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LUIGI CELLUCCI
signore del luogo, le chiese campestri di San Mi-
chele e di Santa Maria, mentre per altra dona-
zione, verso il 1066, acquistava la chiesa di San
Martino, sempre con case e terre. Nel 1076 un
altro figlio di Landone, di nome anch'esso Landonc,
donava a Montecassino !a metà di Arpino con
Civitavecchia e gli altri dominiì ereditati dal padre.
Così nell'epoca della maggior fioritura artistica
cassinesc, il monastero si trovò a possedere più
della metà di Arpino. Onesto potere dovè sce-
cassino,1 mentre — in quest'epoca forse o poco
dopo — sorgeva nella parte alta del paese il con-
vento delle benedettine ancora esistente, dedicato
a Sant'Andrea.2 Tutto questo ci spiega come, sul
finir del secolo xi o durante il Xiì, penetrasse in
Arpino l'arte bizantino-cassinese.
II.
Reliquie di pitture medievali appariscono anche
in due chiese dirute di Sessa Aurunca, quella di
Fig. 2 — Sessa Aurunca, Chiesa di Santa Maria della Piana.
Là Vergine co! Bambino.
mare quando, nel secolo xìl, affermandosi il do-
minio dei Normanni di Puglia e dì Sicilia sulle
terre costituenti il principato di Capua, troviamo
Arpino annoverato tra i feudi del conte di Caserta.1
In compenso, verso la fine del secolo xn, due ar-
pinati, Pietro e Roffredo dell'Isola, diventarono
successivamente (1173 e 1186) abati di Monte-
1 I documenti relativi ai suddetti possessi sono pubbli-
cati nel Bollettino storico volsco edito in Arpino da A. Ma-
gliari (Tipogr. Fraioli); a. TI (1898), pp. 33-34; III (1809),
5-6; III, 34-35; I (1897), 83-85; I, 65-67; I, 3-5; I, 35-
Le chiese di Sau Silvestro e Santa Lucia sono anche ricor-
date, trai possessi della badia, in una bolla d'Alessandro II
(pubblicata in Tosn, Storia della Badia di Montecassino,
Napoli, Cirelli, 1842; I, 422). La chiesa di San Martino è
citata nell'iscrizione incisa sulla porta di bronzo (che è
del 1066) della basilica cassinese (in Tosti, op. cit., I, 405).
San Casto subito a nord della città, e quella di
Santa Maria della Piana a tre chilometri dall'abi-
tato, lungo la strada che conduce a Formia.
Alla prima accenna chiaramente una bolla del
1032 dell'arcivescovo di Capua Atenulfo,' la quale
determina i confini della diocesi di Sessa e ne
enumera le chiese. Degli affreschi medievali di
essa non sono visibili se non pochi frammenti,
essendo quasi interamente coperti da un intonaco
con pitture cinquecentesche.
Nella medesima bolla si ricordano diverse chiese
1 (.'lavelli, op. cit., pp. 232-233.
2 Dei documenti relativi a questo monastero pubbli»
cati nel citato Bollettino, il più antico — posteriore però
alla fondazione di esso — è del 1249.
3 In Micheli-'. Monaco, Sanctuarium Campanum, Na-
poli, 1630, p. 581.
LUIGI CELLUCCI
signore del luogo, le chiese campestri di San Mi-
chele e di Santa Maria, mentre per altra dona-
zione, verso il 1066, acquistava la chiesa di San
Martino, sempre con case e terre. Nel 1076 un
altro figlio di Landone, di nome anch'esso Landonc,
donava a Montecassino !a metà di Arpino con
Civitavecchia e gli altri dominiì ereditati dal padre.
Così nell'epoca della maggior fioritura artistica
cassinesc, il monastero si trovò a possedere più
della metà di Arpino. Onesto potere dovè sce-
cassino,1 mentre — in quest'epoca forse o poco
dopo — sorgeva nella parte alta del paese il con-
vento delle benedettine ancora esistente, dedicato
a Sant'Andrea.2 Tutto questo ci spiega come, sul
finir del secolo xi o durante il Xiì, penetrasse in
Arpino l'arte bizantino-cassinese.
II.
Reliquie di pitture medievali appariscono anche
in due chiese dirute di Sessa Aurunca, quella di
Fig. 2 — Sessa Aurunca, Chiesa di Santa Maria della Piana.
Là Vergine co! Bambino.
mare quando, nel secolo xìl, affermandosi il do-
minio dei Normanni di Puglia e dì Sicilia sulle
terre costituenti il principato di Capua, troviamo
Arpino annoverato tra i feudi del conte di Caserta.1
In compenso, verso la fine del secolo xn, due ar-
pinati, Pietro e Roffredo dell'Isola, diventarono
successivamente (1173 e 1186) abati di Monte-
1 I documenti relativi ai suddetti possessi sono pubbli-
cati nel Bollettino storico volsco edito in Arpino da A. Ma-
gliari (Tipogr. Fraioli); a. TI (1898), pp. 33-34; III (1809),
5-6; III, 34-35; I (1897), 83-85; I, 65-67; I, 3-5; I, 35-
Le chiese di Sau Silvestro e Santa Lucia sono anche ricor-
date, trai possessi della badia, in una bolla d'Alessandro II
(pubblicata in Tosn, Storia della Badia di Montecassino,
Napoli, Cirelli, 1842; I, 422). La chiesa di San Martino è
citata nell'iscrizione incisa sulla porta di bronzo (che è
del 1066) della basilica cassinese (in Tosti, op. cit., I, 405).
San Casto subito a nord della città, e quella di
Santa Maria della Piana a tre chilometri dall'abi-
tato, lungo la strada che conduce a Formia.
Alla prima accenna chiaramente una bolla del
1032 dell'arcivescovo di Capua Atenulfo,' la quale
determina i confini della diocesi di Sessa e ne
enumera le chiese. Degli affreschi medievali di
essa non sono visibili se non pochi frammenti,
essendo quasi interamente coperti da un intonaco
con pitture cinquecentesche.
Nella medesima bolla si ricordano diverse chiese
1 (.'lavelli, op. cit., pp. 232-233.
2 Dei documenti relativi a questo monastero pubbli»
cati nel citato Bollettino, il più antico — posteriore però
alla fondazione di esso — è del 1249.
3 In Micheli-'. Monaco, Sanctuarium Campanum, Na-
poli, 1630, p. 581.