento aurifero; mani iniettate e molto condotte
del Santo, Vergine, per contro, degnificata e insignorita.
Quello che manca è lo studio dei valori, poiché il fondo è di base scura per ricerca
di forza; eppure, forse a distanza di mesi, Orazio crea l'opera che anche, anzi appunto
come studio di valore è la conclusione di tutta la sua attività in Italia: crea YAnnun-
ciazione per il Duca di Savoia (fig. 21).
Che cosa potrebbe fornire con più esattezza la temperatura intellettuale di Orazio
Gentileschi nell'anno 1624? Poiché è certo che l'opera, notissima anche al pubblico che
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l'unico dipinto in cui Orazio avrebbe potuto firmarsi a ragione « Florentinus », com'egli
tanto spesso suol fare con sussiego, poiché la preparazione dell'arabesco nella posa e
nella sigla studiata dei panneggi è quale potrebbe darci un Matteo Rosselli; soltanto
Gentileschi l'attua con levità e finezza di grana cromatica, bianco di gomma, rosso di
lampone, che quel toscano non saprebbe.
Ancora nella Quadreria dell'Accademia Albertina Orazio ci appare nella grande
e bella Sacra Famiglia che nel catalogo suona stranamente Schidone (n. 107).
E una chiara e schietta ripresa di caravaggismo signorile quale Orazio ricerca
e raffina; è una buona preparazione a comprendere l'Annunciazione della Pinacoteca
Fig. 20 — Orazio Gentileschi: Sacra Famiglia
Genova, Casa Spinola
Reale. Pare che Orazio riesca qui a conchiudere le ricerche di impasto più solido e ser-
rato che andava ricercando da tempo dopo avere abbandonato la radura dei suoi primi
impasti ragnati. È infatti come l'ultima redazione delle Sacre Famiglie del Prado e di
Casa Spinola. Forze e delicature si accostano, a contrasti. Carni serrate e sanguigne di
tessuto, e dolci nevai di panneggi chiari e freschi, toni di granata con riflessi d'acciajo,
riecheggiante ancora il giubbo della Vergine di Loreto del Caravaggio, e manto di San
Giuseppe di giallo prezioso come un giacimento aurifero; mani iniettate e molto condotte
del Santo, Vergine, per contro, degnificata e insignorita.
Quello che manca è lo studio dei valori, poiché il fondo è di base scura per ricerca
di forza; eppure, forse a distanza di mesi, Orazio crea l'opera che anche, anzi appunto
come studio di valore è la conclusione di tutta la sua attività in Italia: crea YAnnun-
ciazione per il Duca di Savoia (fig. 21).
Che cosa potrebbe fornire con più esattezza la temperatura intellettuale di Orazio
Gentileschi nell'anno 1624? Poiché è certo che l'opera, notissima anche al pubblico che