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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 4
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Longhi, Roberto: Gentileschi, padre e figlia
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0335

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GENTILESCHI, PADRE E FIGLIA

Il Saraceni ci diede su fatti di San Carlo due delle più superbe tele della sua vita:
il San Carlo che resuscita un morto, opera ridotta a frammento, in una collezione pri-
vata di Roma, e degna di Caravaggio, e il San Carlo in processione col santo chiodo, su
un altare di San Lorenzo in Lucina, degna di grandissime lodi. I Milanesi ebbero, vorrei
dire, dal carattere realistico del periodo di San Carlo la più grande spinta per escire dal
manierismo appena rinsanguato di aneddotico che Camillo Procaccini diffondeva in Milano,
e ne sortì almeno lo stile ammanierato, morbido e viziato ma pieno di secretc intelligenze
formali e rarità astratte di colori falsi e inaspriti che fecero del Cerano, di Daniele Crespi,
del Morazzone gl'interpreti più intellettuali e morbosi delle « languidezze e dei livori »

Fig. 25 — Artemisia Gentileschi: Davide
Roma, Galleria Corsini (Depositi)

dei tempi di peste, curati dai rossi striduli, dalle acidule vinosità delle mozzette, dei
rocchetti e dei tricorni di San Carlo Borromeo.

Ma Artemisia Gentileschi scelse per sè, e si giurerebbe consigliata dalla bonarietà
fantastica del padre, l'episodio più interno, più casalingo, delle azioni di San Carlo Bor-
romeo; e solo per sufficienza erudita ho voluto riscontrare che esso precisamente rap-
presenta il Santo che dà la vista ad un neonato cieco della famiglia Nava, nel 1604.1
Ma non si poteva trattare che di un atto chiaro e famigliare: una donna è in piedi con
un neonato stretto in fasce; e mentre un'altra si china ad attizzare il fuoco, una fan-
ciulla piccoletta abbigliata da donnina l'avverte, tirandola tranquilla per la falda, che il
Santo in mozzetta rossa, è apparso, come un buon mago, a benedire, di sopra la cappa
del camino.

1 Cfr. Giussani, Della vita di San Carlo Borromeo, Milano, 1821, p. 484-486.
 
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