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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 23.1920

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Fasc. 1
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Lopresti, Lucia: Di alcuni affreschi pregevoli tra il secolo decimosesto ed il decimosettimo
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https://doi.org/10.11588/diglit.17340#0078

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LUCIA LOPRESTI

fico sulle vesti dei quattro evangelisti negli ovuli di una ben nota volta? E allora, come
mai ciò che prima sembrava adorabile al nostro gusto, ora riveste forme tanto sgraziate
e tanto simili a quelle che siam soliti a disprezzare nelle manifestazioni del più avvilito
accademismo?

Occorrerebbe, per rispondere a un tal quesito, fare prima un rapido confronto tra
le più notevoli di queste manifestazioni, e quella a cui abbiam veduto discendere or ora
Pasquale Cati.

* * * -

Abbiamo già visto come il Nostro fosse uno tra i molti scolari del cavalier Giuseppe

Fig- 3 — Pasquale Cati : Particolare della decorazione
in S. M. in Trastevere.
(Fot. del Ministero della Pubb. Istruzione).

Cesari di Arpino, del pittore cioè che rappresenta nel modo più tipico le caratteristiche
precipue dell'Accademia postmichelangiolesca e postraffaellesca.

Vediamo or dunque in quanta e quale misura il Nostro si sia accostato alla maniera
del maestro.

Esiste a S. Prassede una cappella Olgiati la cui volta affrescò il cavalier d'Arpino,
in uno dei suoi momenti più felici. Confrontiamo, allora, questo Cesari col Cati di San
Lorenzo. Nel primo noi riscontriamo una facilità pittorica bravona e spavalda: la compo-
sizione è di schema arcinoto, le forme oscillano tra il più languido e stomachevole raf-
faellismo e quel tanto di nuovo che sulla fine del '500 poteva aver appreso inconsapevol-
mente Cesari dalle maniere dei suoi grandissimi colleghi romani. Il colore svaria nei
rapidi tocchi di cui, per un capriccio d'esperimento, egli ha rivestito e illuminato i
suoi angeletti brillanti. Di michelangiolesco null'altro più che il finto, pesante sfondo archi-
tettonico della volta, che per voler sembrare di imponente ed erto marmo, non riesce
ad essere che di... cemento armato non troppo candido.
 
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