ETTORE SESTIERI
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raccolta privata, stanno ugualmente a guardare
estatiche.. E aggiungiamo che altri continui punti
di contatto, anche avanzandoci nel tempo, tra la
produzione stanzionesca e quella del suo allievo,
non è difficile notare. Del 1644, abbiamo visto,
sono le due lunette con le Scene del Battista a
S. Martino che sembrano due opere del nostro pit-
tore riportate in grande, e dello stesso anno 1 è il
soffitto del passaggio alla Sala del Tesoro, pure m
- or per uno or per un altro artefice di pittura,
e molte volte per rigattieri, che lo pagavano a
pochi e miseri carlini al giorno, e venivano poi a
guadagnar molto inviando le di lui pitture altrove...
spesso dandole senza neppur palesare il nome di
Bernardo..., ma con nome forestiero supposto».1
Clienti stranieri, pare, — quadri suoi, ci dice
lo stesso De Dominici, andarono in Ispagna, in
Alemagna e in Fiandra — e necessità per conse-
Fig. 15 — Bernardo Cavallino: Liberazione di S. Pietro dal carcere. Napoli, chiesa dei Girolamini.
(Fot. Lembo).
S. Martino, dove, in un medaglione, un Congedo di
Tobiolo si dispone in un interno come ormai Ber-
nardo aveva imparato a meraviglia in quel tempo,
e addirittura qualche personaggio è atteggiato in
modo identico ad altri del Congedo di costui alla
Corsini di Roma (fig. 11).
Dopo di che possiamo vedere ancora qualche
opera che si ricolleghi alle precedenti. Una di esse
è in una raccolta romana e rappresenta, questa
volta in piccolo, la Vergine Assunta (fig. 12). È
assai probabile che sia questo uno di quei quadri che
il Cavallino « andava dipingendo — sui vent'anni
guenza di contentare gusti stranieri. E qui per
l'appunto, secondo esempi fiamminghi, la piccola
Assunta è racchiusa in una ghirlanda di fiori, non
della mano di Bernardo, che toglie ogni leggerezza
alla gentile figurina. Fa gamma semplice di S. Lo-
renzo torna in quest'opericciuola. Un tócco az-
zurro sul petto e poi la veste d'un verde chiaris-
simo, argentino, dalle pieghe ravviate e rigirate,
quasi per aver modo, come in una gemma, di ri-
fletter più volte la luce. La piccola Assunta non
vive che di questo scintillìo. TI cielo è, al solito, alla
Micco Spadaro. L'influenza artemisiana meno ac-
centuata nei quadri grandi si mostra ora più pa-
1 Vittorio Spinazzoi.a, Guide du Itti/Kit et de la Char-
treuse de San Martino, pag. 7y.
1 Dr. Dominici, op. ci*., tomo III, pag. 35.
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raccolta privata, stanno ugualmente a guardare
estatiche.. E aggiungiamo che altri continui punti
di contatto, anche avanzandoci nel tempo, tra la
produzione stanzionesca e quella del suo allievo,
non è difficile notare. Del 1644, abbiamo visto,
sono le due lunette con le Scene del Battista a
S. Martino che sembrano due opere del nostro pit-
tore riportate in grande, e dello stesso anno 1 è il
soffitto del passaggio alla Sala del Tesoro, pure m
- or per uno or per un altro artefice di pittura,
e molte volte per rigattieri, che lo pagavano a
pochi e miseri carlini al giorno, e venivano poi a
guadagnar molto inviando le di lui pitture altrove...
spesso dandole senza neppur palesare il nome di
Bernardo..., ma con nome forestiero supposto».1
Clienti stranieri, pare, — quadri suoi, ci dice
lo stesso De Dominici, andarono in Ispagna, in
Alemagna e in Fiandra — e necessità per conse-
Fig. 15 — Bernardo Cavallino: Liberazione di S. Pietro dal carcere. Napoli, chiesa dei Girolamini.
(Fot. Lembo).
S. Martino, dove, in un medaglione, un Congedo di
Tobiolo si dispone in un interno come ormai Ber-
nardo aveva imparato a meraviglia in quel tempo,
e addirittura qualche personaggio è atteggiato in
modo identico ad altri del Congedo di costui alla
Corsini di Roma (fig. 11).
Dopo di che possiamo vedere ancora qualche
opera che si ricolleghi alle precedenti. Una di esse
è in una raccolta romana e rappresenta, questa
volta in piccolo, la Vergine Assunta (fig. 12). È
assai probabile che sia questo uno di quei quadri che
il Cavallino « andava dipingendo — sui vent'anni
guenza di contentare gusti stranieri. E qui per
l'appunto, secondo esempi fiamminghi, la piccola
Assunta è racchiusa in una ghirlanda di fiori, non
della mano di Bernardo, che toglie ogni leggerezza
alla gentile figurina. Fa gamma semplice di S. Lo-
renzo torna in quest'opericciuola. Un tócco az-
zurro sul petto e poi la veste d'un verde chiaris-
simo, argentino, dalle pieghe ravviate e rigirate,
quasi per aver modo, come in una gemma, di ri-
fletter più volte la luce. La piccola Assunta non
vive che di questo scintillìo. TI cielo è, al solito, alla
Micco Spadaro. L'influenza artemisiana meno ac-
centuata nei quadri grandi si mostra ora più pa-
1 Vittorio Spinazzoi.a, Guide du Itti/Kit et de la Char-
treuse de San Martino, pag. 7y.
1 Dr. Dominici, op. ci*., tomo III, pag. 35.