RAFFAELE THOMAS E GIOVANNI FI CU ERA PITTORI CATALANI
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imitazione dei modelli catalani importati nell'isola dai maestri del S. Bernardino (pieghe
angolose e cartacee, superficiali minuzie d'esecuzione, monotonia d'attegg'amen'i com-
posti, inoltre le caratteristiche scene del Santo e sorcista e della consacrazione del Vescovo
ed alcune figure virili che sono tipicamente associabili) con apporto di virtù artistiche
più evolute, quali la semplificazione delle forme, il franco distacco delle figure dal fondo,
le accentuazioni plastiche più progredite, l'armonia della tonali à genera'e dei quadri.
La pittura sarda comincia a liberarsi dalla prepotenza della linea: sono i primi albori
del Cinquecento.
Fig. 12 — Raffaele Thomas o Giovanni Figuera
Tavola già nella porta dell'Angelo.
Cagliari, Museo Nazionale.
* * *
11 documento IV riguarda Berengario Picalull: il Picalull della tradizione.
Nel 1852 Ignazio Pilliti> indicava ' un documento del 10 marzo 1423, esistente nel
R. Archiviò di Cagliari,2 col quale il guardiano di S. Francesco di Stampace acconsentiva
che s'innalzasse sulla tomba del cavaliere Luigi Carbonell uno stendardo dipinto dal
pittore Berengario Picalull. Nel 1856 Pietro Martini,5 vittima illustre ed inconsapevole, pub-
blicava le prime famigerate carte d'Arborea nelle quali il postillatore della pretesa storia
di Giorgio di Lacon faceva menzione di un Berengario Picaluga, pittore, suo contem-
poraneo (sec. xv). Bastò questo accenno, preparato con fine arte di falsari dai manipo-
latori dei documenti apocrifi, perchè il Canonico Spano, in perfetta buona fede come il
Martini, introducesse il Picalull 0 Picaluga nel campo inesplorato della storia pittorica
1 Pillito, Illustrazione di un foglio cartaceo del
sec. XV, Torino, 1852, pag. 42.
2 Nel voi. B. C. 4; il loglio non è indicato.
Trattasi probabilmente del doc, IV che trovasi
proprio nel voi. B.C., ma l'indicazione sommaria
del Pillito nei riguardi del contenuto non è esatta.
3 Martini, Testo di due codici cartacei d'Arborea,
del szc. xv, Torino, 1852, pag. 42.
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imitazione dei modelli catalani importati nell'isola dai maestri del S. Bernardino (pieghe
angolose e cartacee, superficiali minuzie d'esecuzione, monotonia d'attegg'amen'i com-
posti, inoltre le caratteristiche scene del Santo e sorcista e della consacrazione del Vescovo
ed alcune figure virili che sono tipicamente associabili) con apporto di virtù artistiche
più evolute, quali la semplificazione delle forme, il franco distacco delle figure dal fondo,
le accentuazioni plastiche più progredite, l'armonia della tonali à genera'e dei quadri.
La pittura sarda comincia a liberarsi dalla prepotenza della linea: sono i primi albori
del Cinquecento.
Fig. 12 — Raffaele Thomas o Giovanni Figuera
Tavola già nella porta dell'Angelo.
Cagliari, Museo Nazionale.
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11 documento IV riguarda Berengario Picalull: il Picalull della tradizione.
Nel 1852 Ignazio Pilliti> indicava ' un documento del 10 marzo 1423, esistente nel
R. Archiviò di Cagliari,2 col quale il guardiano di S. Francesco di Stampace acconsentiva
che s'innalzasse sulla tomba del cavaliere Luigi Carbonell uno stendardo dipinto dal
pittore Berengario Picalull. Nel 1856 Pietro Martini,5 vittima illustre ed inconsapevole, pub-
blicava le prime famigerate carte d'Arborea nelle quali il postillatore della pretesa storia
di Giorgio di Lacon faceva menzione di un Berengario Picaluga, pittore, suo contem-
poraneo (sec. xv). Bastò questo accenno, preparato con fine arte di falsari dai manipo-
latori dei documenti apocrifi, perchè il Canonico Spano, in perfetta buona fede come il
Martini, introducesse il Picalull 0 Picaluga nel campo inesplorato della storia pittorica
1 Pillito, Illustrazione di un foglio cartaceo del
sec. XV, Torino, 1852, pag. 42.
2 Nel voi. B. C. 4; il loglio non è indicato.
Trattasi probabilmente del doc, IV che trovasi
proprio nel voi. B.C., ma l'indicazione sommaria
del Pillito nei riguardi del contenuto non è esatta.
3 Martini, Testo di due codici cartacei d'Arborea,
del szc. xv, Torino, 1852, pag. 42.