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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 4
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Longhi, Roberto: Gentileschi, padre e figlia
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0345

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GENTILESCHI, PADRE E FIGLIA

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nel modellato delle carni qualcosa ricorda ancora la Giuditta, ma più sciolta e moderna
è la resa della colomba macchiata di bianco e nero con una gioia, che ci fa ricordare
come la Gentileschi stimasse in certe sue opere « gli animali più che le figure ».

A questo dipinto si riunisce per certe qualità, sebbene nel complesso più libero di
pittura, l'altro con tre mezze figure di donna L'Amore, la Speranza e la Fede, che nel
Museo di Berlino (n. 417) si crede ancora di scuola spagnola verso il 1630. Ma è
chiaro che ancora una volta si sono confusi tipi e modi napolitani con tipi e modi
spagnoli, e siccome i tipi e i modi napolitani dal 1630 sono per buona parte opera di

Fig- 35 — Artemisia Gentileschi (?) : Autoritratto
Londra, Spencer

Artemisia... — Anche qui del resto vi sono i suoi chiari trapassi di argenti, e ad ora ad
ora mollezze e finezze di modellato.

Riconosciamo la Gentilesca anche nelle due opere appese l'una sull'altra nella Pina-
coteca di Napoli, la Lucrezia attribuita a Stanzioni, e la Susanna coi vecchi attribuita
prima anch'essa a Stanzioni e più recentemente a Francesco Cruarino.

La Lucrezia è un po' fredda di carni, ma ha brani magistrali nei tagli di sete, e pro-
spettive pavimentane di cui la Gentilesca si teneva assai.

La Susanna ci porta, supponiamo, verso il termine del primo periodo napoletano della
Gentileschi che si chiuse con la sua andata a Londra nel 1638. L'attribuzione al Gua-
rino, uno schietto stanzionesco, è insostenibile e sebbene il facitore del catalogo della
Pinacoteca di Napoli ci dica che il quadro è ispirato da un'altra Susanna di Stanzioni
 
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