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158 G. WILPERT
si riferirebbero a Costantino Magno e a sua moglie Fausta: imp. Flav. VAL. COSTAN-
TINI^ . PIUS . FELIX . CUM . FLAV . MAX . FAUSTA . augusta. Ecco dunque un
monumento con nimbo crucigero, databile al più tardi dall'anno 329, e, per di più, ori-
ginario dall'Egitto! Troppa grazia, in una semplice coppa !
Lo Strzygowski credette di trovarvi fondato motivo per romperla con il criterio degli
archeologi romani, che il nimbo crucigero comparisse, al più presto, nel V secolo.
Da principio egli levò, è vero, alcuni seri dubbi, ma essi scomparvero presto, fugati
dal fortunato possessore della coppa, Henry Wallis.
« Confesso — spiega lo Strzygowski — che i dubbi da me espressi in Orient ode.r
Rom (p. 64) circa l'autenticità della coppa, non ebbero più fondamento, da quando il
Wallis stesso mi pose tra le mani il suo libro! Con ciò eran distrutti i criteri relativi al
nimbo, desunti dai monumenti romani, ed era aperto il campo al pieno arbitrio. Fu
una vera orgia cronologica. La « coppa di Costantino » poteva non essere nè il primo, nè
il più antico esempio di nimbo crucigero: ve ne dovevano esistere di anteriori. E perciò il
frammento berlinese poteva datare benissimo dal tempo precostantiniano. Così pensava
Theodoro Reinach, che l'assegnava al 111 secolo: « Je ramenerais volontiers ce fragment
au in siècle, dùt-il rester un exemple isolé et précoce de l'emploi du nimbe crucifère ».2
A questo criterio si associò anche lo Strzygowski, datando il frammento del Cristo
«probabilmente dal ni al iv secolo».' E per far tabula rasa su tutte le obiezioni avve-
nire fu dichiarato che « ai monumenti orientali si deve applicare altra misura che agli
occidentali ».4
Lo Strzygowski non fu l'unico a levar dubbi intorno all'autenticità del disegno graf-
fito in fondo alla coppa. Anch'io ne fui colpito, ed i miei dubbi furono di maggior du-
rata. Per il carattere medioevale della figura del Cristo e per la forma italiana dell'iscri-
zione, credetti di poter dimostrare che si trattava di una grossolana falsificazione, ese-
guita in Italia.s La mia persuasione fu vana e quanto io dimostravo rimase lettera
morta. Invece di rispondere alle mie obiezioni, lo Strzygowski si permise una seconda
ed ultima dichiarazione del seguente tenore:
« Io stesso esaminai più volte la coppa in riguardo alla sua originalità e rimasi convinto
che è autentica».6 La parola era detta e il dibattito fu chiuso. Autori di manuali come
K. M. Kaufmann, Leclercq, Dalton 7 si espressero esplicitamente in proposito. Leclercq
ripetè con l'abituale prolissità ciò che intorno alla tecnica del graffito fornivano le fonti
inglesi;8 ed il Kaufmann loda la coppa come « opera rara », «il più antico documento di data
certa, con la testa del Cristo barbato ».9 Le mie obbiezioni erano ignorate da entrambi.
Ciò non era molto scientifico, ma conveniente; la coppa poteva continuar ad essere
citata quale documento autentico.
All'incontro, come mi approfondivo nello studio dell'arte medioevale, cresceva in
me la certezza che si trattasse di una mistificazione. Mi pareva di essermi imbattuto
altra volta in quella figura graffita di Cristo. E non m'ingannavo. In Friburgo, durante
la stampa dell'ultimo volume del mio Mosaici e Pitture, riesaminando gli Exultet nella
pubblicazione di Emile Bertaux,10 trovai la miniatura usata dal falsificatore per il corpus
delieti, la « coppa costantiniana » dello Strzygowski. È il rotolo del secolo xi della chiesa
collegiata di Mirabella Eclano presso Benevento.
1 Byz. Zeilsch., 1901, 734.
2 Th. ReiNACH, Le sarcojage de Sidamara, in
Monuments Piot, 1902 (IX), 220 f,
3 Kleinasien eìn Neuland der Kunstgeschichte, 197.
* Munoz, Sarcofagi asiatici? in N. Bull., 1905,
101.
5 Beitrage zur christ. Arch. in Rom. Quartalschrift,
1907, 107, 116; 1908, 181 f.
6 Byz. Ze.itschr., 1907, 219.
7 Byzantine Ari and archaeologie. Oxford. 1911,
fig. 385, p. 610.
8 Manuel, Paris, 1907, 549 f., fig. 366.
9 Handbuch, Paderborn, 1913, 377.
10 L'art dans l'Italie meridionale, 221; App.
Iconographie comparée des rouleaux de l'Exultet,
II tav..
158 G. WILPERT
si riferirebbero a Costantino Magno e a sua moglie Fausta: imp. Flav. VAL. COSTAN-
TINI^ . PIUS . FELIX . CUM . FLAV . MAX . FAUSTA . augusta. Ecco dunque un
monumento con nimbo crucigero, databile al più tardi dall'anno 329, e, per di più, ori-
ginario dall'Egitto! Troppa grazia, in una semplice coppa !
Lo Strzygowski credette di trovarvi fondato motivo per romperla con il criterio degli
archeologi romani, che il nimbo crucigero comparisse, al più presto, nel V secolo.
Da principio egli levò, è vero, alcuni seri dubbi, ma essi scomparvero presto, fugati
dal fortunato possessore della coppa, Henry Wallis.
« Confesso — spiega lo Strzygowski — che i dubbi da me espressi in Orient ode.r
Rom (p. 64) circa l'autenticità della coppa, non ebbero più fondamento, da quando il
Wallis stesso mi pose tra le mani il suo libro! Con ciò eran distrutti i criteri relativi al
nimbo, desunti dai monumenti romani, ed era aperto il campo al pieno arbitrio. Fu
una vera orgia cronologica. La « coppa di Costantino » poteva non essere nè il primo, nè
il più antico esempio di nimbo crucigero: ve ne dovevano esistere di anteriori. E perciò il
frammento berlinese poteva datare benissimo dal tempo precostantiniano. Così pensava
Theodoro Reinach, che l'assegnava al 111 secolo: « Je ramenerais volontiers ce fragment
au in siècle, dùt-il rester un exemple isolé et précoce de l'emploi du nimbe crucifère ».2
A questo criterio si associò anche lo Strzygowski, datando il frammento del Cristo
«probabilmente dal ni al iv secolo».' E per far tabula rasa su tutte le obiezioni avve-
nire fu dichiarato che « ai monumenti orientali si deve applicare altra misura che agli
occidentali ».4
Lo Strzygowski non fu l'unico a levar dubbi intorno all'autenticità del disegno graf-
fito in fondo alla coppa. Anch'io ne fui colpito, ed i miei dubbi furono di maggior du-
rata. Per il carattere medioevale della figura del Cristo e per la forma italiana dell'iscri-
zione, credetti di poter dimostrare che si trattava di una grossolana falsificazione, ese-
guita in Italia.s La mia persuasione fu vana e quanto io dimostravo rimase lettera
morta. Invece di rispondere alle mie obiezioni, lo Strzygowski si permise una seconda
ed ultima dichiarazione del seguente tenore:
« Io stesso esaminai più volte la coppa in riguardo alla sua originalità e rimasi convinto
che è autentica».6 La parola era detta e il dibattito fu chiuso. Autori di manuali come
K. M. Kaufmann, Leclercq, Dalton 7 si espressero esplicitamente in proposito. Leclercq
ripetè con l'abituale prolissità ciò che intorno alla tecnica del graffito fornivano le fonti
inglesi;8 ed il Kaufmann loda la coppa come « opera rara », «il più antico documento di data
certa, con la testa del Cristo barbato ».9 Le mie obbiezioni erano ignorate da entrambi.
Ciò non era molto scientifico, ma conveniente; la coppa poteva continuar ad essere
citata quale documento autentico.
All'incontro, come mi approfondivo nello studio dell'arte medioevale, cresceva in
me la certezza che si trattasse di una mistificazione. Mi pareva di essermi imbattuto
altra volta in quella figura graffita di Cristo. E non m'ingannavo. In Friburgo, durante
la stampa dell'ultimo volume del mio Mosaici e Pitture, riesaminando gli Exultet nella
pubblicazione di Emile Bertaux,10 trovai la miniatura usata dal falsificatore per il corpus
delieti, la « coppa costantiniana » dello Strzygowski. È il rotolo del secolo xi della chiesa
collegiata di Mirabella Eclano presso Benevento.
1 Byz. Zeilsch., 1901, 734.
2 Th. ReiNACH, Le sarcojage de Sidamara, in
Monuments Piot, 1902 (IX), 220 f,
3 Kleinasien eìn Neuland der Kunstgeschichte, 197.
* Munoz, Sarcofagi asiatici? in N. Bull., 1905,
101.
5 Beitrage zur christ. Arch. in Rom. Quartalschrift,
1907, 107, 116; 1908, 181 f.
6 Byz. Ze.itschr., 1907, 219.
7 Byzantine Ari and archaeologie. Oxford. 1911,
fig. 385, p. 610.
8 Manuel, Paris, 1907, 549 f., fig. 366.
9 Handbuch, Paderborn, 1913, 377.
10 L'art dans l'Italie meridionale, 221; App.
Iconographie comparée des rouleaux de l'Exultet,
II tav..