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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 23.1920

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Fasc. 3
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Zorzi, Giangiorgio: Alcuni rilievi sulla vita e le opere di Valerio Belli detto Vicentino
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https://doi.org/10.11588/diglit.17340#0219

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ALCUNI RILIEVI SULLA VITA E LE OPERE DI VALERIO BELLI

193

piccolo e il ritratto gli fosse mandato per poter-
sene servire nell'incisione di un cristallo da porre
nel mezzo della cassetta stessa.

* * *

Valerio Rolli ebbe innumerevoli amici in tutta
Italia, a Venezia come a Firenze, a Roma come a
Vicenza. Da Pietro Aretino a Giovanni Lascaris
al Duca di Mantova, dal cardinale Pietro Bembo
ai canonici vicentini Girolamo Gualdo e Girolamo
Zilotto, dal cardinale Ridolfi a Giangiorgio Tris-
sino, tutta una coorte di nobili ingegni andò a
gara per accattivarsi le grazie dell'incisore vi-
centino. Che dire poi degli artisti ? Particolare
affezione gli dimostrarono Michelangelo, Raffaello,
Francesco de Hollanda, Giulio Clovio, Baccio Ban-
dinelli, Pierino del Vaga Sebastiano del Piombo,
Lattanzio Tolomei; ma dove sopratutto egl si
fece ben volere fu a Vicenza, tra i suoi scolari
della risorta Fraglia degli orefici.

Benché antica, risalendo ai primi anni del se-
colo xiv. la fraglia degli orefici di Vicenza era
assurta al maggiore splendore nella seconda metà
del sec. xv per opera di una schiera eccellentissima
di artefici che a noi venivano la maggior parte
da Verona e Venezia, ma anche dalla Lombardia
(Orzinuovi, Milano, Brescia, Novara, Crema, Cre-
mona) e dall'Emilia, e persino dall'Italia meridio-
nale, dalla Francia e dalla Germania. Al prin-
cipio del secolo successivo, per le continue guerre
da cui fu dilaniato il Veneto e per la povertà deri-
vatane, l'arte era scaduta e con essa la fraglia,
ridottasi, nel 1335, a cinque soli inscritti. In
quest'anno finalmente si pensò di ricostituire la
confraternita aggregando subito d'ufficio perchè
riconosciuti « sufficientissimi in arte aurificum » 1
alcuni maestri, tra cui il nostro 0 magisterVa-
lerius de Bellis « e il suo maggior discepolo Gian-
giorgio Capobianco di Schio. Oltre però a costui
sembra che altri discepoli avesse Valerio, come ad
esempio Gregorio Capobianco, Giovanni Gusella,
Gio. Pietro Cogollo Matteo Niccolini da Schio e
Giuseppe da Bruna, della cui sufficienza nell'arte
egli fu chiamato a rispondere con giuramento
davanti al Castaldo della Fraglia.2 Indubbiamente

1 Biblioteca Kertoliana di Vicenza. Archivio della fra-
ternità degli orefici. Statuto M. S., La deliberazione è tfèl
3 maggio 1536.

2 Nello Staluto suddetto. Ciò avvenni l'8 e 16 novembre
1542. L'ultimo atto di presenza del Belli nella Fraglia è
in data 27 giugno 1544 in cui si deliberava, nella chiesa di
S. deuterio, che nessuno dei confratelli potesse andare a
Venezia a farvi « chatenas aureas, manilia, anulos aut alia
laborcria •.

però tra i meno noti ma tra i meno indegni di
Oblio, è da annoverarsi quel Lodovico Chiericati,
arcivescovo di Antivari e primate della Serbia,
il quale oltre a favorire il Cardinale Madruzzo
nella compera dello studio del Belli, gli regalò
parecchi suoi lavori tratti appunto dalle opere

Fig- 9 — Valerio Belli : Face in bronzo
al South Kensington Museum a Londra.

del Belli.1 Anche il capolavoro del nobile prelato,
il tondo in gesso della Passione, conservato dagli
eredi del Co. Angelo Valmarana di Vicenza, non
è che la riproduzione in piccolo di diversi cristalli
della cassetta degli Uffici. Ma la tradizione arti-
stica di Vicenza non si fermò ai soli discepoli
di Valerio Belli, anzi continuò con tutta una flo-
rida scuola le cui opere si ammirano nei maggiori
Musei e che, a! di fuori del nome di Camillo Ma-

1 Cfr. "nostro lavoretto Di alcuni documenti inediti sul
concilio di Trento, nell'Archivio Trentino, anno XXIV,
fase III, IV.
 
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