ALCUNI RILIEVI SULLA VITA E LE OPERE
DI VALERIO BELLI DETTO VICENTINO
Bene disse Adolfo Venturi nella sua prolusione principe costituito dall'opera del primo storico
« Per le fonti dell'Arte italiana > tenuta il 20 ot dell'arte, si pongono tutti i documenti riferentisi
tobre 1913 a Roma, a quel Congresso della Storia all'artista che si vuole illustrare, desunti dalle
Fig, 1 — Ritratto di Valerio Belli
(dal Vasari, ed. 1568).
dell'Arte, che «se oggi si dovesse mettere il Va
sari in viva corrispondenza con tutto il lavoro
fervente intorno alla sua opera, completarlo,
aumentarlo; esso dovrebbe essere l'epilogo dei
volumi d'una grande biblioteca, un indice biblio
grafico della Storia dell'Arte, un dizionario arti-
stico, un repertorio, una stimma, non sarebbe più
il Vasari ». Ma è pur vero che, se non è più pos-
sibile attendere a una ristampa delle Vite del pit-
tore aretino coi criteri del Milanesi, è sempre
utile e opportuna, anche per la veste editoriale,
la pubblicazione delle vite singole con una nota
illustrativa, tanto più se, accanto al documento
cronache, dalle iscrizioni, dagli epistolari, dai car-
teggi degli artisti e dei loro amici, dai registri
amministrativi, dai carteggi diplomatici e sopra-
tutto dagli archivi notarili i quali sono la maggior
fonte dalla quale possono attingersi notizie ine-
dite. A questi criteri e a queste fonti ci siamo
per l'appunto ispirati, prendendo a parlare di
Valerio Belli, non conosciuto finora se non per
quanto ne scrisse il Vasari, (fig. 1) proponen-
doci perciò di rivedere non solo le sue opere,
ma anche l'influenza da lui subita e da lui diffusa
nell'ambiente vicentino e sopratutto nell'arte vi-
centina.
L'Arte. XXIII, 23.
DI VALERIO BELLI DETTO VICENTINO
Bene disse Adolfo Venturi nella sua prolusione principe costituito dall'opera del primo storico
« Per le fonti dell'Arte italiana > tenuta il 20 ot dell'arte, si pongono tutti i documenti riferentisi
tobre 1913 a Roma, a quel Congresso della Storia all'artista che si vuole illustrare, desunti dalle
Fig, 1 — Ritratto di Valerio Belli
(dal Vasari, ed. 1568).
dell'Arte, che «se oggi si dovesse mettere il Va
sari in viva corrispondenza con tutto il lavoro
fervente intorno alla sua opera, completarlo,
aumentarlo; esso dovrebbe essere l'epilogo dei
volumi d'una grande biblioteca, un indice biblio
grafico della Storia dell'Arte, un dizionario arti-
stico, un repertorio, una stimma, non sarebbe più
il Vasari ». Ma è pur vero che, se non è più pos-
sibile attendere a una ristampa delle Vite del pit-
tore aretino coi criteri del Milanesi, è sempre
utile e opportuna, anche per la veste editoriale,
la pubblicazione delle vite singole con una nota
illustrativa, tanto più se, accanto al documento
cronache, dalle iscrizioni, dagli epistolari, dai car-
teggi degli artisti e dei loro amici, dai registri
amministrativi, dai carteggi diplomatici e sopra-
tutto dagli archivi notarili i quali sono la maggior
fonte dalla quale possono attingersi notizie ine-
dite. A questi criteri e a queste fonti ci siamo
per l'appunto ispirati, prendendo a parlare di
Valerio Belli, non conosciuto finora se non per
quanto ne scrisse il Vasari, (fig. 1) proponen-
doci perciò di rivedere non solo le sue opere,
ma anche l'influenza da lui subita e da lui diffusa
nell'ambiente vicentino e sopratutto nell'arte vi-
centina.
L'Arte. XXIII, 23.