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ROBERTO RONCHI
opere della nostra pittrice, dopo avere additato l'insolenza di quei metodi alla riprova-
zione degli studiosi e alle autorità cui competono i provvedimenti del caso.
Due anni or sono capitando nell'immenso hangar dove stanno raccolte le tele sal-
vate dal vecchio museo e dalle chiese di Messina, fu per me una gran sorpresa vagliare
le attribuzioni ad Alfonso Rodriguez. Per bacco, questi era un gran prestanome! almeno
quattro Caravaggio portavano il suo cartellino, eppoi un grande telone della Strage degli
Innocenti nel quale non tardai a ravvisare la nostra Artemisia (fig. 33).
Tuttavia io non credo che l'opera appartenga al gruppo di quelle mandate da Napoli
ad Antonio Ruffo in Messina, tra il '47 e il '51, e rivelate da documenti pubblicati mesi
Fig. 32 —■ Artemisia Gentileschi: Giuditta scanna Oloferne
Firenze, Galleria degli Uffizi
fa.1 Sono anzi tentato di riportare l'opera molto addietro nel periodo napoletano e forse
prima, tanto evidente è la voluttà toscaneggiante della composizione a prospettiva rial-
zata per é.taler quantità di gesti; tanto è chiaro il richiamo ad Artemisia giovine nella
compiacenza per i toni biondi quasi monocromati, come nei corpi bellissimi dei morti-
cini ai due lati della scena.
Se la cultivatezza compositiva di quest'opera ci può indurre a riflessioni intorno al
modo tenuto da Massimo Stanzioni per amplificare decorativamente il proprio stile, ci
pare più interessante richiamare il pubblico all'ammirazione della pittura che appare a
destra, sul primo piano. Vi dico che la donna china sotto la luce che la contrassegna
in gesso sulla guancia come per non scordarsi di bere più tardi al rosso impensabile
della veste, sciolto e compatto ad un tempo (come il rosso di Vermeer nella Cortigiana
1 Ruffo, art. cit.
ROBERTO RONCHI
opere della nostra pittrice, dopo avere additato l'insolenza di quei metodi alla riprova-
zione degli studiosi e alle autorità cui competono i provvedimenti del caso.
Due anni or sono capitando nell'immenso hangar dove stanno raccolte le tele sal-
vate dal vecchio museo e dalle chiese di Messina, fu per me una gran sorpresa vagliare
le attribuzioni ad Alfonso Rodriguez. Per bacco, questi era un gran prestanome! almeno
quattro Caravaggio portavano il suo cartellino, eppoi un grande telone della Strage degli
Innocenti nel quale non tardai a ravvisare la nostra Artemisia (fig. 33).
Tuttavia io non credo che l'opera appartenga al gruppo di quelle mandate da Napoli
ad Antonio Ruffo in Messina, tra il '47 e il '51, e rivelate da documenti pubblicati mesi
Fig. 32 —■ Artemisia Gentileschi: Giuditta scanna Oloferne
Firenze, Galleria degli Uffizi
fa.1 Sono anzi tentato di riportare l'opera molto addietro nel periodo napoletano e forse
prima, tanto evidente è la voluttà toscaneggiante della composizione a prospettiva rial-
zata per é.taler quantità di gesti; tanto è chiaro il richiamo ad Artemisia giovine nella
compiacenza per i toni biondi quasi monocromati, come nei corpi bellissimi dei morti-
cini ai due lati della scena.
Se la cultivatezza compositiva di quest'opera ci può indurre a riflessioni intorno al
modo tenuto da Massimo Stanzioni per amplificare decorativamente il proprio stile, ci
pare più interessante richiamare il pubblico all'ammirazione della pittura che appare a
destra, sul primo piano. Vi dico che la donna china sotto la luce che la contrassegna
in gesso sulla guancia come per non scordarsi di bere più tardi al rosso impensabile
della veste, sciolto e compatto ad un tempo (come il rosso di Vermeer nella Cortigiana
1 Ruffo, art. cit.