GENTILESHI, PADRE E FIGLIA
301
essa raggiunse nello studio d'interno scelto per la Nascita di S. Giovanni Battista al
Prado (fig. 37). È infatti eccezionalmente interessante vedere Artemisia svolgere fatal-
mente il programma protoolandese iniziato dal padre; che questa Nascita del Battista
è effettivamente il più condotto studio d'interno, come luce e determinazione ambien-
tale, che il '600 italiano abbia prodotto, per la conoscenza che ne abbiamo a tutt'oggi;
ed è implicitamente una delle risoluzioni più « attuali >> che l'arte italiana di quel
Fig. 36 — Artemisia Gentileschi (Da): Betsabea
Firenze, Galleria d'arazzi
tempo abbia dato di un soggetto religioso. Non apprezzeremo mai abbastanza le dif-
ficoltà che si opponevano a un'artista nella trattazione di soggetti come questo che erano
anche più restii a mutamenti per essere già accomodati da tempo in certi stampi ap-
parenti di « genere », affatto mnemonici.
Ma qui per contro tutto è stato coordinato e preparato per un calmo studio di valori
in un interno. E vero che il fondo in certe parti vaga ancora in un bruno generico
caravaggesco; ma sul davanti Maes o Steen si soffermerebbero con piacere; e la trovata
della loggia lontana a destra è ciò che in Italia può avvicinarsi maggiormente agli
anditi di luce a scopo di passaggio, o transito dei valori luminosi, ne' quali gii olandesi
sono, o meglio saranno maestri vent'anni dopo. E se non fosse ohe in quell'architettura
L'Arte. XIX, 39.
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essa raggiunse nello studio d'interno scelto per la Nascita di S. Giovanni Battista al
Prado (fig. 37). È infatti eccezionalmente interessante vedere Artemisia svolgere fatal-
mente il programma protoolandese iniziato dal padre; che questa Nascita del Battista
è effettivamente il più condotto studio d'interno, come luce e determinazione ambien-
tale, che il '600 italiano abbia prodotto, per la conoscenza che ne abbiamo a tutt'oggi;
ed è implicitamente una delle risoluzioni più « attuali >> che l'arte italiana di quel
Fig. 36 — Artemisia Gentileschi (Da): Betsabea
Firenze, Galleria d'arazzi
tempo abbia dato di un soggetto religioso. Non apprezzeremo mai abbastanza le dif-
ficoltà che si opponevano a un'artista nella trattazione di soggetti come questo che erano
anche più restii a mutamenti per essere già accomodati da tempo in certi stampi ap-
parenti di « genere », affatto mnemonici.
Ma qui per contro tutto è stato coordinato e preparato per un calmo studio di valori
in un interno. E vero che il fondo in certe parti vaga ancora in un bruno generico
caravaggesco; ma sul davanti Maes o Steen si soffermerebbero con piacere; e la trovata
della loggia lontana a destra è ciò che in Italia può avvicinarsi maggiormente agli
anditi di luce a scopo di passaggio, o transito dei valori luminosi, ne' quali gii olandesi
sono, o meglio saranno maestri vent'anni dopo. E se non fosse ohe in quell'architettura
L'Arte. XIX, 39.